lunedì 6 giugno 2016

Trame e opinioni: Non ti dirò mai addio di Jessica Brockmole

Titolo: Non ti dirò mai addio
Autore: Jessica Brockmole
Casa editrice: Nord
Pag.: 370
Costo: 18,00














Trama
Quando Clare arriva in Francia, la prima cosa che pensa è che i colori siano tutti sbagliati. Non c'è traccia del rassicurante grigio della sua Scozia, ed è come se lei fosse stata catapultata in un mondo estraneo, troppo brillante. L'unico colore che fin da subito la fa sentire a casa è il castano profondo degli occhi di Luc, il figlio degli amici di famiglia presso cui Clare è ospite. Grazie alla passione comune per l'arte e la pittura, durante una magica, intensa estate, tra Luc e Clare s'instaura un rapporto di tenera amicizia; giorno dopo giorno, Luc tinge la vita di Clare di una sfumatura nuova e vivace, mentre Clare tratteggia i contorni di un'emozione che Luc non aveva mai provato prima. Ancora non lo sanno, ma quella sarà l'ultima estate spensierata della loro giovinezza. Ben presto, infatti, sull'Europa calerà l'ombra oscura della guerra, che porterà Luc a combattere in trincea e richiamerà Clare in Scozia. Ma non importa quanti anni dovranno passare e quante difficoltà dovranno superare: Luc e Clare non smetteranno mai d'inseguire il sogno di poter tornare a dipingere insieme il loro futuro. Perché nemmeno un conflitto epocale può separare ciò che l'amore ha unito...

Doppia recensione


Iaia

Clare Ross, 15 anni, scozzese, è ospite in Francia dalla famiglia Crepet. Suo padre è morto e la madre se ne è andata via quando lei era piccola. In un castello un po' fatiscente della campagna francese, Clare trascorre un'estate che ricorderà per sempre e stringerà una forte amicizia con Luc Crepet, 19 anni, studente a Parigi. I genitori di Luc sono artisti, il papà è un pittore, la mamma una scultrice e il figlio si diletta a disegnare, ma anche Clare non è da meno, è brava e con i consigli di questa famiglia migliora la sua capacità fino a che un giorno il nonno materno viene a prenderla per tornare in Scozia. I ragazzi si scrivono spesso e raccontano il loro quotidiano con le speranze e le delusioni tipiche dell'età. Poi la corrispondenza si interrompe quasi del tutto, perché scoppia la 1^ guerra mondiale che porterà a Luc, in particolar modo, tanta sofferenza. Si rincontreranno per caso a Parigi e da lì ricominceranno a frequentarsi, trasformando il sentimento che provavano quando erano giovani in qualcosa di più profondo.
E' una bella storia. Luc mi ha fatto sempre tanta tenerezza, specialmente quando, ferito al viso, cerca di sopravvivere, lontano da tutti e nascondendo il volto a chi lo circonda. E' a causa di ciò che riesce a trovare Clare, lei lavora in un laboratorio che crea maschere ai mutilati di guerra ed è così che riesce anche ad arrivare di nuovo al cuore di Luc. La prima parte del libro è un po' lenta ma serve come base per far capire come i due ragazzi si sentano uniti, poi c'è la fase della guerra che traccia solchi di tristezza e infine c'è la rinascita del sentimento.
E' raccontato a capitoli alternati dai punti di vista dei due protagonisti così si viene a conoscenza sia della malinconia continua di Luc, sia dell'esuberanza di Clare.
Secondo me mancano dei piccoli tasselli che avrei gradito fossero stati approfonditi, tra cui quello in cui la mamma di Luc non fa sapere al figlio che Clare le ha scritto chiedendo anche sue notizie.
Nel complesso mi è piaciuto, è un libro un po' triste.



Manuela

“Chi ha detto che i sogni debbano essere concreti? 
Se lo fossero, non dovremmo nasconderli nel cuore della notte”

Ho voluto iniziare questa recensione con questa citazione perché questo libro parla di sogni, sprona a realizzarli ed è un “viaggio” nell’anima per afferrarli.
È vero che questo romanzo spinge verso la realizzazione dei sogni di tutti i protagonisti, anche di quelli secondari, ma non è un racconto intimista. Devo dire che è una storia molto realistica, molto vera.
Di solito non amo i romanzi storici, ma questo è diverso… questo è poetico. Tratteggia la storia della Grande Guerra in modo artistico. Non racconta nei dettagli gli eventi storici della guerra, ma fa respirare tutti gli aspetti che si leggono di sfuggita nei libri scolastici. Descrive la vita in trincea, ma anche quella dei familiari in attesa a casa. Illustra, ed è la parola giusta tanto rende vive le immagini nella tua mente, il senso di desolazione dei paesaggi devastati dal passaggio dei soldati. Racconta anche il “ritorno alla normalità” dei reduci, specie quelli mutilati, ma anche dei loro familiari.
Tutto questo fa da sfondo, non solo da cornice, alla storia di Clare e Luc. Due ragazzini che si incontrano per una sfortunata situazione, che diventano amici e che attraversano il periodo della guerra con le loro paure per poi ritrovarsi da adulti… Quando si ritrovano, recuperano la loro amicizia che nel frattempo è cresciuta e si è trasformata in qualcosa di più solido, non smettono di spronarsi e insieme superano la devastazione che la Grande Guerra ha portato nel loro mondo.
Il racconto è descritto in prima persona con i punti di vista di Clare e Luc, è raccontato al passato, come se i due protagonisti ripercorressero la loro storia una volta arrivati alla fine.
Il romanzo si divide in più parti. La parte prima racconta il periodo del loro incontro nell’estate del 1911. La parte seconda (1911-13) è un epistolario che tiene in contatto Clare e Luc quando la vita li tiene divisi, lei in giro per il mondo con il nonno e lui in procinto di partire per la guerra. La parte terza (1913-1918) racconta la guerra attraverso gli occhi di Luc che si trova nelle trincee in prima linea e anche attraverso i racconti di Clare che è tornata in Scozia e ha iniziato a studiare arte, suo grande sogno. La parte quarta (1919) racconta il ritorno dei reduci e in modo a particolare di Luc, ma descrive anche il ritorno a Parigi di Clare, che ora lavora per un laboratorio che cerca di aiutare i mutilati di guerra. È in questo laboratorio che Luc e Clare si incontrano di nuovo e anche se diversi si riconoscono. La parte quinta (1919) racconta come Luc supera la sua “devastazione” fisica e morale causata dalla guerra e della forza di Clare che sostiene lui in questo momento di crescita. L’epilogo (1922) è, il mio preferito, una bellissima lettera di Clare al nonno. In questa lettera Clare supera molti dei suoi dubbi e delle sue paure.
Tutti i personaggi sono ben delineati, anche i personaggi secondari hanno spessore. Bellissime sono le descrizioni dei paesaggi, respiri proprio l’atmosfera. Ti ritrovi a percorrere le strade di Parigi.
Non avevo letto mai niente di questa autrice, devo dire che questo romanzo è molto bello. Non è solo la storia romanzata di Luc e Clare, ma è la storia di un mondo in difficoltà. Ben delineato, senza eccessi. Scorrevole nella lettura e coinvolgente. Sicuramente un buon libro da leggere.


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