Autore: Eva Stachniak
Casa editrice: Beat
Pag.: 415
Costo: 13,90
Trama
Varvara Nikolaevna ha sedici anni quando diventa una "protetta della Corona", una di quelle ragazze, orfane o abbandonate, al servizio dell'imperatrice Elisabetta Petrovna, la figlia minore di Pietro il Grande, salita al trono di Russia nel 1741. Orfana di un legatore polacco, svelta e già priva di tutte le illusioni proprie dell'adolescenza, abbastanza carina da doversi difendere da mille attenzioni nei corridoi del Palazzo d'Inverno, Varvara Nikolaevna rimarrebbe una delle innumerevoli e anonime ragazze del guardaroba imperiale, una goffa cucitrice vessata dalla capocameriera di corte madame Kluge, se non si imbattesse un giorno nel conte Bestuzev. Cancelliere di Russia e, secondo le voci ricorrenti tra le cucitrici, uno degli uomini che riscaldano spesso il letto di Elisabetta Petrovna, il conte cerca di non lasciarsi sfuggire nulla di ciò che accade nella residenza imperiale. Nella giovane Nikolaevna scorge una possibile portatrice della "verità dei sussurri ", la servetta capace di aprire cassetti nascosti, di staccare e ripristinare abilmente la ceralacca dalle lettere, di riconoscere all'istante libri cavi, bauli con doppi fondi, meandri di corridoi segreti. Dopo averla istruita all'arte di origliare senza farsi scoprire, le affida perciò il più delicato dei compiti: tenere d'occhio la principessa Sofia Federica Augusta Anhalt-Zerbst, la giovanissima tedesca scelta da Elisabetta come consorte dell'orfano di sua sorella, Karl Peter Ulrich, duca di Holstein, il quindicenne nominato principe ereditario...
Il commento di Iaia
Quando ho letto la sinossi, mi è piaciuto poter imbattermi
in questa storia. Conoscere particolari della vita di due zarine, scoprire cose
che "storicamente" non sono importanti, vivere episodi che i vari
studiosi non ritengono di dover mettere in rilievo, tutte vicende che facevano
parte del quotidiano. Ma...
Nei ringraziamenti leggo:
Il Palazzo d’Inverno è un’opera di finzione, ispirata e sorretta da una
serie di eccellenti biografie di Caterina la Grande e della sua corte.
Non sapendo, alla fine del libro, cosa fosse veritiero sono
rimasta sconcertata. La storia raccontata non ha qualcosa che mi abbia fatto
credere ciò che sia certo, perché, in pratica, sono riportate parole e fatti
ascoltati e visti da chi narra la vicenda: Varvara (Barbara) Nikolaevna, un
personaggio inventato.
Il romanzo è scritto in prima persona da una delle tante
"lingue" o "gazzette" o "verità dei sussurri", tra
cui la Nikolaevna, praticamente spia, che doveva riportare al cancelliere tutto
ciò che succedeva all'interno del palazzo imperiale.
Certo fare la spia, in quell'epoca, era di vitale importanza
per chi aveva incarichi politici o economici in modo da venire a conoscenza di
quelle decisioni prese tra quattro mura. Ma se il cancelliere aveva spie, anche
la zarina non era da meno. Tutto quello che veniva riferito era un modo per
approfondire sospetti e di conseguenza assumere atteggiamenti appropriati. La
zarina era a capo di tutto l'impero, ma anche il cancelliere era una persona
molto influente, visto che aveva rapporti quotidiani con Elisabetta e che con
le spie a lui sottoposte poteva capire o anticipare o consigliare il
comportamento della zarina. Quindi è una storia di continui rapporti delle "verità
dei sussurri", verificabili con i rapporti di altre. Alle
"lingue" conveniva dire la verità perché, anche se non ne erano a
conoscenza, quello che dicevano era raffrontato con quello che riportavano
altre "gazzette".
Ma veniamo al romanzo: non si è dato spazio alla vera
"STORIA", ma solo al pettegolezzo. Elisabetta che divide il talamo
con il favorito di turno, la sua mania di avere gatti sul suo letto, visto che
i topi abbondavano, l'isteria che la prendeva per varie sciocchezze, le
decisioni che assumeva a volte spinta solo da un momento di nervosismo...
Insomma avvenimenti che non hanno nulla di storico. Praticamente si racconta,
dal 1743 al 1765, ciò che le due zarine hanno fatto al di fuori delle decisioni
importanti. E' anche vero che si parla delle iniziative storiche di Elisabetta,
come quella che vuole dare in sposa a suo nipote Pietro la futura Caterina e
sono messe in evidenza anche altri provvedimenti salienti, ma in questo romanzo
è come se la Storia fosse marginale.
In tutto il libro, secondo la mia opinione, ho trovato
esclusivamente la parte negativa delle due donne, in particolar modo di
Elisabetta. Ho avuto l'impressione che l'autrice abbia voluto far vedere
l'altra faccia della medaglia, ma essendo questa anche inventata ho trovato il
libro noioso, perché venire a conoscenza delle zone d'ombra di questi due personaggi,
non mi ha soddisfatta.
Francamente è uno scritto che non rileggerei, non mi è
piaciuto per niente, e come sempre dico, questa è una mia personale
considerazione. Ho avuto modo di leggere altri libri storici in cui la parte
romanzata era presente, ma raccontata in modo migliore, questo invece mi ha
lasciato completamente indifferente. o meglio, in questa lunga vicenda ho
trovato che il pettegolezzo sia stato esagerato, visto che è inventato e che
non ha riportato eventi storici noti e poi raccontati in un modo da
"diario" di persone alle prime armi che trascrivono il quotidiano. Ho
fatto questo, ho ascoltato e riferito quest'altro: niente di sostanzioso, ma
tante chiacchiere. Quello che più ricordo è che personaggi famosi o meno erano
dediti alla vodka, che c'era una sporcizia notevole e che cumuli di polvere
erano in ogni dove nel palazzo. Ora essere a conoscenza di ciò in un contesto
storico e con un peso come quello di Elisabetta e Caterina la Grande, non mi sembra
un argomento di rilevante importanza.
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