Autore: A.G. Howard
Casa editrice: Newton Compton
Pag.: 403
Costo: 5,99 ebook
Rune Germaine ha una splendida voce, paragonabile a quella di un angelo, ma è afflitta da una terribile maledizione: quando si esibisce, infatti, si sente malata e stanca, come se la bellezza del suo canto le rubasse ogni volta un po’ di vita. Sua madre, nel tentativo di aiutarla, decide di iscriverla a un conservatorio poco fuori Parigi, convinta che l’arte potrà curare la strana spossatezza di Rune. Poco dopo il suo arrivo nel collegio di RoseBlood, la ragazza si rende conto che c’è qualcosa di soprannaturale nell’aria. Il misterioso ragazzo che vede spesso in cortile, infatti, non frequenta nessuna delle classi a scuola e scompare rapidamente come è apparso, non appena Rune distoglie lo sguardo. Non ci vuole molto perché tra i due nasca un’amicizia segreta. Thor, è questo il nome del ragazzo, indossa abiti che sembrano provenire da un altro secolo e in sua presenza Rune si sente meglio, quasi cominciasse davvero a guarire. Ma tra i corridoi di RoseBlood c’è una terribile minaccia in agguato, e l’amore tra Rune e Thor, che sta sbocciando, verrà messo a dura prova. Dalla scelta di Thor, infatti, potrebbe dipendere la salvezza di Rune o la sua completa distruzione.
L'uomo stringe un mazzo di rose rosso scuro, così vellutate da sembrare quasi nere lungo i bordi, e un paio di cesoie nell'altra mano. La coda del mantello svolazza al vento, fendendo la nebbia attorno agli stivali pieni di fango. I vestiti vintage sembrano fuori luogo nel nostro secolo, eppure adeguati a questa ambientazione. Sembra avere la mia età. La metà sinistra del suo viso risalta sotto il cappuccio: metà labbra carnose, l'angolo squadrato del mento. Due occhi color rame incrociano il mio sguardo, luminosi e metallici. Cerco di guardare più attentamente. E' lontano dall'auto e non dovrei riuscire a vedere il color dei suoi occhi, eppure brillano all'ombra del mantello, come monete colpite dal bagliore di una torcia in un pozzo profondo. Ho già visto quegli occhi prima d'ora, tantissime volte, sin da quando avevo sette anni.
Devo essere sincera, sono combattuta...
E' molto difficile scrivere una recensione quando il libro non ti è piaciuto, perché devi spiegare cosa realmente non ti ha colpito di questo romanzo.
Non devo andare molto lontano nella ricerca delle motivizioni, ma credo che i libri quando li leggiamo diventano come una seconda pelle, ci entrano dentro, almeno a me è quello che il più delle volte succede, ecco perché è davvero difficile spiegare cosa non mi sia piaciuto...
Ma partiamo dall'insieme della trama che ho trovato molto contorta, soprattutto nella prima parte, per non parlare del lieto fine, una chiusura troppo affrettata e anche scontata.
Quando leggiamo della protagonista, di questa sua smania di voler cantare a tutti i costi, di musiche che lei ascolta prima nella sua mente e poi senza rendersi conto canta, non si riesce a capire quale sia la sua natura, quali siano le motivazioni legate a lei, al suo passato, alla pardita prematura di suo padre, nonché agli assalti subiti da sua nonna. E' tutto un po' "ingarbugliato", oscuro, tetro.
L'incontro con Thor, che lei crede essere il fantasma dell'opera, il loro approcciarsi...
Per non parlare di quando viene finalmente svelato l'arcano, la natura di Rune, cosa è lei veramente, tutte le vicende, i segreti svelati... MAH!!!
Ho trovato anche una certa lentezza, discorsi troppo lunghi, non so, non mi ha convinta per nulla, e dire che ero molto curiosa di leggere di questa autrice, già recensita da Patrizia nella precedente serie Splintered (qui)...
Va beh!!! Naturalmente la mia opinione è personale, e anche se potrebbe convincere un lettore a non leggere il libro, consiglio da lettore di leggere altre recensioni, credo che se ce ne siano molte controverse vuol dire che è un libro che riesce a far parlare di sé, attraverso diverse opinioni.
Floriana
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