Autore: Val Emmich
Casa editrice: Piemme
Pag.: 368
Costo: 18,50 cartaceo
La piccola Joan ricorda tutto, ma proprio tutto. Non lo fa apposta. Ha un "disturbo della memoria autobiografica". Si ricorda qualunque giorno della sua vita in ogni minimo dettaglio. Per esempio, quante volte sua madre ha pronunciato la frase "Non sbaglia un colpo" negli ultimi sei mesi (ventisette) o che cosa indossava quel giorno di sei anni fa in cui il nonno la portò a pescare (degli orrendi calzettoni). Ma Joan non vuole essere la bambina che ricorda tutto. Vuole essere la bambina che nessuno può dimenticare. E forse l'occasione per farsi ricordare arriva quando viene a stare a casa sua Gavin, un amico di gioventù del papà e come lui cantante e musicista. Joan lo conosce da sempre, e decide di farsi aiutare da lui nell'impresa che la renderà famosa: vincere il Concorso per nuovi cantautori indetto dalla sua scuola. Ma Gavin purtroppo, non può aiutare nessuno: ha appena perso il suo compagno, Sydney, e con lui anche la gioia di vivere. Così, sarà Joan ad aiutare Gavin. A ricordare. I momenti che lui e Sydney hanno vissuto insieme, le piccole cose, ogni dettaglio che la bambina, negli anni ha immagazzinato nella sua portentosa memoria. E in cambio, forse, Gavin la aiuterà a scrivere la sua canzone...
"Perché ricordare è troppo doloroso".
Questo lo so benissimo e mi fa sentire molto vicina a lui, come se fossimo qualcosa di più di soci compositori, come se fossimo compagni di squadra per qualcos'altro.
Però continuo a non capire.
"Allora perché sei qui, adesso? Perché parli con me?"
"Perché dimenticare è ancora più doloroso."
Questo non l'ho mai sentito dire da nessuno.
Non ho proprio idea di cosa significhi perdere un ricordo, ma suppongo sia vero che è doloroso...
Ho letto questo romanzo con la convinzione che lo avrei inserito nella rubrica Lo scaffale degli incanti, invece, mi sono dovuta ricredere e non perché il romanzo non fosse adatto ai più piccoli (forse un po' è così) ma l'ho trovato a livello emotivo più coinvolgente nei sentimenti e poco leggero per una lettura rivolta ai ragazzi.
Joan è una bambina dolce, conosce la sua "malattia", onestamente non la definirei tale, ma credo che chi ne sia conivolto, probabilmente si senta tale, in effetti, molti racconti di Joan fanno pensare che la sua caratteristica possa essere sfruttata per ben altri fini, ma lei ha ricordi che la coinvolgono direttamente, non osserva e non conosce ciò che è al di fuori del suo habitat. E infatti, quando lei ricorda tutto gira intorno a ciò che ha vissuto direttamente. Quando instaura con Gavin un rapporto, che seppur nato tanti anni prima, la porta a creare un legame tra lei, Gavin e Sydney, lo fa conoscendo e ricordando ciò che ha toccato, guardato, ascoltato solo lei. I ricordi diventano un mezzo per non dimenticare il passato, bello o brutto che sia. Ma a volte Joan si sente come un fenomeno da baraccone, vorrebbe non ricordare ma essere ricordata, non per quello che è, ma per quello che è stata capace di fare. Ha innata in lei, la musica, che l'accompagna sin da piccola, con un padre che praticamente l'ha coinvolta dall'inizio, e ora vorrebbe spiccare il volo, vorrebbe essere non solo la Joan che ricorda ma la Joan che va ricordata perché è diventata famosa dopo aver presentato una sua canzone...
La lista delle cose che non dimenticherò mai è uno di quei romanzi che difficilmente avrei acquistato, però è anche vero che quando la curiosità ti porta a farlo non la rimpiangi per nulla. Joan è una bambina molto particolare, legata ai propri genitori e soprattutto ai ricordi del nonno e della nonna, che costantemente lei cita. L'incontro con Gavin credo metta a dura prova la sua memoria, anche se lei non fatica per nulla a ricordare molti episodi che per Gavin non erano importanti ma alla luce degli avvenimenti presenti e cioè la morte del compagno, ogni minimo ricordo diventa un filo, un legame che non vuole lasciare, non vuole dimenticare, ecco qual è il vero nodo, il vivere momenti, istanti che scivolano nella memoria per poi non essere del tutto dimenticati, ma che credo neanche ricordati, ma basta un evento tragico e allora si è alla ricerca costante di tutti i momenti anche i più futili, perché fa male perdere qualcuno, perché fa male DIMENTICARE!!!
Floriana
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