Titolo: La valle delle bambole
Autore: Jacqueline Susann
Casa editrice: Sonzogno
Collana: Bittersweet
Pag.: 528
Costo: 19,00
«Il libro scandalo che cinquant’anni fa scosse l’America, ebbe un colossale successo, e aprì la strada a Sex and the City e Mad Men»
Irene Bignardi
«Gli anni Sessanta verranno ricordati per Andy Warhol, i Beatles e me»
Jacqueline Susann
«Magnetico. Uno di quei libri che non riesci a mettere giù»
Nora Ephron
«Jackie intuì che i suoi lettori erano maturi per assaporare il lato più crudo dell’amore…»
Michael Korda, The New Yorker
La Seconda guerra mondiale è finita da poco e - per chi è giovane e intraprendente come Anne, Neely e Jennifer - New York rappresenta il Grande Sogno. Le tre ragazze, che arrivano dalla provincia americana, approdano a Manhattan per cercare fortuna. E, a loro modo, la trovano: una recita nei musical di Broadway, un’altra lavora nella pubblicità, la terza riesce a sposare un attore-cantante famoso. Poco per volta, però, la buona sorte le abbandona. E allora, per tirare avanti, l’unica consolazione restano le “bambole” ovvero, nel gergo di quegli anni, le pasticche che servono a trovare un po’ di pace o di eccitazione. Finché anche quelle non si trasformano in uno strumento di autodistruzione… Pubblicato nel 1966, La valle delle bambole di Jacqueline Susann fu uno dei piùclamorosi casi editoriali della letteratura americana, arrivando a vendere nel mondo oltre 30 milioni di copie (come Via col vento). Al grande successo contribuiva l’aura scandalosa di una prosa che metteva in scena, con linguaggio schietto, storie d’amore e di sesso, ma che, soprattutto, intercettava i cambiamenti nei costumi di massa. L’autrice era un’esordiente non più giovanissima, eppure incantava poiché riusciva a toccare, con voce autentica e senza autocensure, i temi brucianti della vita delle donne: il piacere, il lavoro, l’amore, il matrimonio. Non è dunque strano che oggi figure influenti come Gloria Steinem e Lena Dunham abbiano incoronato il libro di Jacqueline Susann come un classico della cultura pop. Un classico che oggi, a cinquant’anni di distanza, ha ancora molto da dire.
Nessun commento:
Posta un commento