Autore: Mary Kubica
Casa editrice: HarperCollins Italia
Pag.: 358
Costo: 9,90
Trama
A Chicago, la giovane Esther Vaughan scompare senza lasciare traccia dall'appartamento che condivide con un'altra ragazza, Quinn Collins. Quando tra i suoi effetti personali viene ritrovata una lettera che inizia con le parole "Mia adorata", la coinquilina inizia a chiedersi dove sia finita e se sia davvero la persona che lei credeva. Contemporaneamente, in una piccola cittadina portuale alle porte di Chicago, una donna si presenta nella caffetteria in cui Alex Gallo lavora come lavapiatti. L'attrazione tra i due è istantanea, ma quella che inizia come una cotta innocente presto si sviluppa in qualcosa di molto più torbido. Mentre Quinn continua a cercare Esther, tra dubbi sempre più pressanti e foschi presentimenti, e Alex sprofonda sempre di più nella rete di seduzione della misteriosa sconosciuta, la tensione cresce e in un susseguirsi di colpi di scena conduce il lettore a un'ineluttabile conclusione: non importa quanto sei veloce, il passato ti raggiungerà ovunque tu vada.
e mezzo
Il commento di Dolci
Questo è il secondo romanzo di Mary Kubica che leggo.
Trovo la sua scrittura
abbastanza coinvolgente. Mi cattura finché non arrivo all'ultima
pagina, ma in questo romanzo, qualcosa non è andato bene. Il problema
maggiore è stato che, a volte lo svolgimento degli eventi era troppo
lento. Anche i personaggi non hanno fatto abbastanza per farmi entrare in
empatia con loro.
Quinn e Alex sono le due
voci narranti. La prima cerca di capire il motivo della scomparsa di Esther, la
sua coinquilina visto che, non essendoci segni di lotta o sangue, la polizia
non può fare nulla.
Il secondo è un lavapiatti con una vita problematica ma che cerca sempre di
aiutare tutti, fino alla fine... Quando conosce Pearl scatta imediatamente una
forte attrazione per la misteriosa ragazza.
I capitoli di Quinn mi sono
piaciuti molto di più rispetto a quelli di Alex. L'autrice ha costruito bene il suo
personaggio e avevo l'impressione di procedere con lei per risolvere il mistero
della scomparsa di Esther. Alex invece non mi ha convinto in pieno e ho trovato
i suoi POV più lenti e noiosi.
Le due storie sono
apparentemente disconnesse, anche se un lettore attento noterà le varie similitudini.
Questa parte, la
costruzione dell'intreccio del racconto, è quella che ho apprezzato
maggiormente del romanzo, insieme al colpo di scena finale che non mi
aspettavo.
Sicuramente una lettura
piacevole e con una trama solida, ma che non mi ha trasmesso quella tensione
che mi aspetto in un buon thriller.
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