sabato 9 aprile 2016

Trame e opinioni: La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano

Titolo: La solitudine dei numeri primi
Autore: Paolo Giordano
Casa editrice: Mondadori

Collana: Oscar Mondadori
Pag.: 304
Costo: 15,00













Trama
Alice è una bambina obbligata dal padre a frequentare la scuola di sci. È una mattina di nebbia fitta, lei non ha voglia, il latte della colazione le pesa sullo stomaco. Persa nella nebbia, staccata dai compagni, se la fa addosso. Umiliata, cerca di scendere, ma finisce fuori pista spezzandosi una gamba. Resta sola, incapace di muoversi, al fondo di un canale innevato, a domandarsi se i lupi ci sono anche in inverno. Mattia è un bambino molto intelligente, ma ha una gemella, Michela, ritardata. La presenza di Michela umilia Mattia di fronte ai suoi coetanei e per questo, la prima volta che un compagno di classe li invita entrambi alla sua festa, Mattia abbandona Michela nel parco, con la promessa che tornerà presto da lei. Questi due episodi iniziali, con le loro conseguenze irreversibili, saranno il marchio impresso a fuoco nelle vite di Alice e Mattia, adolescenti, giovani e infine adulti. Le loro esistenze si incroceranno, e si scopriranno strettamente uniti, eppure invincibilmente divisi. Come quei numeri speciali, che i matematici chiamano "primi gemelli": due numeri primi vicini ma mai abbastanza per toccarsi davvero. Un romanzo d'esordio che alterna momenti di durezza e spietata tensione a scene rarefatte e di trattenuta emozione, di sconsolata tenerezza e di tenace speranza.


Il commento di Manuela

Mai libro fu più triste. Dalla prima frase all’ultima. Ci tenevo tanto a leggere questo libro, che mi era stato consigliato... quindi ho iniziato a leggerlo con tante aspettative. Ero felice di questa lettura, anche perché per tanti mesi era rimasta nella lista dei “libri da leggere”... e poi sono rimasta sconvolta. Già dal primo episodio, quello che ci presenta Alice, la prima protagonista di questa storia. Poi il secondo episodio, dove entra in scena Mattia, ha letteralmente squassato il mio cuore. Ho iniziato la lettura del terzo capitolo titubante... e più leggevo la storia più rimanevo scioccata. Si parla di solitudine, una solitudine profonda, senza soluzione.
Alice e Mattia sono i due protagonisti di questo romanzo. Due ragazzi soli, considerati strani, a renderli strani è il loro passato e la loro tragedia che ha toccato ognuno di loro fin nella profondità dell’anima. Alice è una ragazza anoressica.

L’idea di poter diventare tanto sottile da essere invisibile le procurò una piacevole stretta allo stomaco.

Mattia è un sociopatico, autolesionista, che si chiude sui libri, specie quelli di matematica.

Studiare gli piaceva perché puoi farlo da solo, 
perché tutte le cose che studi sono già morte, fredde e masticate.

Le loro vite si incrociano o meglio si lambiscono come una tangente. Sono vicini, ma mai uniti. Sono soli, di una solitudine profonda. Studiando i numeri primi, Mattia si convince che essi siano come i “numeri primi gemelli”.

Mattia pensava che lui e Alice erano così, 
due numeri gemelli, soli e perduti, vicini ma non abbastanza per sfiorarsi davvero.

Alice e Mattia si incontrano per caso, ma si riconoscono, rivedono uno nell’altra la propria solitudine.

Perché lei e Mattia erano uniti da un filo elastico e invisibile, sepolto sotto un mucchio di cose di poca importanza, un filo che poteva esistere soltanto fra due come loro: 
due che avevano riconosciuto la propria solitudine l’uno nell’altra.

E’ il primo libro che leggo di questo autore. Ha uno stile molto semplice, si legge senza difficoltà. I capitoli sono brevi. Le frasi ben collegate e chiare. Non è molto scorrevole, ma forse a causa dei temi trattati. E’ un libro triste, molto triste, ti fa vedere le vicende come se debbano accadere per forza, come se quello fosse il loro cammino naturale.
E’ un romanzo che non puoi leggere “tanto per...”, ha un peso specifico molto forte, devi essere preparato ad affrontarlo. 

1 commento:

  1. ho amato questo libro, in tutta la sua tristezza che è immensa. Ma mi è entrato dentro

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