Autore: Jessica Brockmole
Casa editrice: Nord
Pag.: 370
Costo: 18,00
Trama
Quando Clare arriva in Francia, la prima cosa che pensa è che i colori siano tutti sbagliati. Non c'è traccia del rassicurante grigio della sua Scozia, ed è come se lei fosse stata catapultata in un mondo estraneo, troppo brillante. L'unico colore che fin da subito la fa sentire a casa è il castano profondo degli occhi di Luc, il figlio degli amici di famiglia presso cui Clare è ospite. Grazie alla passione comune per l'arte e la pittura, durante una magica, intensa estate, tra Luc e Clare s'instaura un rapporto di tenera amicizia; giorno dopo giorno, Luc tinge la vita di Clare di una sfumatura nuova e vivace, mentre Clare tratteggia i contorni di un'emozione che Luc non aveva mai provato prima. Ancora non lo sanno, ma quella sarà l'ultima estate spensierata della loro giovinezza. Ben presto, infatti, sull'Europa calerà l'ombra oscura della guerra, che porterà Luc a combattere in trincea e richiamerà Clare in Scozia. Ma non importa quanti anni dovranno passare e quante difficoltà dovranno superare: Luc e Clare non smetteranno mai d'inseguire il sogno di poter tornare a dipingere insieme il loro futuro. Perché nemmeno un conflitto epocale può separare ciò che l'amore ha unito...
Doppia recensione
Iaia
Clare Ross, 15 anni, scozzese, è ospite in Francia dalla
famiglia Crepet. Suo padre è morto e la madre se ne è andata via quando lei era
piccola. In un castello un po' fatiscente della campagna francese, Clare trascorre
un'estate che ricorderà per sempre e stringerà una forte amicizia con Luc
Crepet, 19 anni, studente a Parigi. I genitori di Luc sono artisti, il papà è
un pittore, la mamma una scultrice e il figlio si diletta a disegnare, ma anche
Clare non è da meno, è brava e con i consigli di questa famiglia migliora la
sua capacità fino a che un giorno il nonno materno viene a prenderla per
tornare in Scozia. I ragazzi si scrivono spesso e raccontano il loro quotidiano
con le speranze e le delusioni tipiche dell'età. Poi la corrispondenza si interrompe quasi del tutto, perché scoppia la 1^ guerra mondiale che porterà a Luc, in
particolar modo, tanta sofferenza. Si rincontreranno per caso a Parigi e da lì
ricominceranno a frequentarsi, trasformando il sentimento che provavano quando
erano giovani in qualcosa di più profondo.
E' una bella storia. Luc mi ha fatto sempre tanta tenerezza,
specialmente quando, ferito al viso, cerca di sopravvivere, lontano da tutti e
nascondendo il volto a chi lo circonda. E' a causa di ciò che riesce a
trovare Clare, lei lavora in un laboratorio che crea maschere ai mutilati di
guerra ed è così che riesce anche ad arrivare di nuovo al cuore di Luc. La
prima parte del libro è un po' lenta ma serve come base per far capire come i
due ragazzi si sentano uniti, poi c'è la fase della guerra che traccia solchi
di tristezza e infine c'è la rinascita del sentimento.
E' raccontato a capitoli alternati dai punti di vista dei due
protagonisti così si viene a conoscenza sia della malinconia continua di Luc, sia
dell'esuberanza di Clare.
Secondo me mancano dei piccoli tasselli che avrei gradito
fossero stati approfonditi, tra cui quello in cui la mamma di Luc non fa sapere
al figlio che Clare le ha scritto chiedendo anche sue notizie.
Nel complesso mi è piaciuto, è un libro un po' triste.
Manuela
“Chi
ha detto che i sogni debbano essere concreti?
Se lo fossero, non dovremmo
nasconderli nel cuore della notte”
Ho voluto iniziare
questa recensione con questa citazione perché questo libro parla di sogni,
sprona a realizzarli ed è un “viaggio” nell’anima per afferrarli.
È vero che questo
romanzo spinge verso la realizzazione dei sogni di tutti i protagonisti, anche
di quelli secondari, ma non è un racconto intimista. Devo dire che è una storia
molto realistica, molto vera.
Di solito non amo i
romanzi storici, ma questo è diverso… questo è poetico. Tratteggia la storia
della Grande Guerra in modo artistico. Non racconta nei dettagli gli eventi
storici della guerra, ma fa respirare tutti gli aspetti che si leggono di
sfuggita nei libri scolastici. Descrive la vita in trincea, ma anche quella dei
familiari in attesa a casa. Illustra, ed è la parola giusta tanto rende vive le
immagini nella tua mente, il senso di desolazione dei paesaggi devastati dal
passaggio dei soldati. Racconta anche il “ritorno alla normalità” dei reduci,
specie quelli mutilati, ma anche dei loro familiari.
Tutto questo fa da
sfondo, non solo da cornice, alla storia di Clare e Luc. Due ragazzini che si
incontrano per una sfortunata situazione, che diventano amici e che
attraversano il periodo della guerra con le loro paure per poi ritrovarsi da
adulti… Quando si ritrovano, recuperano la loro amicizia che nel frattempo è
cresciuta e si è trasformata in qualcosa di più solido, non smettono di
spronarsi e insieme superano la devastazione che la Grande Guerra ha portato
nel loro mondo.
Il racconto è
descritto in prima persona con i punti di vista di Clare e Luc, è raccontato al
passato, come se i due protagonisti ripercorressero la loro storia una volta
arrivati alla fine.
Il romanzo si divide
in più parti. La parte prima racconta il periodo del loro incontro nell’estate
del 1911. La parte seconda (1911-13) è un epistolario che tiene in contatto
Clare e Luc quando la vita li tiene divisi, lei in giro per il mondo con il
nonno e lui in procinto di partire per la guerra. La parte terza (1913-1918)
racconta la guerra attraverso gli occhi di Luc che si trova nelle trincee in
prima linea e anche attraverso i racconti di Clare che è tornata in Scozia e ha
iniziato a studiare arte, suo grande sogno. La parte quarta (1919) racconta il
ritorno dei reduci e in modo a particolare di Luc, ma descrive anche il ritorno
a Parigi di Clare, che ora lavora per un laboratorio che cerca di aiutare i
mutilati di guerra. È in questo laboratorio che Luc e Clare si incontrano di
nuovo e anche se diversi si riconoscono. La parte quinta (1919) racconta come
Luc supera la sua “devastazione” fisica e morale causata dalla guerra e della
forza di Clare che sostiene lui in questo momento di crescita. L’epilogo (1922)
è, il mio preferito, una bellissima lettera di Clare al nonno. In questa
lettera Clare supera molti dei suoi dubbi e delle sue paure.
Tutti i personaggi
sono ben delineati, anche i personaggi secondari hanno spessore. Bellissime
sono le descrizioni dei paesaggi, respiri proprio l’atmosfera. Ti ritrovi a
percorrere le strade di Parigi.
Non avevo
letto mai niente di questa autrice, devo dire che questo romanzo è molto bello. Non è
solo la storia romanzata di Luc e Clare, ma è la storia di un mondo in
difficoltà. Ben delineato, senza eccessi. Scorrevole nella lettura e
coinvolgente. Sicuramente un buon libro da leggere.
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