giovedì 28 febbraio 2019

Rubriche: L'angolo dei classici

Titolo: Gita al faro
Autore: Virginia Wolf
Casa editrice: La Biblioteca di Repubblica
Pag.: 
Costo: 4,90
















Considerato unanimente il capolavoro di Virginia Woolf e uno dei più importanti romanzi del Novecento europeo, To the Lighthouse resta la realizzazione magistrale e mai più superata - per qualità artistica, per profondità di indagine, per limpidezza artistica - della tecnica narrativa del "flusso di coscienza". 
"Quasi tutto ciò che è detto", ha constatato a proposito del romanzo il grande critico Erich Auerbach, "è il riflesso nella coscienza dei personaggi": innanzi tutto della signora Ramsay, che è l'autentica protagonista del libro; e poi del marito, degli otto figli, della pittrice Lily Briscoe, del botanico William Bankes, e degli altri amici che in una giornata estiva affollano la casa di villeggiatura dei Ramsay, nelle isole Ebridi.
In quella giornata si progetta una gita in barca a un vicino faro, resa poi impossibile dal maltempo. E in una giornata analoga, ma dicei anni dopo, quella gita finalmente si farà, in una situazione radicalmente mutata: la signora Ramsay è morta, così come due degli otto figli, e la prima guerra mondiale ha devastato il mondo e le speranze di ognuno. Ma mentre Ramsay finalmente approda al faro, Lily finisce il ritratto della moglie iniziato dieci anni prima, come a rimarcare che il tempo interiore, scandito dall'attesa e dal ricordo, nulla ha a che fare col tempo reale e con i lutti, le assenze, le rovine che esso provoca. Dieci anni come un giorno, nella dilatazione o concentrazione straordinaria che la coscienza individuale impone al tempo, alle percezioni, agli affetti: e il miracolo di una scrittura che proprio di quel tempo instabile e cangiante, di quella lucidissima e lancinante sospensione, sa farsi espressione consunstaziale, specillo, implacabile dell'anima, e dei spazi inesplorati.


Non ho idea di cosa scriverò, non so cosa scrivere!!!
Ecco, quando ho deciso di cominciare una nuova rubrica, l'ho fatto perché ho diversi libri classici in libreria, acquistati, avuti in regalo, letti durante gli anni universatari, tra quelli regalati c'era questo libricino, non molto ampio che è Gita al faro, scritto da Virginia Woolf, osannato all'inverosimile e lo si legge anche nella sinossi che sopra ho trascritto.
Ora, non so se fossi pronta a questo tipo di lettura, ma ci ho provato, vi garantisco che l'ho fatto, ma nulla alla fine l'ho abbandonato.
Se ci ragiono un attimino, mi accorgo che sono lontana anni luce dal modo di scrivere di quel periodo, però poi mi soffermo e penso "ma io non è il primo libro che leggo che risale al primo Novecento, e perché per me questo è completamente ostico?"
Detto ciò, ho però deciso di scrivere questo mio pensiero, perché vorrei poter ricevere dei riscontri, capire se tra i miei tanti follower c'è qualcuno che lo abbia letto e mi aiuti dove io non sono arrivata!!!

















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