Autore: Serena Petrignarnelli
Casa editrice: NNE
Pag.: 352
Costo: 18,00
Solo i ragazzini sanno davvero cos'è la fine dell'estate. Lo sanno bene anche i ragazzini del Quartiere, che ai primi di giugno ronzano per le strade in cerca di nuove avventure. Ma Augusto e Pietro una nuova avventura segreta l'hanno già in mente: costruire un motore a gasogeno da montare su una macchina. Perché là fuori, intanto, infuriano i bombardamenti, gli uomini sono chiamati alle armi e a poco a poco le case si svuotano e la benzina inizia a mancare, così come il cibo e gli altri beni di prima necessità. Ma quando una macchina compare, a reclamarla c'è Sorchelettrica, una delle prostitute che abitano nelle baracche, e Pietro e Augusto non possono toccarla a meno di non portare alla luce la verità su quel cadavere bianco come un lampo che è stato ritrovato alla marrana. Accanto ai due amici ci sono Semiramide e Clementina, appena arrivate nel Quartiere con la madre, e Michele e Virginia, che si attraggono e respingono a vicenda. "La fine dell'estate" è un romanzo che costruisce un universo a misura di ragazzino, fatto di avventure simili a sogni ad occhi aperti ma precoci e reali come un viaggio nel tempo.
Augusto e Pietro sono due ragazzini di 11 anni impegnati a
trovare qualcosa da fare per trascorrere l'estate. Loro abitano nel Quartiere,
in campagna, dove la guerra non è ancora arrivata con le bombe, ma ha già
toccato le famiglie col rastrellamento degli uomini che possono andare a
combattere e con la scarsità del cibo e della benzina. Essendo bambini non si
preoccupano più di tanto di questi problemi, e le loro energie vengono
calamitate su una macchina a cui vogliono modificare il motore che da benzina
possa muoversi a carbone. Vengono aiutati da un meccanico e il loro sogno
comincia a trasformarsi in realtà.
Devo dire che il libro è scritto in modo che i pensieri dei
protagonisti siano veritieri e realistici, ma come storia mi ha lasciato molto
perplessa. Ci sono alcune vicende che mi hanno lasciato dei dubbi.
Ad esempio: sia la madre di Augusto che quella di Pietro se
ne vanno lasciando soli i ragazzi (avevano cose importanti da fare, ma non si
sa quanto dura questo viaggio). I protagonisti hanno 11 anni e non hanno altri
a cui possano essere affidati. Si è in tempo di guerra e non mi pare logico e
responsabile un simile comportamento. L'epilogo del libro non fa capire cosa
succede sia ai protagonisti che agli altri personaggi. Sarà che non gradisco
una storia senza schema, ma questa mi ha lasciata veramente insoddisfatta.
Forse l'autrice ha una visione diversa dalla mia sulla conclusione di un
romanzo, ma preferisco sapere che fine facciano i vari attori senza lasciare il
lettore a immaginare l'idea dell'epilogo.
Iaia
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