lunedì 24 febbraio 2014

Trame e opinioni: Angel di Anne Rice

Titolo: Angel
Autore: Anne Rice
Casa editrice: Longanesi
Pag.: 244
Costo: 15,00













TRAMA
Forse nemmeno lui ricorda più il suo vero nome, l'ha perso tanti anni fa insieme all'innocenza. Ora si fa chiamare Lucky the Fox, e il suo mestiere è assassinare su commissione. Un enorme dolore nel suo passato l'ha spinto su questa strada di disperazione, e uccidere è la sua sola missione. Ma in fondo al suo cuore è rimasto qualcosa del ragazzo che suonava divinamente il liuto e amava leggere Tommaso d'Aquino. E proprio il ricordo di quel che è stato e che avrebbe potuto essere manda in crisi Lucky the Fox, e lo spinge al suicidio. Ma proprio quando tutto sembra perduto, entra in scena Malachia, il suo angelo custode, che gli offre una seconda possibilità: viaggiare nel tempo e salvare un'esistenza perduta del passato...


IL COMMENTO DI PATRIZIA
La Rice si dedica agli angeli, colta dal fervore della sua ritrovata conversione – “nasce” cristiana ma diventa atea… almeno fino al 1998 - che gioverà alla sua anima, ma non certo alla sua scrittura. Non che la Rice scriva male, anzi, solo che questa volta è riuscita a deludermi. Romanzo noioso, lento, di una lentezza snervante, cerchi quasi con disperazione un colpo di scena che non arriva mai.
Se ne Le Cronache dei Vampiri, la religione aveva un suo perché ed era utile per l’approfondimento del personaggio di Lestat, qui è l’elemento portante.
Un sicario con una crisi esistenziale, è questo il presupposto. 
Un sicario meticoloso e con un passato difficile alle spalle, capace ancora di scorgere il bello nel mondo che lo circonda, nonostante l’efferatezza delle sue azioni.
Lucky appare un personaggio quasi scialbo, soprattutto in veste di “mandato dal Signore”. E' un killer metodico e “pulito”, assunto dieci anni prima da un uomo di cui nemmeno lui conosce la vera identità, ma che gli assicura di essere dalla parte del bene e che chiama l'“Uomo Giusto”. Al termine di un omicidio che pare scuoterlo, Lucky si trova sul punto di iniettarsi una miscela letale. A fermarlo è però un giovane che mostra di conoscerlo intimamente e lo invita a desistere dal suo intento. Si tratta di Malchiah, un angelo che lo ha osservato in questi anni e che adesso gli offre la possibilità di redimersi compiendo delle buone azioni. Ma di semplici buone azioni non si tratta, perché Lucky si ritroverà catapultato nel XIII secolo per salvare la vita di una coppia di ebrei, accusati di aver ucciso la figlia e vittime dell’ennesima persecuzione.
La prima parte di Angel (Angel Time in originale), è la più  poetica, ricca di descrizioni su chiese, palazzi, ma anche ripetitiva fino alla noia. La seconda parte segna l’arrivo dell’angelo Malchiah, che cerca di spiegare al sicario il senso della vita, di trovare un perché per le sue azioni. E per farlo ricorre allo stratagemma del viaggio nel tempo, riportandolo nel passato. Da qui partono tutta una serie di vicende che definire noiose è dire poco. Ben scritte, ben studiate (si notano le ricerche svolte dall’autrice), ma noiose come poche cose al mondo.
Terribilmente scontato, è, invece il finale, in cui Lucky dimessosi dalla professione di killer, vuole scrivere un libro sulla sua esperienza trascendentale intitolato con il nome del romanzo che ho in mano.
Una nota di demerito va inoltre alla ricostruzione storica, insufficiente, appena accennata e ai personaggi un po’ stereotipati, ma, soprattutto alla mancanza delle figure cui è dedicata la saga: gli angeli. A parte la comparsa di Malchiah, infatti, non abbiamo né ingerenze, né descrizioni dei servitori di Dio.
Manca completamente il ritmo, nulla rimane impresso, non ti colpisce. 
Per fortuna si tratta solo di una fase, come dimostrano i suoi nuovi romanzi, che segnano un ritorno al sovrannaturale puro e alle tematiche a lei più care.

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