mercoledì 11 febbraio 2015

Trame e opinioni: Il libro dei ricordi perduti di Louise Walters

Titolo: Il libro dei ricordi perduti
Autore: Louise Walters
Casa editrice: Corbaccio
Pag.: 298
Costo: 16,40













TRAMA
Roberta lavora nella libreria Old and New. I libri per lei hanno un suono e un odore tutto loro e, soprattutto, parlano: raccontano storie che vanno oltre quelle stampate e Roberta ama riporli con cura negli scaffali e raccogliere le foto, le lettere e le cartoline che trova nascoste all'interno di quelli usati. Un giorno il padre le porta una valigia con dei vecchi libri di Dorothea, la nonna di Roberta, e lei trova una lettera firmata dal nonno Jan, che apparentemente non sembra avere molto senso. E indirizzata a Dorothea, che da due anni vive in una casa di riposo, ma contiene elementi che non coincidono con quello che Roberta ha sempre saputo della famiglia del padre. Cercando di dare un senso a quelle parole e all'oscuro segreto che custodiscono, Roberta rivive la tormentata storia d'amore della nonna ai tempi della seconda guerra mondiale senza rendersi nemmeno conto che sta mettendo ordine nella sua stessa vita. Lei, che ama guardare nelle vite degli altri, adesso è costretta a guardare nella propria e ad aprirsi agli altri mettendo a nudo la sua sensibilità, il suo dolore, la sua rabbia. Adesso vuole conoscere la verità, vuole dipanare ogni dubbio e vivere pienamente la propria vita senza la zavorra di cose non dette, passioni mai dichiarate, segreti che possono restare intrappolati dentro di noi.


IL COMMENTO DI PATRIZIA
"I libri raccontano tante storie oltre a quelle stampate sulle pagine. 
I libri hanno un odore, un loro suono, parlano. 
In questo momento avete in mano un oggetto che vive, respira e sussurra: un libro."

E con questa premessa mi aspettavo un libro meraviglioso, ricco di emozioni e passioni che solo l'amore per i libri può dare, invece come si usa dire di questi tempi è stato "un deludendo in deludendo".
Noioso all'inverosimile, pagine e pagine che non mi hanno trasmesso nulla, l’unica parte piacevole sono state alcune pagine sulla vita della nonna Dot e della Seconda Guerra Mondiale.
Roberta, la protagonista, è una ragazza semplice, che adora i libri (sinceramente pare anche ben svampita), con un padre ammalato di cui sembra vergognarsene, una mamma che ha abbandonato la famiglia, quando lei aveva 6 anni, e che riappare nelle ultime pagine come se fosse la cosa più naturale del mondo. (Le due si rincontrano dopo più di 30 anni e sono amiche per la vita… la cosa ha un po' dell'assurdo, un minimo di emozione uno la dovrebbero pur provare?)
La passione di Roberta sono soprattutto i libri vecchi, quelli con un passato, quelli che tra le pagine, oltre alla storia descritta contengono altre storie attraverso post-it, lettere, cartoline dimenticate. Lavora nella libreria Old and New da ben 11 anni, e colleziona questi ricordi lasciati nei vecchi libri come se attraverso di essi potesse sognare e vivere le emozioni di altre persone (e ciò è veramente triste, mi dà un senso di solitudine incredibile).
In un libro lasciatole dal padre trova una lettera firmata dal nonno Jan, indirizzata alla sua Dorothea, la cosa strana è che la lettera riporta alcune incongruenze rispetto alla storia della sua famiglia, e inoltre, è datata il giorno successivo alla morte del nonno. Da qui la trama si divide in due direzioni parallele: da un lato abbiamo la storia di Roberta che a ritroso cerca di capire cosa sia successo davvero nel passato della sua famiglia (non è che ci metta tutto questo gran impegno, ha paura di chiedere al padre, trova scuse su scuse per ritardare), e dall'altra conosciamo la nonna Dot (o babunia).
La nonna Dorothea ci dimostra quanto difficile può essere vivere circondati dal dolore, dal terrore e dalla paura che una guerra provoca in ogni animo. Le pagine più interessanti ed emozionanti riguardano proprio questa donna, fuori dagli schemi di quell'epoca. Vedremo come sarà difficile andare avanti e combattere per cercare la felicità in uno scenario di sofferenza e desolazione.
"…ma tutto può finire, Jan. 
Ho dovuto accettare questo nella mia vita. 
Non ci si può fidare di nessuno e di niente, non è così che funziona."

Considerato che parliamo di una donna di neanche 40 anni, coraggiosa e forte, si ritrova anche lei a combattere la desolazione. Sicuramente è il personaggio meglio descritto e più approfondito del libro.
"Sono stanca del nulla, nulla mi spaventa, mi sorprende o mi allieta".

 Roberta dopo 11 anni che lavora per Philiph, al momento delle dimissioni si rende conto di amarlo, ora mi sembra impossibile che noi donne siamo così tonte e lente di comprendonio. Con la morte del padre malato da tempo, personaggio poco delineato, apparentemente debole e inutile, Roberta cade in depressione:
"sono sola al mondo, e vivo tra le macerie della vita che mi sono costruita".

"…non riesco a guardare avanti. 
Non riesco a guardare di lato. 
Riesco a guardare solo indietro, a un passato che si sta svelando lentamente".

Negli ultimi capitoli tutto scorre veloce, una scena dopo l’altra, senza dettagli, ritmo, sentimenti.
Sinceramente non lo consiglio, peccato, perché poteva essere veramente un buon libro visto l’idea iniziale così originale.

1 commento:

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