Autore: Sarah Iles
Casa editrice: libro/mania
Pag.: 158
Costo: 3,99 ebook, 12,00 cartaceo
Aurora ha paura della felicità: ha messo la sua vita dentro una valigia e si è lasciata tutto alle spalle credendo che la distanza l’avrebbe tenuta al riparo. Quando suo fratello le chiede di tornare in Sicilia per aiutarlo con gli affari di famiglia, il fragile equilibrio che aveva creato a Parigi va in frantumi. Prende l’aereo e vola a Palermo, dove il tempo sembra essersi fermato a cinque anni prima. Non immagina che a sperare in un suo ritorno possa esserci Giona, l’amore di una vita che non ha mai saputo perché sia fuggita all’improvviso. Aurora è la sua spina, ma gli basta rivederla perché le riserve d’amore che aveva sepolto nel profondo riaffiorino. Giona parla al suo cuore attraverso i fiori, sceglie per lei quelli che hanno qualcosa da dire secondo l’antica simbologia del loro linguaggio, finché sembra riuscire a sciogliere la coltre di paura che attanaglia Aurora. I capricci del destino sembrano volerli separare ancora una volta: perché Giona si era rifatto una vita e in un giorno d’estate André vola da Parigi per presentarsi alla porta di Aurora a Palermo… Tra fiori, messaggi da decifrare, risate e pianti con le amiche in una terra dove la bellezza e i sentimenti sono esuberanti, riuscirà Aurora a sfidare le sue paure e scegliere la felicità?
La felicità l'aveva avuta tra le mani, infilata dentro il cuore e nelle viscere,
ma l'aveva lasciata come un filo di cotone al vento,
aprendo il palmo della mano e lasciandolo scomparire tra le nuvole
La prima parola che ho pensato quando ho terminato di leggere questo romanzo è stata intenso. Una storia che ha il sapore dei ripensamenti, dei ricordi, delle paure... e sono proprio le paure di Aurora che fanno da sfondo a tutto il libro.
Più volte mi sono domandata, ma si può veramente avere paura di essere felici?
Credo che in ognuno di noi ci sia una parte che rincorra sempre una parvenza di felicità, ma Aurora non la cerca, la rifugge, come fugge da tutto ciò che la lega alla sua terra natia, la Sicilia.
Cosa si nasconde dietro il comportamento della protagonista?
Eppure ama viaggiare, ha girato il mondo, ma lo ha effittivamente girato o è fuggita dai pensieri, dai ricordi che la perseguitano?
Sono davvero tante le domande che mi sono posta, come sono anche tante le domande che la stessa Aurora si pone se farà bene a tornare oppure no, ma non può più rimandare, ci sono cose da fare, persone da rivedere, storie da sistemare.
Aurora vive oramai già da un paio di anni in Francia, Parigi è la sua casa, ma le manca il profumo degli agrumeti, le manca la brezza che il mare solleva con le sue onde, con i suoi rumori, la Senna non è la stessa cosa.
Tornata a casa, non è cambiato nulla, Palermo è sempre la stessa caotica città, con macchine parcheggiate alla rinfusa, la cappa di calore che incombe sulla città, la sua stanza identica come se lei non fosse mai andata via... ma è andata via e ora dovrà fare i conti con il passato e con Giona.
"Aurora... l'amore si vive, si perde, si conquista, a volte si distrugge, ma la verità è che è eterno. Quando lo senti che ti scorre nelle vene, che ti dà vita, è eterno, non te ne liberi. Dobbiamo averne paura per proteggerlo come il più prezioso dei doni che la vita ci concede. Io non posso garantire nulla, ma posso tentare, posso amarti, posso credere che sia eterno. Voglio".
Giona ci prova con tutto se stesso a convincerla che l'amore ha diverse sfaccettature che non tutto può essere sempre rose e fiori e lo fa proprio con questi ultimi, sarà con i gesti e con il loro significato che riuscirà ad abbattere le mura che Aurora si è costruita intorno.
Paura della felicità è una di quelle storie che ti soddisfano a metà, perché Aurora non riesce sempre a essere chiara sui suoi sentimenti, giudica, punta i piedi e le dita delle mani contro tutto ciò che non è come dice lei, le sue insicurezze la rendono molte volte ottusa anche ai consigli delle sue amiche, di suo fratello e dei suoi genitori.
E' vero non ho amato molto il personaggio di Aurora per il suo modo di fare e di essere, ma la scrittura dell'autrice, il pathos che ne fuoriesce dai discorsi di Giona, le emozioni scaturite dagli incontri inizialmente clandestini tra i due hanno reso la lettura emozionante, intensa, un libro che non abbandoni facilmente troppi ma e troppi se, troppi perché e forse, mi hanno resa una divoratrice di questa storia.
Floriana
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