lunedì 4 maggio 2020

Rubriche: L'angolo self

Titolo: Il conte di Long Island
Autore: JD Hurt
Casa editrice: selpf publishing
Pag.: 348
Costo: 0,00 kindle unlimated, 2,99 ebook, 10,40 cartaceo















L’ho vista in culla e subito con lei si è creato un legame. All’epoca mi chiamavo Tony Mancuso. Ero solo un piccolo delinquente desideroso di scalare le vette della mafia newyorkese, ma volevo aiutarla. Tenerla con me, proteggerla per sempre. Non sapevo che quel legame sarebbe diventato un mistero che mi avrebbe condannato alla prigionia per diciassette anni, distrutto nel corpo e nell’anima. Ora sono tornato; il mio nome non è più Tony. Io sono il Conte di Long Island e devo dipanare quel mistero per potermi vendicare. Lei si chiamava Camille. Adesso è Rose; un frutto proibito. Ma il suo nome non conta più e neppure la giovane età, perché è diventata la piccola parte di una realtà molto più grande. La guerra contro i clan di New York. 
Da bambina la mia vita era una musica che suonava sempre più lieve. Mi limitavo ad esistere. Mia madre, mio nonno, il mio clan scandivano ogni minuto del mio tempo. Mi dicevano: “è colpa della Mafia. Devi rassegnarti”. Finché ho scoperto che era tutta una bugia. Allora sono scappata. Credevo che sarebbe stato facile perdermi nel mondo e capire chi sono veramente, ma poi è comparso lui: il mostro, l’adulto che vuole distruggermi. Il Conte di Long Island. Pensa di addomesticarmi, ma io sono stata prigioniera, mai ingenua. E imparo in fretta. Grazie a lui ho capito che non esiste gloria facile. Ci si deve scontrare col sangue, con le ossa. Mi chiamo Rose Capascio e ora sono pronta. Pronta per la guerra contro il Conte di Long Island.
Nota dell’autrice: Il Conte di Long Island è un mafia, forbidden, suspense romance dai risvolti dark. E’ il primo volume autoconclusivo della Honorable Men Series. Contiene tematiche delicate e, talvolta, scabrose. Se ne consiglia pertanto la lettura a un pubblico adulto e consapevole.



Mai come poche volte non so da che parte cominciare e vi garantisco che è per me davvero difficile.
Parto innanzitutto con il dirvi che non è il primo mafia/romance che leggo, non è il primo dark/romance che leggo, e quando l'autrice mi ha chiesto se volessi leggere il suo nuovo romanzo ho subito accettato perché la trama mi ha incuriosita e non poco.
Tony Mancuso è un scricciolo di ragazzo quando trova sua madre morta, la sua vita non è stata tutta rose e fiori, nato in seno a una delle famiglie mafiose presenti a New York, ha subito l'umiliazione più grande, essere considerato un bastardo perché nato da una relazione che sua madre aveva intrapreso contro tutti i pareri della famiglia Mancuso.
A Tony poco importa la sua discendenza e quando entra a far parte di un'altra grande famiglia, quella dei Capascio, pensa di aver raggiunto un primo traguardo, un picciotto che spera nella promozione del grande boss.
Ma le cose non sono come dovrebbero essere e ben presto i suoi occhi si scontrano con quelli di una bambina troppo piccola per capire cosa si celi dietro gli eventi che gli costeranno diciassette anni di prigionia in Honduras.
Tony ha seppellito il suo cuore in strati di lamiere, ora la sua unica ragione è vendicarsi di coloro che lo hanno tradito, di coloro che lo hanno condannato a morte certa, Tony Mancuso non esiste più, al suo posto nasce Il Conte di Long Island.
Il Conte di Long Island credo sia uno di quei romanzi che ti devono entrare dentro sin dall'inizio, che ti devono dare poco da respirare perché a ogni boccata potresti restarne senza, è un libro che ti lascia senza fiato che cerchi di capire dove andrà a parare tutto quello che c'è dentro. L'autrice non ha lasciato nulla al caso, ha costruito una storia come un puzzle, un tassello alla volta, un pezzettino alla volta, e quando pensi che finalmento il meccanismo complicato che gira intorno alla vita di Tony e Rose si stia completando ecco subentrare un evento, una notizia che ti getta coompletamente in un'altra dimensione.
In questo romanzo non c'è una vera fine, non c'è un vero e proprio lieto fine, anche se il puzzle è completo e anche se parliamo di un genere ben noto, in molti si faranno male, in molti resteranno a bocca asciutta, in molti non vedranno la luce del sole.
Se da un lato tutto è portato a un elevazione totale, notevole, tutti gli eventi diventano un qualcosa di tanto, di troppo, dall'altro la realtà è che, molto di quello che viene scritto, raccontato non si discosta dalla nuda e cruda verità.
Ho cercato di farmelo piacere e in parte mi è piaciuto questo libro, scusate il giro di parole, ma c'è una cosa che non riesco a digerire l'uso di un linguaggio, di atteggiamenti e di eventi troppo forzati, devo complimentarmi con l'autrice perché la costruzione della narrazione, il concatenarsi degli eventi, i ritmi serrati hanno reso comunque la lettura incalzante, perché a tutti i costi volevo conoscere il finale che mi ha lasciata basita e scusatemi sarò bigotta, ma non l'ho molto accettata.
Il Conte di Long Island è un genere molto particolare, è crudo, è brutale, è crudele, è inclemente, non c'è resurrezione per nessuno, non c'è clemenza, la vita che coinvolge tutti i protagonisti è implacabile, realistica, spietata.


Floriana

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