Autore: Dina Jefferies
Casa editrice: Newton Compton Editore
Pag.: 413
Costo: 9,90
Trama
Londra anni Venti. Gwendolyn Hooper, giovane donna inglese appena sposata per procura, si trasferisce nella lontana isola di Ceylon per raggiungere il marito. Ma l'uomo che le viene incontro nella piantagione di tè non è lo stesso di cui si era innamorata in Inghilterra tempo addietro. Distante e indaffarato, Laurence trascorre le giornate nella piantagione, lasciando la sua sposa da sola a occuparsi della casa, della servitù e delle nuove incombenze. La grande casa coloniale, agli occhi di Gwendolyn, appare un luogo misterioso, con porte chiuse a chiave e indizi di un torbido passato: in un baule polveroso è nascosto un vecchio abito da sposa ingiallito e le ombre del giardino celano una piccola tomba... Poco tempo dopo, Gwen rimane incinta, suo marito è finalmente felice e tutto sembra andare per il verso giusto, ma c'è poco tempo per festeggiare. In sala parto la neomamma dovrà prendere una decisione terribile, di cui non potrà fare parola con nessuno, neanche con Laurence. Quando, infine, arriverà il momento della verità, Gwen sarà in grado di spiegare che cosa ha fatto e perché?
Il commento di Iaia
La storia si svolge nell'Isola di Ceylon tra gli anni '20 e '30.
E' un dramma che
riguarda in special modo Gwen da quando partorisce.
Nasconderà un segreto
enorme per 8/9 anni, e non riuscirà più ad essere completamente felice
fino a quando non verrà fuori la verità, coinvolgendo anche e finalmente il
marito Laurence. Ci sono altri personaggi che hanno un peso su quello che
succede, tra cui Verity, sorella del protagonista, che inciderà parecchio per il
suo modo di comportarsi. Sono messi in evidenza anche le prime ribellioni delle
persone native contro gli inglesi, che influiranno su tutto il romanzo.
Ho trovato il libro molto lungo e noioso e anche se ho
capito bene il dolore di Gwen non ho compreso bene tutta la dinamica della
trama. L'autrice si è dilungata molto sul quotidiano, e secondo me ci sono
stati anche dei controsensi. Non posso spiegare questi accadimenti, altrimenti
potrei fare spoiler, ma ritengo che alcune vicende siano state scritte per
allungare "il brodo". La trama è carina, ma ho fatto fatica a
terminare la storia. A volte sia i protagonisti sia gli altri attori si sono
resi antipatici ai miei occhi perché un po' troppo superficiali. Mi viene in
mente un proverbio napoletano, tradotto in italiano in quanto non so come si
scrivano delle parole: "Getta un sassolino e nasconde la mano".
Ecco alcune
vicende sono state così, sono state scritte, ma restano in sospeso parecchio;
bisogna arrivare alla fine del libro per scoprire la verità, che lascia
dell'amaro in bocca poiché alcune cose si potevano dire prima della conclusione
e che non influivano nella tempistica dell'approfondimento.
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