Autore: Samuel Bjork
Casa editrice: Longanesi
Pag.: 443
Costo: 18,60
Trama
In una bella mattina di sole, sulle sponde del fiordo a sud di Oslo, in una radura tra boschi accesi dai colori autunnali, viene trovato il cadavere di un'adolescente. È nuda, magrissima, distesa su un letto di piume. Intorno a lei una schiera di candele disposte a formare una stella a cinque punte. Non appena si trova davanti questa scena, Holger Munch, il capo dell'unità speciale incaricata di risolvere i delitti più efferati e misteriosi, sa di non avere scelta: dovrà rivolgersi a Mia Krüger. Mia però è fuori dalla squadra. Nonostante i suoi successi, nonostante sappia orientarsi come nessun altro nei meandri oscuri delle menti criminali, i dirigenti della polizia norvegese continuano a ritenerla troppo instabile per affidarle nuovi casi. Perciò hanno deciso di sospenderla dal servizio e le hanno imposto di rivolgersi a uno psicologo, un provvedimento che l'ha fatta di nuovo sprofondare nell'isolamento e nelle manie autodistruttive da cui era da poco riemersa. Ma Holger Munch sa che solo Mia può interpretare il rituale di cui è caduta vittima la ragazza e impedire che chi l'ha sacrificata colpisca ancora. E a costo di inimicarsi i suoi superiori, la richiama nella sua squadra. Inizia così un'incalzante caccia all'uomo, che porterà Mia, Holger e i colleghi a scavare nei segreti inconfessabili di una città apparentemente perfetta, nei traumi di persone sole e abbandonate da tutti, negli i abissi della follia e nei recessi più oscuri della rete.
e mezzo
Il commento di Dolci
«Ho una bruttissima
sensazione.
C’è qualcosa in questo
posto che mi sembra di
riconoscere,
capisci che cosa intendo?»
«Le tenebre»,
disse Mia sottovoce.
Visto quanto mi era piaciuto "La stagione degli
innocenti", primo libro di questo autore, non vedevo l'ora di avere tra le
mani il secondo romanzo con protagonisti Holger Munch e Mia Kruger. Non sono
rimasta delusa, ma qualcosa non ha reso la lettura perfetta.
Non ho dato il massimo dei voti perché, nonostante la storia sia
diversa, riprende molti dei temi del volume precedente: le sette religiose,
l'abbandono di minori e la malattia mentale. Gli stessi protagonisti sembrano
avere i medesimi problemi personali del primo: Munch depresso dopo il divorzio
e Mia ancora con il pensiero del suicidio in mente.
Tuttavia
la storia è veloce e piena di colpi di scena per cui è difficile smetterne la
lettura. Bjork semina dubbi e sospetti continuamente e non si riesce a capire
chi sia la mente dietro tutto questo orrore. Lentamente vengono svelati sempre
più dettagli sul come e il perché la vittima sia stata uccisa. Il
commissario Holger Munch è un tipo piuttosto scontroso, ma estremamente bravo
in quello che fa. Solo una cosa: possibile che venga sempre coinvolto un membro
della sua famiglia? Uhm... uhm...
Trovo
che la sua collaborazione con la giovane Mia li renda un'accoppiata
vincente.
Mia
Kruger è un po' troppo sopra le righe e troppo depressa, ma rimane un
personaggio abbastanza credibile.
Oltre
ai protagonisti molti altri soggetti, che appartengono al team di Munch, sono
davvero interessanti e vorrei che l'autore li sviluppasse meglio.
In
conclusione il libro è emozionante, imprevedibile, intrigante, e ben scritto.
Visto
il finale voglio sperare in un terzo libro che ho l'assoluta necessità di
leggere.
La serie Holger Munch og Mia Kruger è al momento composta da due romanzi
#1 La stagione degli innocenti - recensione
#2 La stagione del sangue
#1 La stagione degli innocenti - recensione
#2 La stagione del sangue
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