martedì 15 ottobre 2019

Trame e opinioni: Il bistrò dei libri e dei sogni di Rossella Calabrò (recensione doppia)

Titolo: Il bistrò dei libri e dei sogni
Autore: Rossella Calabrò
Casa editrice: Sperling & Kupfer
Pag.: 252
Costo: 16,90















Nel cuore di Milano c'è un delizioso bistrò, con grandi librerie di legno da cui si affacciano centinaia di volumi e l'aria che profuma di torte. Il posto ideale per rilassarsi sorseggiando del tè o magari, con un calice di vino bianco in mano, chiacchierare, lavorare, e intanto lasciarsi consigliare romanzi, saggi, fumetti da Petra, la proprietaria: quarant'anni da un po' e una disordinata massa di capelli che porta con orgoglio. Ogni giovedì sera, nella luce soffusa del suo Bistrò dei Libri e dei Sogni, Petra ospita un corso di Scrittura Creativa. Con lei, Armando, medico in pensione novantenne, dall'animo frivolo e lo sguardo da bambino, appassionato di tip-tap; Blanche, boccoli in stile Shirley Temple, architetto mancato, di mestiere imbianchina e ideatrice di fiabe; Linda, domestica e babysitter dal sorriso cauto e lo sguardo saggio da divinità inca; e poi lui, Dylan Altieri, l'eccentrico e affascinante insegnante. Alto, dinoccolato, occhi azzurri, viso scarno e capelli folti, appena brizzolati, e l'aria di chi ha sempre occupato posti di comando e che ora ha scoperto la meraviglia di perdersi in un sorso di cioccolata calda, accoccolato in una poltroncina anni Venti di un bistrò. Cinque bizzarri quanto speciali protagonisti, ognuno alla ricerca del proprio sogno tra le pagine di un libro. Perché i libri, si sa, sono degli incredibili, splendidi, stupefacenti contenitori di sogni: i sogni di chi li scrive, e i sogni di chi li legge.


Petra, ultraquarantenne, divorziata e con un figlio di 20 anni, gestisce un bistrò dove i clienti trascorrono parte del loro tempo libero a gustarsi dolci, una cioccolata calda o un bicchiere di vino, mentre decidono quale libro acquistare. C'è una bella atmosfera e Petra decide di fornire un corso di scrittura creativa in cui parteciperà lei stessa insieme alla giovane Blanche, di professione imbianchina e dalla grande capacità di inventare fiabe, Linda, originaria dell'Ecuador che fa la domestica e baby sitter e dalle mani d'oro per confezionare bambole, poi c'è Armando, un ex chirurgo appassionato di tip tap. Infine c'è l'insegnante, Dylan Alteri, che ha gli occhi di un azzurro intenso.
Durante il corso Dylan insegnerà ai suoi allievi di seguire i loro sogni e di ascoltare i libri.
Sì proprio ascoltare, perché i libri sussurrano. Ogni cosa inanimata sa trasmettere sensazioni e sa dare consigli, basta prestare attenzione. La storia darà momenti dolci e momenti tristi, ma alla base di tutto ci saranno i sogni.
E' il primo lavoro che leggo della Calabrò e mi ha colpito in bene. Ha un linguaggio semplice, diretto, divertente e anche filosofico. Ha una conoscenza notevole dei lavori altrui e ne fa tesoro citando alcune righe di testo di autori noti e meno conosciuti. Questo romanzo unisce realtà e pura fantasia ed è una mescolanza fatta a giuste dosi, e l'autrice porta il lettore a vivere i momenti fantasiosi in un modo che si trasformino quasi in realtà- Scommetto che alla fine del libro il lettore proverà, concentrandosi, a posare la sua mano su un libro e verificare se davvero questo sussurrerà le parole che ci si aspetta.
Lo consiglio decisamente.


Iaia



Recensione doppia oggi per il blog.
Rossella Calabrò è una scrittrice molto interessante, ironica, sagace, costruisce i suoi personaggi marcandoli di autoironia senza pero farli scendere nel banale, è molto brava a caratterizzarli, soffermandosi su particolarità, umori, sentimenti che a volte non traspaiono a molti.
In questo romanzo, a volte forse un po' introspettivo, ci sono quattro personaggi, ognuno con una sua personalità che emerge quando meno te lo aspetti.
Il primato va alla protagonista, elemento collante e coadiuvante di tutta la trama, Petra è una donna sicura di sé, ha un figlio, un divorzio alle spalle, ma non si è lasciata andare...

Avevo un sogno.
Però i sogni vanno un po' aiutati: a volte da soli non ce la fanno, sono debolucci, cagionevoli, anche pigri e appesantiti e indolenti, diciamolo, e non hanno la forza di farsi strada per trasformarsi in realtà.
Cosa facciamo oggi, ci realizziamo? dice uno.
Naaa, facciamo domani, oggi non è giornata. 
E rimandano, rimandano, rimandano, come adolescenti che pensano solo al presente e mai al futuro. 
E allora, al mio sogno, ho dovuto dare una mano, uno scossone, un aiutino.
anzi, un bel giorno l'ho fornito addirittura di coltelli, forchette e bicchieri.
Si può apparecchiare un sogno? Si può

Petra decide di unire la sua passione per la lettura e i libri con quella di un'attività di caffetteria, creando un Bistrò letterario dove i clienti accanto ad una tazza di caffè, cioccolato caldo, si soffermano a leggere un libro, e magari lo acquistano anche.
E così nel suo locale si incontrano diverse persone, dall'insegnante che i libri li ascolta prima di leggerli, dall'architetto mancato ora imbianchino, il dottore con l'amore per la danza e infine la baby sitter che cuce bambole con un cuore animato e una storia da raccontare...

C'era Seta, la più elegante tra le bambole, ricavata da una vecchia sottoveste di raso azzurra. Siccome la sua carnagione sarebbe stata per forza di quel colore, Linda decise che Seta discendeva dai tuareg, il popolo blu che attraversava il deserto a bordo di un grande dromedario volante.
Poi c'era Organza, nata da una tenda strappata, che sapeva danzare nel vento e rendere più gentili i raggi del sole.
C'era Lino, un bambolotto dall'animo semplice e fresco, figlio naturale di una camicia bianca e di un lavaggio sbagliato...

Un altro sogno è quello di riuscire a scrivere una storia, la propria, quella di qualcun altro, ma come si scrive una storia?
Petra organizza e crea una serie d'incontri, tenuti proprio dal professore, Dylan Altieri.
Nasce così un circolo di persone con una loro storia da raccontare che mescola verità, realtà e fantasia...
Il bistrò dei libri e dei sogni è un romanzo che si costruisce su diversi meccanismi letterari, si va dall'autoironia di Petra che costantemente si mette in discussione, all'ipocondria di Armando che troppo legato alla sua natura di medico è sempre alla ricerca di ogni motivazione per ogni piccolo malessere.
La Calabrò in questo libro ha costruito dei personaggi, uno diverso dall'altro, con un proprio mondo, una propria provenienza e insieme riescono a creare un rapporto stretto che li unisce, la storia di Armando è quella che accarezza il cuore, quella di Linda ti fa sognare, Blanche l'imbianchina è la più spavalda, alla ricerca costante di attenzioni che attraverso pennellate di colori costruisce mondi fantastici e storie inverosimili e infine non possiamo dimenticare il professore, Dylan che tutte vogliono ma nessuno lo avvicina per davvero. Un uomo con un carattere particolare che attraverso la sua cultura insegna a questo gruppo insolito, disomogeneo che i libri prima di leggerli bisogna ascoltarli, sentirli, toccarli, perché ancor prima di essere letti nella nostra mente deve nascere una storia parallela.

Voglio dire: Blanche era già allenata a parlare con i muri e Linda ad ascoltare le stoffe, Armando era fuori come un tutù quindi non faceva testo, ma io, a leggere i libri chiusi , avevo ancora parecchie difficoltà.


Floriana

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