mercoledì 20 marzo 2019

Trame e opinioni: La casa delle farfalle di Silvia Montemurro

Titolo: La casa delle farfalle
Autore: Silvia Montemurro
Casa editrice: Rizzoli
Pag.: 361
Costo: 18,50 cartaceo














Anita ha trent'anni e insegna biologia all'Università di Colonia. Non ama gli aerei e soffre di vertigini, ma non saprebbe spiegarne il motivo. Quando la sua vita viene sconvolta da un tragico evento, in crisi lascia Hans, il suo compagno, per tornare nei luoghi dov'è cresciuta - in treno naturalmente. Lì, sul lago di Como, è decisa a ritrovare se stessa. Mentre passeggia cullata dallo sciabordio delle onde, incontra una bambina dai tratti giapponesi e dalla voce meravigliosa. Si chiama Yoko e, proprio come lei, è segnata da una ferita difficile da rimarginare. Presto Anita, leggendo il diario della nonna Lucrezia, scoprirà di essere legata a Yoko da una storia rimasta sepolta per anni, che unisce le loro famiglie. Tutto ha origine nel 1943, quando la casa di Lucrezia, la villa delle Farfalle, viene occupata da alcuni ufficiali tedeschi. Tra lei e Will, uno degli ufficiali, nasce un sentimento dirompente, ma la guerra sembra ostacolarli...

In questo romanzo ricco di grazia e femminilità, si intrecciano due storie mozzafiato, dal passato ai giorni nostri. Perché la forza dell'amore, quello vero, non si dissolve con il trascorrere degli anni ma perdura nel tempo.

Ho letto diversi romanzi della Montemurro e devo dire che in questo, il registro è completamente cambiato, c'è una crescita emozionale, sentimentale che mi ha completamente colpita. 
La casa delle farfalle secondo me segna un nuovo inizio, una nuova sfida e c'è riuscita alla grande. Ho sempre apprezzato le emozioni che riesce a inserire nei suoi libri, perché carichi di significato, parole dette e scritte al tempo e momento giusto, tanto da non lasciarti mai il tempo di pensare, di lasciare il romanzo, perché è necessario completare il capitolo, la pagina, il libro.
Anche questa volta la situazione non è cambiata, è cambiata però la scenografia, una storia narrata su due diversi filoni temporali, la vita di Anita, quella odierna, contemporanea, e la vita di Lucrezia, sua nonna, che si svolge durante la Seconda Guerra Mondiale.
Partiamo da un presupposto, non amo molto i romanzi calati in quel periodo storico, perché il più delle volte sono ripetitivi, il sentore della guerra, le atrocità di quel periodo non riesco a scrollarmele di dosso, però pur ripetendomi, il modo di scrivere dell'autrice mi piace e ho deciso di provarci.
Cos'ha di diverso questo romanzo dagli altri?
Una casa di farfalle? Una storia nella storia, che ha radici più profonde della guerra stessa? Le paure di due donne che a loro modo hanno reagito alle ostilità della vita?
Passato e presente, Lucrezia e Anita, si completano, no anzi completano e chiudono il cerchio.

Will aveva scrutato gli occhi di Lucrezia e conoscendola bene ne aveva indovinato tutto il terrore.
Era chiaro che non si aspettava nulla da lei, per quanto riguardava il conflitto.
Il suo amore andava oltre quello che Lucrezia doveva fare per il bene dei suoi compagni.
Sapeva di non poter pretendere che lei stesse dalla sua parte.
Lui era l'invasore, lei la prigioniera.
Eppure si amavano alla follia.

Ecco, Will e Lucrezia, divisi dalla storia, divisi da ideologie, concezioni di vita, pensiero. Ma l'amore, il cuore, i sentimenti, le passioni non guardano alla guerra, non pensano al rischio, vanno oltre, in barba a tutto ciò, perché ad essi non si può sfuggire. 
Purtroppo non è così, e quando il conflitto termina, quando gli sconfitti fuggono e i vincitori festeggiano, per qualcuno non c'è nulla da festeggiare, perché un grosso fardello è rimasto, e bisogna trovare il coraggio e la forza di andare avanti.
Lucrezia è una donna forte, si lascia avvolgere dall'unica passione che probabilmente la mantiene lucida, la cura delle sue amate farfalle, la sua vita prosegue in quella casa che nasconde, ascolta, racchiude una storia che non si può dimenticare...
Passano gli anni, ma i ricordi non muoiono, e Lucrezia ha lasciato a sua nipote Anita, la sua eredità, sa che sarà l'unica che farà rivivere la casa delle farfalle.
Anita e le sue paure, fugge, torna dove tutto a inizio e una fine, ma lei non è a conoscenza di cosa ci sia dietro, perché Yoko non è ben accetta agli occhi di sua madre, Margherita?
E ad Anita tocca l'arduo compito di capire, di scoprire, di leggere e soprattutto di andare avanti, contro le sue paure, contro i suoi segreti e quelli di sua nonna.
La casa delle farfalle è uno di quei romanzi che ci pone davanti due storie difficili, Lucrezia con il suo diario dona ad Anita una conoscenza e un sapere che solo lei può portare avanti, Anita deve fare i conti con quello che ha lasciato, perché altrimenti non potrà andare avanti, soprattutto alla luce di tutte le scoperte che le vengono rivelate e non solo dalle parole scritte, non tutto può essere scritto, ci sono segreti che solo in pochi devono conoscere e non possono essere svelati in semplici parole su un diario.
Bello, intenso, scritto bene, con ottime descrizioni sia del paesaggio che dei personaggi, calati e caratterizzati nel loro tempo. Una lettura che vi consiglio vivamente perché è un altro spaccato di storia, passato e presente.


Floriana

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