Autore: Vi Keeland
Casa editrice: Sperling & Kupfer
Pag.: 312
Costo: 9,90
Quando Rachel incontra per caso, nel pub dove la sera lavora come cameriera, l'uomo che ha ammaliato la sua migliore amica senza confessarle di essere sposato, lei proprio non riesce a nascondere il suo disappunto. E così, quando lui, sentendosi osservato, le si avvicina, Rachel gli riversa addosso chiaramente quello che pensa di tutti gli uomini del suo genere: bugiardi, imbroglioni ed egocentrici. Peccato che ci sia stato un errore, e l'affascinante uomo in questione non sia quello giusto. Rachel vorrebbe scomparire. Per fortuna, le probabilità di rivederlo sono pressoché nulle. In teoria. Perché, quando il mattino dopo Rachel arriva in università per affrontare la sua prima lezione come assistente del professor Caine West, beh, lui altri non è che la vittima della sua scenata. Il primo sguardo tra i due, nell'aula gremita di studenti, è come una scarica elettrica. E, nonostante tutto, il professor West si ritroverà presto a infrangere tutte le regole del campus per lei.
Ed eccomi qui a parlarvi di questo nuovo (non proprio) romanzo firmato Vi Keeland, unica mano scrivente (alcuni sono scritti a quattro mani con Penelope Ward) e devo dire forse il migliore dei cinque letti finora.
"Ti è mai capitato di ascoltare una canzone per la prima volta, non conosci le parole ma la musica ti è familiare?"...
..."No, una canzone originale che senti per la prima volta ma conosci lo stesso la musica?"
Mi girai a guardarlo.
"Immagino di sì. Volgi dire, tutte le canzoni hanno delle somiglianze. Un giro, un accordo, un riff, un registro o un timbro comune...
...Perché?"
"Tu sei quella canzone. Non conosco nessuna delle parole, però la melodia è dannatamente familiare."
Mi è piaicuta tanto questa parte del discorso tra Rachel e Caine, la musica li accomuna, li avvolge, gli fa capire come essa possa arrivare al cuore anche ascoltandola una sola volta, per la prima volta. Una melodia che ti entra nella mente, ti arriva fino al cuore per poi avvolgerti e non lasciarti andare via.
Caine però ha molte paure, non vuole lasciarsi andare, il suo passato lo perseguita e non riesce a essere completamente sincero con Rachel.
Questa volta ho cominciato la mia recensione in modo diverso perché ho lasciato trascorrere un po' di tempo dalla lettura alla scrittura e purtroppo quando si legge tanto e con generi differenti, magari, le parti che inizialmente avrei voluto scrivere mi sono sfuggite di mano e così (per fortuna avevo segnato questa frase) cominciare in questo modo non mi è dispiaciuto troppo...
L'incontro tra Rachel e Caine non è dei migliori, impulsiva inveisce contro quell'uomo che sembra essere colui che ha preso in giro la sua migliore amica ma purtroppo non è così e il malcapitato non resta che rimanere a bocca aperta davanti alla porta del locale.
Ora, incominciare così il romanzo è un cliché che ritroviamo spesso, infatti, il malcapitato non è altro che il professore che seguirà Rachel nel percorso finale degli studi di musicologia. Devo dire che questa parte sulla musicologia mi ha intrigata parecchio, le funzioni, le metodologie di ascolto che seppur raccontate in modo da incastrarsi con la storia hanno creato un alone di curiosità.
Lo stesso alone misterioso che si stringe sulla figura del professore, chi era prima? E perché è restio a parlare del suo passato?
La storia va avanti un po' su questa riga che vede antrambi presi l'uno dall'altra ma poco restii farsi coinvolgere in modo più profondo, almeno questo sembra inizialmente per entrambi, ma non è così perché Rachel invece...
A inizio recensione vi ho scritto che rispetto agli altri, questo romanzo mi è piaciuto un po' di più rispetto agli altri, la storia è più o meno sempre la stessa, oramai la mano dell'autrice la riconosco, l'ironia dei suoi personaggi, le paure, le attese, ma poi finisce sempre uguale, ma è giusto che sia così. Ora quello che mi è piaciuto è proprio la musicologia, c'è una parte del romanzo, che non starò qui a dirvi, perché se almeno un po' vi ho incuriositi dovete leggerlo, in cui Rachel usa la musica per aiutare, per ricordare, per lenire il dolore...
Ho apprezzato quella parte che ha aiutato in me ad aumentare la mia opinione.
Ora, incominciare così il romanzo è un cliché che ritroviamo spesso, infatti, il malcapitato non è altro che il professore che seguirà Rachel nel percorso finale degli studi di musicologia. Devo dire che questa parte sulla musicologia mi ha intrigata parecchio, le funzioni, le metodologie di ascolto che seppur raccontate in modo da incastrarsi con la storia hanno creato un alone di curiosità.
Lo stesso alone misterioso che si stringe sulla figura del professore, chi era prima? E perché è restio a parlare del suo passato?
La storia va avanti un po' su questa riga che vede antrambi presi l'uno dall'altra ma poco restii farsi coinvolgere in modo più profondo, almeno questo sembra inizialmente per entrambi, ma non è così perché Rachel invece...
A inizio recensione vi ho scritto che rispetto agli altri, questo romanzo mi è piaciuto un po' di più rispetto agli altri, la storia è più o meno sempre la stessa, oramai la mano dell'autrice la riconosco, l'ironia dei suoi personaggi, le paure, le attese, ma poi finisce sempre uguale, ma è giusto che sia così. Ora quello che mi è piaciuto è proprio la musicologia, c'è una parte del romanzo, che non starò qui a dirvi, perché se almeno un po' vi ho incuriositi dovete leggerlo, in cui Rachel usa la musica per aiutare, per ricordare, per lenire il dolore...
Ho apprezzato quella parte che ha aiutato in me ad aumentare la mia opinione.
Floriana
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