mercoledì 27 gennaio 2016

Trame e opinioni: La sarta di Dachau di Mary Chamberlain

Titolo: La sarta di Dachau
Autore: Mary Chamberlain
Casa editrice: Garzanti
Pag.: 319
Costo: 16,90














Trama
Londra, 1939. Ada Vaughan non ha ancora compiuto diciotto anni quando capisce che basta un sogno per disegnare il proprio destino. E il suo è quello di diventare una sarta famosa, aprire una casa di moda, realizzare abiti per le donne più eleganti della sua città. Ha da poco cominciato a lavorare presso una sartoria in Dover Street, e la vita sembra sorriderle. Un viaggio imprevisto a Parigi le fa toccare con mano i confini del suo sogno: stoffe preziose, tagli raffinati, ricami dorati. Ma la guerra allunga la sua ombra senza pietà. Ada è intrappolata in Francia, senza la possibilità di ritornare a casa. Senza soldi, senza un rifugio, Ada non ha colpe, se non quella di trovarsi nel posto sbagliato. Ma i soldati nazisti non si fermano davanti a niente. Viene deportata nel campo di concentramento di Dachau. Lì, dove il freddo si insinua senza scampo fino in fondo alle ossa, circondata da occhi vuoti per la fame e la disperazione, Ada si aggrappa all'unica cosa che le rimane, il suo sogno. L'unica cosa che la tiene in vita. La sua abilità con ago e filo le permette di lavorare per la moglie del comandante del campo. Gli abiti prodotti da Ada nei lunghi anni di prigionia sono sempre più ricercati, nonostante le ristrettezze belliche. La sua fama travalica le mura di Dachau e arriva fino alle più alte gerarchie naziste. Le viene commissionato un abito che dovrà essere il più bello che abbia mai confezionato. Un vestito da sera nero, con una rosa rossa. Ma Ada non sa che quello che le sue mani stanno creando non è un abito qualsiasi. Sarà l'abito da sposa di Eva Braun, l'amante del Furer...


Il mio commento


Ada è brava nel suo lavoro, ha talento, e questo rafforza ancora di più la voglia di emergere, di creare, di staccarsi dalla moltitudine. Ma Ada è anche ancora molto giovane, e non si rende conto che i visi, i volti, le doppie facce non sempre raccontano la verità. Il primo amore, la prima volta, la prima esperienza, commettere imprudenze sono per Ada una nuova cosa, una nuova sensazione, che le regalano momenti di libertà. Ma siamo a ridosso di una guerra, che gridata ai quattro venti, spinge verso voci, timori, paure. Ada non ha paura, lei non crede che la guerra arriverà, sono solo pettegolezzi. E così parte, spinta da un fantomatico uomo, Stanislaus, che le promette un futuro da sarta, un futuro nelle migliori couture, ma sarà vero?
Cosa accade è cosa nota alla storia, siamo nel 1939, la Germania invade la Polonia e comincia il suo cammino. Un cammino fatto di terrore, orrori, fatto di morte e di campi di concentramento. Ada si ritrova sola, abbandonata, a un destino che non è suo, ma a volte la superficialità paga.
Viene deportata a Dachau, dopo essersi nascosta, dopo essere fuggita, ma nulla, la mano nazista la raggiunge, solo una cosa la salva, la sua capacità innata di saper usare ago e filo...
Questo romanzo ci riporta indietro nel tempo, un tempo che non possiamo e non dobbiamo dimenticare.
Oggi 27 gennaio è la giornata della memoria, è la giornata che ci aiuta a conoscere i lati oscuri di un regime che ha sterminato migliaia e migliaia di esseri umani. Questo romanzo vuole ricordare come molte persone siano sopravvissute e hanno ancora molto da raccontare. Ada è testimone di tutte le brutture, ha attraversato campi, ha vissuto con scheletri che si reggevano a mala pena in piedi, ha rifiutato di piegarsi e ha contato solo sull'unica cosa che poteva mantenerla in vita, il suo lavoro di sarta!

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