mercoledì 26 aprile 2017

Recensione: Un uomo da odiare di Miriam Formenti

Titolo: Un uomo da odiare
Autore: Miriam Formenti
Casa editrice: /
Pag: 270
Costo: 0,00 kindle unlimated, 0,99 ebook
















Trama
Le guerre tra Federico I di Svevia e i comuni lombardi fanno da sfondo a una storia d’amore e di odio fra una giovane nobildonna milanese, ormai considerata solo merce di scambio, e il barone svevo a cui è stata donata. Lui desidera essere amato, lei vuole soltanto odiarlo. Un romanzo ricco di avvenimenti nel quale si intrecciano le vite di conquistatori e vinti, con i loro sogni e le loro vendette.

“Lo desideravo tanto, ma non volevo accettare uno svevo. Sono stata una ribelle cieca e stupida, convinta che una milanese non potesse innamorarsi di un nemico. Ero piena di pregiudizi e non sapevo che per il cuore non esiste patria, non esiste orgoglio. Non sapevo che si potesse uccidere per amore”.


Il mio commento

Come sempre i romanzi romance-historical hanno un posto particolare nel mio cuore, se poi il periodo storico è quello federiciano, beh... la mia curiosità è maggiore.
Anche in questo libro l'autrice mi ha coinvolta, interessante il modo di scrivere, avvolgente la storia tra i protagonisti, descrizione storica e ambientale ottima.
Regina Celeste Balestrieri è l'eroina di questo romanzo insieme a Stephan Deinburg, barone di Hezen.
Regina viene catturata da Hans Deinburg, fratello di Stephen, e donata come bottino di guerra proprio al barone.


Era alto e possente, con addosso una tunica scura, fermata ai fianchi da una cintura di pelle. 
Era giovane, certamente sotto i trent'anni, e chiaro di capelli, che portava lisci e lunghi fin quasi all'attaccatura delle spalle ampie.
Il viso era bello, scurito dal sole dell'estate appena passata;
il mento deciso e la bocca sottile e dura, proprio come gli occhi chiarissimi sovrastati da folte sopracciglia bionde, che in quel momento la guardavano attenti.
Hans l'aveva descritta di rara bellezza, con occhi d'ametista e capelli d'ebano, mite e rassegnata come un agnello al sacrificio. Una vera tentazione!
L'incontro tra Regina e Stephan non è certamente dei migliori, ma sin dal primo momento...
I romanzi storici, tendono a calcare la mano proprio sul modo di trattare le donne in quel periodo, che come sappiamo è molto particolare, ma io questa volta non voglio parlare di ciò, voglio parlare della passione, dell'amore, del tormento che in questa storia viene fuori, della testardaggine di entrambi i protagonisti...

L'amava.
L'amava a modo suo, ma l'amava.
Non si sarebbe mai inginocchiato ai suoi piedi implorando la sua devozione, e l'avrebbe ancora mortificata soltanto per piegarlaa sé;
ma l'amava, come non aveva mai creduto di poter amare.

Stephan è un personaggio classico del tempo, uno di quegli uomini dediti alla guerra, alla fatica e non al sollazzo o solo al piacere, ma con Regina è diverso...

La ragione non voleva, ma il suo corpo cedeva troppo in fretta, mentre le dita che la sfioravano e le labbra che seguivano lo stesso cammino la lasciavano senza fiato, ansiosa di rivivere degli attimi meravigliosi che solo lui poteva darle.

Sin dall'inizio tra Regina e Stephan è guerra, sentimenti contrastanti, paure, ma laddove la ragione riesce, il cuore e il corpo rispondono diversamente e così, non le resta che cedere a quel tocco che la riempie, che la fa sentire donna, che le fa dimenticare anche se per poco il passato.
Un amore amaro, violento, dolce e passionale, un sentimento potente che li lega oltre l'immaginabile, oltre le distanze.
Tra scontri, soprusi, paure, un amore travolgente, che supera i confini, che segue vie traverse questo è Un uomo da odiare, divori ogni singola pagina, ogni dialogo lo fai tuo, e capitolo dopo capitolo vorresti intervenire in quella storia, vorresti essere partecipe di quella storia.

Se volete conoscere la mia opinione anche del romanzo Capelli di luna, cliccate qui












2 commenti:

  1. Grazie per questo spazio, Floriana, anche questa volta hai saputo comprendere perfettamente il carattere dei miei personaggi. Bellissima recensione.

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