Autore: Yamila Abraham
Casa editrice: Quixote Edizioni
Pag.: 154
Costo: 3,79 ebook
Trama
Condannato a venticinque anni per spaccio di cocaina, e rinchiuso in un carcere federale, Ryan Burgess deve adattarsi alla vita della prigione che per lui inizia con l’isolamento. Il giorno in cui assiste all’omicidio a sangue freddo di uno dei detenuti, per un regolamento di conti tra blocchi, decide che ha bisogno di protezione, anche se questo vuol dire affidarsi a Harrison e diventare la sua puttana.
Harrison è rinchiuso in carcere da ben ventiquattro anni. Il suo traffico di droga, all’interno dell’istituto, prospera grazie a guardie corrotte, scambi di favori e soprattutto grazie alla regola numero uno: in prigione ognuno pensa a se stesso.
Quando Ryan gli chiede protezione, specificando che non sarà la sua cagna, Harrison lo asseconda perché, da quando quel ragazzo così giovane è arrivato, ha capito che forse, dopotutto, anche in prigione si può trovare un angolo di felicità.
E quella felicità è il cuore di Ryan.
Harrison è rinchiuso in carcere da ben ventiquattro anni. Il suo traffico di droga, all’interno dell’istituto, prospera grazie a guardie corrotte, scambi di favori e soprattutto grazie alla regola numero uno: in prigione ognuno pensa a se stesso.
Quando Ryan gli chiede protezione, specificando che non sarà la sua cagna, Harrison lo asseconda perché, da quando quel ragazzo così giovane è arrivato, ha capito che forse, dopotutto, anche in prigione si può trovare un angolo di felicità.
E quella felicità è il cuore di Ryan.
Questo libro è molto difficile per me da
recensire, per vari motivi. L'ho letto
velocemente perché lo stile narrativo mi piaceva, la storia mi incuriosiva e
spingeva ad andare avanti, ma troppi elementi non me lo hanno fatto gustare
interamente. Principalmente ho avuto difficoltà a empatizzare con i personaggi.
Poco sviluppati e poco credibili. Le cose per Ryan sono troppo semplici. Un
ragazzo viziato che finisce in prigione e non ha problemi neanche qui. Nonostante
le sue paure non è mai in reale pericolo, quello di cui si lamenta spesso e ciò mi
ha portato a non percepirlo mai nei guai. Non era assolutamente credibile come
cosa. Un bel ragazzo giovane entra in prigione e non è vittima di nessun bullo?
Nessuna violenza viene perpetrata nei suoi confronti? Sarebbe stato più
veritiero se avesse dovuto affrontare più problemi, più contatti con gli altri
detenuti. Mai compreso neanche il reale motivo per cui il “paparino” fosse così
deciso ad aiutarlo. Amore a prima vista? Mah... Da questo anche la loro storia
d'amore non appare, ai miei occhi, molto realistica. Troppo poco romanticismo,
non sono riuscita a sentire i loro sentimenti uscire dalle pagine. Pure il
mondo carcerario non l'ho trovato molto sviluppato e la storia avrebbe potuto
essere ambientata anche fuori da lì.
Il finale, poi, pare buttato a caso senza essere
approfondito a dovere.
Nonostate tutti questi difetti che ho rilevato nel
libro sono aperta a dare un'altra possibilità alla scrittrice perché lo stile
non era male e magari con più pagine avrebbe dato la possibilità di approfondimenti
maggiori.
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