domenica 20 agosto 2017

Trame e opinioni: L'enigma del libro dei morti di Martin Rua

Titolo: L'enigma del libro dei morti
Autore: Martin Rua
Casa editrice: Newton Compton
Pag.: 300
Costo: 2,99 ebook, 9,90 cartaceo
















Trama
Prophetiae Saga
LINGUADOCA, 1548. 

Nei dintorni di Montségur si è diffusa una terribile epidemia. I rimedi del dottor Étienne Domergue non sembrano funzionare. In un ultimo, disperato tentativo di fermare l’ecatombe e porre un freno ai deliri apocalittici di un gruppo religioso, il dottore invia il suo allievo Gaston Arrau in Provenza per chiedere aiuto al più grande esperto di peste in circolazione: Michel Nostradamus. 
FRANCIA, PRIMAVERA DEL 2004. 
A Rennes-le-Château una spedizione guidata dall’archeologo Yves Charpentier porta alla luce una parte del tesoro perduto dei catari, ma i finanziatori dello scavo sequestrano i reperti occultando la scoperta al mondo. 
PARIGI, OGGI.
La Francia è costretta a fronteggiare una drammatica emergenza sanitaria: una malattia simile alla peste, creduta ormai debellata da secoli, sta mettendo in ginocchio il Paese. Il governo sospetta un attacco batteriologico di matrice terroristica e affida il caso all’unità speciale Horus. Eppure, nonostante gli sforzi, la squadra del capitano Khadija Moreau brancola nel buio. Se solo potessero ancora contare sull’aiuto di Luc Ravel, alias Gabriel Nostradamus…

Doppia recensione


Manuela

È difficile recensire un thriller, si rischia sempre di fare un po’ di spoiler...diventa poi molto difficile quando il giallo è così ben scritto e costruito come questo…veramente un romanzo che merita di essere letto.
Nella Francia di oggi il governo è alle prese con un’epidemia di peste, il partito di estrema destra continua ad accusare i migranti siriani di essere i colpevoli del contagio. Il virus che sta appestando i cittadini però è in realtà stato creato in laboratori appartenenti ad una società che è legata al partito di destra, ma soprattutto è un virus legato alla storia di Nostradamus. Per cercare di debellare l’attacco batteriologico entra in gioco la squadra dell’Horus legata all’agente segreto Gabriel “il Solitario”, miracolosamente sopravvissuto all’incendio dell’anno precedente (che è poi l’episodio finale del precedente romanzo “La profezia del libro perduto”).
La storia si apre con un episodio, che poi si scoprirà essere la “scintilla”, avvenuto nel 2004, poi tutto si catapulta ai nostri giorni.
Il romanzo è scritto in modo scorrevole, chiaro e allo stesso tempo accattivante e con un ritmo incalzante. Uno stile che mi fa sempre più apprezzare questo autore. Non ci sono mai momenti di noia, sei sempre lì in tensione in attesa che succeda qualcosa che ti apra uno spiraglio. Inoltre Martin Rua è capace di mescolare passato e presente in una fusione unica e creando un continuum logico. Nel corso della narrazione al tempo contemporaneo inserisce capitoli avvenuti nel medioevo. Gli episodi del passato sono chiarificatori del presente, a volte danno la motivazione di quello che accade ai giorni nostri.
In questo appuntamento ritroviamo i personaggi del precedente capitolo, certo con l’aggiunta di altri. Anche se già sono conosciuti, l’autore li descrive ma bastano pochi tratti per delinearli perfettamente. Questo consente a chi già li ha conosciuti di rinfrescare la memoria e a chi non li conosce di continuare ad apprezzare la storia narrata, e questo a me piace tanto perché non perdi nulla della storia e tutto rimane chiaro e accattivante. Personalmente mi sono affezionata a quasi tutti i personaggi, naturalmente amo i buoni e odio i cattivi (cosa che ho detto all’autore stesso in uno scambio di messaggi, cosa di cui lo ringrazio perché mi è piaciuto tanto parlare con lui in quel modo un po’ informale, anche per lo spoiler lo ringrazio perché poi al momento cruciale ho pianto poco, altrimenti penso che avrei singhiozzato per ore… e io qui non aggiungo altro perché vi toglierei il gusto di apprezzare quella scena). Quando ho scambiato quelle due battute con Martin Rua mi ero lamentata del fatto che io mi stavo affezionando e lui invece me li stava facendo morire tutti, tanto che avevo paura mi “levasse” anche i miei super preferiti come il capitano Khadija Moreau, e infatti chiedevo se per favore facesse fuori invece dei miei paladini quelli che mi stavano antipatici come Yolande Bonard. Poi ci sono i personaggi che mi fanno un po’ pena come Robert La Palud. Chiaramente il mio preferito è Gabriel…un uomo provato dal dolore, dal dolore più forte sia nel corpo che nell’anima. Gabriel “il Solitario”, mai nome in codice fu più azzeccato, soprattutto in questo appuntamento, dopo i precedenti fatti di Parigi, quando è scampato all’incendio rimanendo sfregiato…
Come se l’ustione non fosse altro che l’elmo di quella stessa gelida armatura. Uno schermo tra lui e gli altri, tra lui e il mondo.
Anche il suo cuore è Solitario, perché pieno di dolore…
“il dolore che mi fa sanguinare l’animo richiede un’applicazione di gran lunga maggiore perché non ne venga sopraffatto. Ed è così intenso, talvolta, che offusca le mie capacità precognitive.”
Il dono di Gabriel, quello della divinazione è per lui tanto pesante come lo era per il suo avo Michel de Nostredam, ovvero Nostradamus. In questo appuntamento troviamo molti richiami al medico alchimista e vediamo in primo luogo proprio questo aspetto più scientifico.
“Per quanto io apprezzi gli aspetti più reconditi della conoscenza e m’intrattenga a dialogare con gli astri, spesso la spiegazione dei fenomeni della natura è sotto i nostri occhi.”
Anzi, si vede il lato più umano dell’antico saggio. Bellissime sono le scene in cui compare la moglie Jumelle.
I cattivi sono descritti benissimo, soprattutto sono descritte le loro motivazioni. In questo romanzo viene presentato un chiarimento sulla nascita della “Ligue” partendo proprio dagli episodi del medioevo, le motivazioni del passato poi crescono e si concretizzano nel partito del tempo moderno. Come ogni cattivo che si rispetti, qui la Ligue ha un solo obiettivo…
il più ovvio, ma anche il più agghiacciante dei risultati: il dominio del mondo…
Il romanzo è scritto in terza persona, da un narratore esterno alla storia. Ci sono puntuali riferimenti a fatti di attualità (come spiega nella nota dell’autore  per questioni di storia ha traslato l’attentato a Nizza avvenuto il 14 luglio del 2016 a maggio, ma è una licenza poetica che non disturba affatto) che si legano, fondono, con gli avvenimenti del passato. Le visioni di Gabriel e di Nostradamus vengono presentate in corsivo e servono per chiarire il momento, per dare un piccolo seme per la risoluzione del caso.
L’Epilogo in realtà non chiude la storia, ma apre al prossimo appuntamento (che sinceramente già sto aspettando).
Al termine del romanzo c’è una nota dell’autore, dove egli evidenzia le sue ricerche storiche e anche i riferimenti bibliografici. L’autore dice che chi stava leggendo quella nota era perché era affezionato al suo lavoro. Quando ho letto quelle parole mi è venuto da ridere perché le sentivo quasi rivolte a me, ma io sono affezionata soprattutto a Gabriel.
Libro consigliatissimo!!! Un giallo in cui arrivi alla soluzione passo passo, sai chi è il cattivo, ma vuoi vedere come lo prenderanno e cosa gli faranno se mai lo dovessero prendere. 




Patrizia


“Ricorda: essa non è né spada, né dardo, né veleno, 
ma è capace di causare vittime innumerevoli.”

Martin Rua per me è una certezza sin dal primo libro, non mi ha mai deluso, annoiato, fatto pentire di un acquisto. La sua capacità di catturare il lettore, di creare la giusta atmosfera, di farci usare le “celluline grigie” per stare dietro alla storia aumentano, migliorano di libro in libro.
Il grossissimo problema che ho con i suoi libri è, lo spoileraggio, ti viene da raccontare scene, aneddoti, e non si può purtroppo.
Sono rimasta come sempre stregata sino all’ultima pagina. La lettura è fluida, ottima gestione del sequel, si legge d'un fiato aspettando già il terzo libro della serie Prophetiae Saga. I colpi di scena non mancano, il ritmo c’è sempre, i temi trattati - purtroppo - mettono ancora in risultano la minaccia del terrorismo, degli attentati, della guerra, la brama del potere e del dio denaro, per cui è perfettamente in linea con i nostri giorni.
Un thriller esoterico incredibile, passaggi storici importanti, temi apocalittici, elementi paranormali fusi con grande maestria. I lassi temporali sono tanti come i luoghi in cui si sviluppa tutta la storia, eppure tutto scorre in maniera fluida, lineare senza creare alcun fastidio/disagio nella lettura. Non oso pensare alla mole di lavoro, di ricerca, di studio che c'è dietro la costruzione di una serie simile, questo per me sta a identificare il vero scrittore.
A volte credo che Martin Rua se non avesse fatto lo scrittore avrebbe avuto un futuro come regista di film d’azione, perché mentre si legge a volte è come essere i protagonisti di un film Hollywoodiano, con colpi di scena a non finire, sparatorie, intrighi.
Parliamo un pochino della storia vera e propria, dunque tutto inizia in Linguadoca nel 1548, quando si diffuse una terribile epidemia, la peste  anche chiamata “L’Artiglio del Diavolo”. Da un lato troviamo i cosiddetti credenti che sostenevano che la peste era sintomo di peccato e bisognava pulire l’anima del peccatore bruciandolo vivo - il Priorato di Montségur - e  dall’altro lato un impavido medico, il Dottor Domergue, che inizia le sue ricerche per capire come arginare il problema e trovare un rimedio, perché assalito da un forte sospetto. Per questo motivo cercherà di mettersi in contatto con un caro amico e compagno d’università, Michel Nostradamus (l’uomo le cui profezie sono ancora oggi in grado di mettere scompiglio fra i credenti).
Il Priorato di Montségur, il male vero e proprio, da subito si percepisce la cattiveria dei lori scopi. Il loro piano è che l’uomo nella sua forma corporale debba scomparire, e la peste è la maniera più rapida per ottenerne lo scopo...
Con un scarto temporale molto lungo, ci troveremo in Francia ma nel 2004 a Rennes-le-Chateaux, devo dirvi che sono le prime pagine e da lì si crea subito la brama da parte del lettore di indagare per risolvere il mistero e qua un piccolo spoiler me lo concedo. Charpentier - archeologo dal look d’altri tempi - insieme ai colleghi Fabrice Mazet (archeologo mediovista) e Jeanette Droz (storica) recuperano il tesoro di Bérenger Saunière e da qui ha inizio tutto. 
Il tesoro descritto in maniera spettacolare, lo si poteva quasi toccare tanto la descrizione è minuziosa e ben dettagliata. Viene riesumato il sarcofago di Nicolas Sauniere, cavaliere templare morto nel 1246, al suo interno vi sono 2 scrigni:

    Uno in legno rinforzato da parti di metallo con impresso a fuoco la sigla Titulus Crucis e risale ad epoca medievale
    Uno in solido metallo con inciso sul coperchio 2 teste d’aquila e 2 ruote ad 8 raggi (lo stemma della famiglia Nostradamus)  epoca rinascimentale

Il contenuto dei due scrigni ha dell’incredibile, e si va con l’esoterico e la storia… che arriva infine ad oggi, alla guerra ad Aleppo, devastata dai bombardamenti, ora vittima di una nuova malattia, oppure vecchissima malattia. La peste è tornata più veloce e forte di un tempo. Il Dottor Musaddiq Mansour biologo e batteriologo francese, nel suo piccolo laboratorio di fortuna, all’interno dell’unico ospedale ancora in piedi di Aleppo, sta analizzando i vari decessi per trovare un cura e pare che ci siano dei risultati, quando una bomba. 
Come per magia apparirà la Delta Force, che in vero american style (quasi sentivo come sottofondo musicale l’inno americano) in una rocambolesca fuga porterà in salvo il dottore.
Piccola considerazione per convincervi a leggerlo perche a parer mio assolutamente non potete perderlo: Ditemi dove potete trovare in un solo libro : Templari, i Catari, gli Assassini, la celebre Delta Force, la setta del Priorato del Montségur, la Fondazione Labrys, il corpo militare francese degli Horus. Inseguimenti, attentati, magia, vedere la Francia, la Spagna, la Siria. Viaggiare nel tempo senza mai annoiarvi un secondo.


La serie Prophetiae è al momento composta da due libri:
#1 La profezia del libro perduto - recensione
#2 L'enigma del libro dei morti

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