venerdì 15 gennaio 2021

Trame e opinioni: Bellezza selvaggia di Anna-Marie McLemore

 

Titolo: Bellezza selvaggia

Autore: Anna-Marie McLemore

Casa editrice: Newton Compton Editori

Pag.: 315

Costo: 10,00 cartaceo, 4,99 ebook






Per quasi due secoli le Nomeolvides sono state legate al giardino di La Pradera, la splendida tenuta che incanta i visitatori di tutto il mondo, giunti appositamente per ammirare le sue piante rigogliose. La bellezza del giardino, infatti, dipende direttamente dai poteri delle donne che lo custodiscono e che sono in grado di far sbocciare i fiori più belli al loro tocco. Ma il loro legame con la terra è connesso a una maledizione: se si innamorano, i loro amanti svaniscono nel nulla. Dopo generazioni di misteriose scomparse, all'improvviso nel giardino viene ritrovato uno strano ragazzo. È Estrella, una delle più giovani, a prendersi cura di lui, mentre le Nomeolvides si interrogano sul misterioso nuovo arrivato, che ricorda a malapena il proprio nome: Fel. La ricerca della verità nel passato di La Pradera e di Fel porterà Estrella a scoprire segreti tanto magici quanto pericolosi, che affondano le radici in eventi accaduti secoli prima.



Ho cominciato a leggere Bellezza selvaggia l'ultimo dell'anno. Questo romanzo lo avevo nel mio kindle da diverso tempo, credo proprio dall'uscita, cosa mi aveva colpito: innanzitutto la copertina, l'esplosione dei colori, i fiori che fanno da cornice al titolo, accattivante e intrigante e infine la trama. Un fantasy, un mondo parallelo, un luogo carico di profumi, di colori, cinque giovani donne che con le loro madri e nonne vivono qui, La Pradera. 

Piccoli germogli spuntarono, torcendosi, dal terreno oscuro, e poi ciascun puntino di verde si trasformò in quattro foglioline arrotondate. Le foglie si allungarono, le venature divennero più profonde. Il verde si fece più intenso, più variegato. Alcuni peduncoli apparvero nel punto d'incontro tra le foglie e, dal centro di quei peduncoli, si srotolorano gambi di un viola-rossastro. Boccioli a forme di pera appesantirono i gambi violacei, ricoperti di una leggera lanugine, come le teste piegate dei cigni...

Racconti che si mescolano alla realtà, ingenuità e bellezza la fanno da padrona, e sì perché, il loro mondo non le permette di uscire, la terra alla quale sono molto legate, perché senza di essa non potrebbero sopravvivere, le nutre e loro con il tocco delle mani, con lo schiocchio della lingua adornano di fiori la tenuta rendendola agli occhi di chi arriva un luogo splendido meraviglioso.

Protagonista è Estrella che trova in giardino un giovane che non ricorda nulla di sè, non conosce il proprio nome, le sue orgini e soprattutto quanti anni ha. Lo chiamerà Fel, e Fel si integrerà in questo mondo, accetterà la vita di queste giovani donne che lo accudiscono, lo nutrono e lui pian piano comincerà anche a ricordare, ma chi è Fel? E cosa lo lega a Estrella?

Ebbene, mi fermo qui, perché non conosco il finale, per la prima volta dopo non so quanto tempo, ho abbandonato un libro proprio a metà della storia. Se mi soffermassi su tutto ciò che è esteriore direi che l'autrice ha svolto un grandissimo lavoro per descrivere e ambientare i personaggi, ma con i dialoghi io non sono riuscita a entrare in empatia con nessuno dei personaggi. Il racconto non mi ha per niente coinvolta, non ho sentito nessuna forma di attrazione verso questi personaggi che vivono in un luogo molto importante per loro, ma molto misterioso, e forse è proprio quell'aura di mistero portata così per le lunghe che mi ha stancato, mollando il romanzo a metà.

Ho provato anche a leggere le recensioni di molte blogger che hanno trovato il libro bello, incantevole, ho cercato di capire cosa loro hanno visto in più rispetto a quello che io invece non ho visto, ma non ci sono riuscita, ho proseguito ma a un certo punto ho mollato.


Floriana

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