Buondì lettori, torna oggi la rubrica, Lo scaffale degli incanti, questa volta a leggere per il blog è Manuela che ci propone la sua opinione sul romanzo La compagnia dei celestini, scritto da Stefano Benni e pubblicato da Feltrinelli nel lontano 1992, anche se cercando sui vari store ci sono state diverse riedizioni, tra cui quella proposta da Manu, che risale al 2003. Buona lettura!!!
Titolo: La compagnia dei celestini
Autore: Stefano Benni
Casa editrice: Universale Economica Feltrinelli
Pag.: 288
Costo: ed. 2013 Euro 9,50
Avete mai sognato di partecipare al Campionato Mondiale di pallastrada, organizzato dal Grande Bastardo, protettore degli orfani di tutto il mondo? Memorino, Lucifero e Alì sì, molte volte, e per realizzare il loro sogno architettano una fuga dall'orfanotrofio dei Celestini. Subito don Biffero, il priore Zopilote, don Bracco e il giornalista Fimicoli, in coppia con il fotografo Rosalino, si lanciano all'inseguimento. Tutto intorno, una folla di personaggi bizzarri, stravaganti e coloratissimi nella tradizione del miglior Benni: il fetente di Gladonia, i pittori pazzi Pelicorti, il professor Eraclitus e persino una coppia di gemelli magici campioni di pallastrada. Ma su questa variegata compagine aleggia un'oscura e crudele profezia, che appare sui muri di un palazzo e che sembra destinata a spazzare via tutto e tutti. È impossibile prevedere cosa succederà. Età di lettura: da 13 anni.
Ho letto questo
libro un po’ per obbligo. In realtà l’obbligo era di mio figlio, ma per spronarlo
a leggere ho proposto una lettura insieme. Devo dire che è stata una bella
esperienza e questo libro si è rivelato una piacevole sorpresa.
Questa, però, non è
una lettura facile (anche se è un libro per ragazzi). Sono presenti molti
elementi che lasciano disorientati, come parole difficili, a volte parole
inventate o storpiate. Il senso del racconto lo si percepisce bene, ma in
alcuni momenti devi staccarti dalla lettura. È vero che l'ho letto in un tempo
molto breve, ma spesso ho dovuto posare il romanzo dopo solo un paio di
capitoli. La voglia di continuare la lettura era data dalla narrazione,
divertente e piena di colpi di scena. La storia dei ragazzini protagonisti,
quasi tutti orfani e in difficoltà, è costellata di episodi esilaranti, assurdi
e inverosimili. Ti trovi a ridere delle “licenze poetiche”, dovute in parte alle
parole assurde o agli aggettivi che non c’entrano nulla.
Tutta la vicenda è
ambientata in un luogo inventato, Gladonia, che in realtà è la metafora dell’Italia. Infatti molti
riferimenti sono riconoscibili, sto pensando a Rigolone Marina, città della
Riviera Adrenalinica, che ricorda tanto Riccione sulla Riviera Adriatica.
Cosa mi è piaciuto?
Sicuramente il fatto che, ridendo, scherzando, in modo buffo, l’autore abbia
messo in luce temi importanti per i ragazzi.
Il
valore della verità e dell’onestà: tutti coloro che
volevano un tornaconto usando strade facili sono alla fine puniti, quasi secondo
la legge del contrappasso.
Ci sono i valori dello sport: la Pallastrada
prende in giro il mondo del calcio. A leggerne il regolamento sembra un gioco
senza regole, mentre ha una sua precisa entità e le regole devono essere
rispettate, pena l’esclusione totale dal gioco. E poi a me ricorda tanto quando
da bambini si giocava a calcio per strada: non c’era il campo vero, ma le
partite erano un affare serio!
Ci
sono poi tanti richiami alla civiltà moderna e anche alle “schifezze” del mondo
moderno. Si parla di quella che è la realtà dei fast-food.
Si evidenziano i “peccati” del mondo ecclesiastico, che si nasconde dietro un
finto misticismo. Si parla di corruzione politica e sociale. Sembra uno
spettacolo ben scritto di satira.
Libro sicuramente
adatto a un pubblico di adolescenti, scuola secondaria di II grado, ha parole e
scene che arridono alla sfera sessuale e alcuni episodi sono chiari richiami
alla società moderna. Sicuramente è anche una bella lettura per gli adulti, proprio
per la sua caratteristica di essere una “parodia”
del nostro mondo.
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