martedì 13 febbraio 2018

Uscite: Piemme

Titolo: Non oso dire la gioia
Autore: Laura Imai Messina
Casa editrice: Piemme
Pag.: 408
Costo: 18,50


ROMA E TOKYO, PASSATO E FUTURO, 
PRESENZA E ASSENZA SI INTRECCIANO INDISSOLUBILMENTE IN QUESTO ROMANZO CHE, NELLA CRUDEZZA CHE SOLO LA VERITÀ POSSIEDE, SVELA I MOLTI MODI IN CUI SI AMA E SI È AMATI
«Senza saperlo si trovano a pensare la stessa cosa, ovvero che famiglia è forse allora la mancanza di confini, il non essere più in grado di stabilire con chiarezza l’inizio e la fine delle cose in una casa. Tutto piomba nel caos, nell’eliminazione sistematica della reciproca distanza, di quella sola cosa che sa separare e nella stessa misura avvicinare le persone.»

Nella vita di Clara le strade hanno nomi mutevoli, quelli dei pensieri che le attraversano la mente mentre il corpo le percorre. Si perde nella geografia della città così come nel passato da cui è fuggita da ragazza. Sposata a un uomo che non ama, insegue invano una maternità che dia senso al matrimonio e, insieme, alla sua vita. Ma quando ogni speranza sembra persa, Clara si ritrova a compiere un gesto atroce, inaspettato, e nello stesso drammatico istante a realizzare il proprio sogno. Marcel e Jean sono migliori amici. Jean vive l’amicizia con Marcel come una compensazione alla felicità mancata, sempre rimandata nell’infanzia e nell’adolescenza. Marcel, invece, non ha mai conosciuto il padre ed è una voragine quel vuoto. Soggiogato dall’amore soffocante della madre e dalla possessività dell’amico, conduce un’esistenza piatta, insignificante, indegna del suo valore. Poi, però, un giorno per Marcel arriva la gioia, una gioia che quasi non si osa dire ad alta voce. È Momoko, una donna giapponese, anche lei con un segreto doloroso che ha segnato la sua storia personale, eppure determinata a fare della propria vita la loro, rovesciando l’Oriente nell’Occidente di Marcel e insegnandogli un diverso modo d’essere e di amare. Tuttavia la gioia è complicata da gestire, soprattutto quella altrui, e quando appartiene solo a due persone, essa sa scatenare sentimenti d’odio e di vendetta in chi sta loro accanto. 

Titolo: Rifugio
Autore: Dina Nayeri
Casa editrice: Piemme Edizioni
Pag.: 336
Costo: 18,50

«LA PROSA DI NAYERI INCANTA MUOVENDOSI AGILMENTE TRA IRONIA E INTROSPEZIONE». Publishers Weekly

«UN ROMANZO RICCO, COLORATO, INTIMO E IMPORTANTE, SCRITTO CON L’URGENZA CHE SI RISERVA ALLE STORIE VERE.» The New York Times

«CRISTALLINO, VIVIDO, COMMOVENTE. UN ROMANZO CHE VI TOCCHERÀ NELL’INTIMO, POCO IMPORTA DA QUALE PAESE VENIATE.» Los Angeles Review of Books

Nilu è solo una bambina quando è costretta a lasciare la sua casa, in Iran, e partire per l’America. L’Oklahoma. Un posto sconosciuto dove, con la madre e il fratello, deve già imparare, così piccola, a ricominciare da capo. Per questo, da quando è arrivata in America, conserva sempre uno zainetto pieno delle sue cose: non si sa mai quando bisognerà scappare di nuovo, né quando, finalmente, comincerà il lungo viaggio per tornare a casa. A casa, dov’è rimasto suo padre Bahman: è convinta che presto lo raggiungerà, e non vede l’ora. Ma Nilu non sa che Bahman è rimasto in Iran perché per lui le radici sono una cosa potente, e che negli anni a seguire, in tutta la sua lunga vita di figlia, vedrà suo padre solo una manciata di volte, nei posti diversi dove la vita la porterà. Dall’America all’Europa, ad Amsterdam, dove incontrerà rifugiati provenienti da ogni Paese, in un mondo cambiato dall’undici settembre, Nilu cercherà sempre di riavvicinarsi a quel padre rimasto “a casa”. Forse perché, nonostante tutto ciò che è riuscita a ottenere nella vita – lo studio, l’amore, un lavoro che la appassiona –, quello è l’unico modo per tornarci un po’ anche lei, a casa, e trovare finalmente il rifugio che non ha mai avuto.








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