Autore: Care Santos
Casa editrice: Salani
Pag.: 359
Costo: 18,00
Trama
Nel cuore dell'estate del 1950 cinque compagne di collegio giocano per l'ultima volta a Obbligo o verità. Due di loro, Marta e Olga, stanno per cominciare una nuova vita fuori dall'istituto. È un'occasione speciale e le ragazze sono emozionate, ma non si aspettano che un pegno troppo crudele finirà per segnare le loro esistenze per sempre. Le amiche si perdono di vista e prendono strade diverse, ognuna con le sue frustrazioni e le sue rivincite. Sono passati trent'anni - Marta è diventata una famosa autrice di libri di cucina, Olga è dimagrita ma si annoia ancora, Nina ha un nuovo misterioso fidanzato, Lola è incinta e ha appena perso suo marito, Julia è stata eletta deputata - e per loro è giunto il momento di fare i conti con i ricordi e le colpe che si portano dentro da troppo tempo. Si danno appuntamento a cena al Media vida, il ristorante di Marta, e tra una portata e l'altra decidono di giocare ancora una volta al gioco dei pegni: ognuna dovrà porre alle altre una domanda a cui non ci si può rifiutare di rispondere. Ma Julia - che quella notte d'estate ha pagato il prezzo più alto - ha fatto annunciare dalla sua segretaria di essere in ritardo. Le loro risposte portano alla luce segreti del passato e del presente che si intrecciano in maniera sorprendente in attesa dell'ultimo racconto, quello di Julia, l'unico che potrà chiudere il cerchio e 'mettere ordine nei cassetti del passato'. Attraverso le voci di cinque personaggi femminili nell'arco di trent'anni Care Santos ritrae un'intera generazione di donne alle prese con la costruzione del proprio futuro in un momento in cui l'ipocrisia e la rigidità della società si scontrano con una nuova visione dell'amicizia, della libertà e dell'amore.
Questo
è un romanzo che lascia i brividi, è bello da far
paura… profondo, denso. Un libro che entra in pieno dentro la tua testa e per
alcuni aspetti ti fa pensare. Entri in empatia con queste cinque ragazze e ti
accorgi che anche tu, forse, spesso hai vissuto o li hai sentiti, avvertiti
come tuoi, i loro stessi pensieri. Sarà che io ho l’età delle protagoniste, ma
le ho sentite vere, possibili, riconoscibili in alcune “amiche”. È una storia dolce-amara. Nelle pagine
di questo libro viene portata alla luce la “cattiveria” delle bambine, ma
quella delle donne adulte…
Tutto nasce con un
gioco, un innocente gioco tra bambine, che di innocente però ha veramente poco.
Una serata che ha il sapore del mistero. Cinque ragazze, chiuse in un collegio,
per passare il tempo si vedono di nascosto dalle suore per confidarsi,
raccontarsi segreti e mettersi alla prova.
Passati trentun anni
da quella sera in collegio, Olga, per superare la noia, organizza una cena, una
rimpatriata. Vuole rivedere quelle sue quattro compagne. Si ritrovano quindi a
distanza di tanti anni e, attraverso i ricordi, si vivono
trent’anni di storia… di storia vera! Ripercorri la loro storia personale, la
vita politica del loro Paese, la moda e i cambiamenti di costume.
Ha un po’ il sapore
di due film, benché non abbia niente a che vedere con questi esempi, di due
pellicole cinematografiche che io amo tanto e che affrontano le rimpatriate tra
vecchi compagni di studi. Il primo film che mi viene in mente è Il grande freddo (The Big Chill), 1983, Stati Uniti d’America, diretto da Lawrence
Kasdan, mentre il secondo è Compagni di
scuola, 1988, Italia, diretto da Carlo Verdone.
I
“finché” della vita sono sempre i migliori.
Cambiamenti di rotta che decidono
un’intera esistenza.
Le cinque donne
hanno tutte il loro bel carattere, sono tratteggiate perfettamente dall’autrice
e, leggendo le loro storie, impari a conoscerle.
Olga
la grassa. Marta la scrittrice. Lola la dolce. Nina la chiromante.
E non riuscì
a evitare un pensiero: Júlia l’orfana.
O peggio, Júlia la sfortunata.
Olga
è una donna odiosa, invidiosa di tutto e tutti, persino della sorella. Gioisce delle sventure delle altre persone.
Spesso si diverte a far sì che gli altri soffrano, denigra le persone. Usa gli
altri pur di ottenere una posizione di rilievo.
Qualsiasi
cosa succedesse, il senso di colpa non la sfiorava mai.
Era esperta nel trovare
scuse per evitare qualsiasi responsabilità e,
con il passare del tempo, aveva
perfezionato la tecnica.
È una donna
moralista, ma solo perché è una conformista. Non è soddisfatta del suo
matrimonio, ma non lo ammette e soprattutto continua a mantenere le apparenze.
Continua a sbandierare la sua condizione di donna sposata, madre di cinque
figli, morigerata, timorosa di Dio e rispettosa della legge… Ma è tutta
facciata, a lei interessano solo le convenzioni sociali e l’ostentazione della
propria condizione sociale. Essere sposata con il dottor Prats le dà uno status
sociale che la soddisfa, la fa sentire importante. Marta, sua sorella gemella,
non riesce a entrare in sintonia con lei...
Quel
bisogno di sua sorella di essere sempre la protagonista, o la responsabile o la
benefattrice o tutte e tre allo stesso tempo la faceva uscire dai gangheri.
Marta
è silenziosa, chiusa, ma al tempo stesso un’attenta
osservatrice. Si è sposata per amore, ma suo marito è un donnaiolo, eppure
lei lo ama ancora. Ha sempre perdonato il marito dopo ogni “scappatella”, ma
alla fine riesce a lasciarlo andare, solo perché è stanca di riprovarci. Voleva
diventare una romanziera, ma per compiacere il marito diventa una scrittrice di
libri di cucina. La sua unica soddisfazione è stata quella di aver deciso di
riprendere in mano la sua vita e decidere lei cosa fare…
«Il
problema è che ciò che decidiamo non ci cambia solo la vita.
Ci trasforma anche
in persone diverse».
Lola
è dolcissima. È piena di dubbi, di paure, ma è
carica d’amore. È una sognatrice, persa
nel mondo classico, ai Beatles preferisce Beethoven!!!
Dovettero
tacere per pensare alla velocità della vita.
La lenta vita di Lola, le loro
vite lente che acceleravano all’improvviso,
vite veloci che si fermano. Vite
ferme o con un’accelerazione uniforme.
Com’era la propria? Quale di ognuno di
loro? Esistono vite con un ritmo uniforme in cui tutto accade quando deve
accadere?
È sempre stata la
mediatrice del gruppo.
…
Lola, che trovava sempre la frase adatta a ogni occasione.
Ora Lola è incinta,
a dire il vero sta per partorire. Il figlio è il frutto del suo amore, è parte
del suo legame con il marito ormai morto.
Nina
è la trasgressiva… Tutte noi abbiamo
una “Nina” della nostra vita (io ce l’ho, è con me dalla seconda media)!!! È
amante della chiromanzia, ma non è questa la cosa importante; ciò che la
caratterizza, la sua peculiarità, è la stravaganza, l’estrosità, l’eccentricità
in tutto quello che fa. Ha un’anima
spregiudicata, tanto che si sposa per rimediare ad un “errore”, ma questo
le costerà caro… Nina fa di tutto per
provocare uno shock a chi le sta intorno, sia con gli atteggiamenti, sia con
gli abiti, sia con le parole. Tra le cinque ragazze, Nina e Lola sono rimaste
legate per più tempo, forse perché, dopo la notte del 29 luglio 1950, erano
rimaste sole in collegio. Per un po’ continuano a frequentarsi, sono in
contatto anche una volta cresciute, condividono parte del loro cammino nella
società. Come succede spesso poi le strade si dividono, loro non si frequentano
da 15 anni, ma entrambe sentono la mancanza l’una dell’altra, tanto che Nina
cerca di recuperare quanto più possibile questo flebile legame…
Preferiva
andare da sola a trovare Lola.
Voleva provare a recuperare parte di quell’amicizia
che avevano condiviso in passato. Improvvisamente le sembrava che quella strana
notte fosse il momento migliore per provarci.
E poi c’è Júlia, la mia preferita. Júlia è forse
la più dura delle cinque, ma la vita con lei non è stata affatto generosa.
Quello che ora ha raggiunto, ora è deputata, se lo è costruito con le sue forze
e le sue capacità. È determinata, ma
ha un cuore grande. È generosa e leale,
soprattutto è capace di perdonare, persino di perdonare Olga…
Júlia
la guardò dritto negli occhi. Era strano che faticasse tanto a fare una cosa
così semplice. Non provava rancore per quella donna così costruita, con indosso
quel ridicolo vestito e la sua abbronzatura da pubblicità, ma improvvisamente
si stava rendendo conto che i ruoli stabiliti durante l’infanzia durano per
sempre, per quanto la vita ci trasformi.
Tra
colpi di scena, segreti svelati, paure che emergono, questo libro racconta le
donne, l’universo femminile nel suo complesso.
Per
fortuna la serata aveva offerto loro una fantastica occasione di conoscere
meglio se stesse.
Non conoscevo questa
autrice e ho letto questo romanzo veramente per caso, ma sono felice di averlo
fatto. È scritto benissimo, è coinvolgente, profondo. Alla fine queste cinque ragazze, ormai donne, sono anche amiche tue…
Ci vorresti litigare, qualcuna vorresti solo abbracciarla e coccolarla e per
un'altra provi stima e rispetto. L’abilità
dell’autrice è stata proprio quella di parlare di tutte con la stessa “passione”.
Il romanzo è scritto
in terza persona, con uno stile fluido che veramente ti
appassiona, ti tiene incollata alla narrazione.
Concludendo, assolutamente un libro da leggere!!!
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