venerdì 15 aprile 2016

Trame e opinioni: Dimmi che credi al destino di Luca Bianchini

Titolo: Dimmi che credi al destino
Autore: Luca Bianchini
Casa editrice: Mondadori
Pag.: 262
Costo: 17,00














Trama
Ornella ama i cieli di Londra, il caffè con la moka e la panchina di un parco meraviglioso dove ogni giorno incontra Mr George, un anziano signore che ascolta le sue disavventure, legate soprattutto a un uomo che lei non vede da troppo tempo, e che non riesce a dimenticare. A cinquantacinque anni, Ornella si considera una campionessa mondiale di cadute, anche se si è sempre saputa rialzare da sola. Per fortuna può contare su Bernard, il suo vicino di casa, che la osserva da lontano e la conosce meglio di quanto lei conosca se stessa. L'ultima batosta, però, è difficile da accettare. La piccola libreria italiana che dirige nel cuore di Hampstead - dove le vere star sono due pesci rossi di nome Russell & Crowe - rischia di chiudere: il proprietario si è preso due mesi per decidere. Lei, che sa lottare, ha imparato anche a lasciarsi aiutare, e così chiama in soccorso la Patti, la sua storica amica milanese inimitabile compagna di scorribande - che arriva in città con poche idee e tante scarpe, ma sufficiente entusiasmo per trovare qualche soluzione utile a salvare l'Italian Bookshop. La prima è quella di assumere Diego, un ragioniere napoletano bello e simpatico, che fa il barbiere part-time, ha il cuore infranto e le chiama guagliuncelle. Ma proprio quando la libreria ha più bisogno di lei, il destino riporterà Ornella in Italia, a bordo di una Seicento malconcia guidata in modo improbabile dalla Patti.


Il commento di Manuela

Ornella aveva il cuore in subbuglio, ma una fiducia incondizionata nel destino che le aveva sempre fatto incontrare le persone migliori nei giorni peggiori.

Parto da qui, per esprimere il mio pensiero di questo romanzo, perché credo che questo sia il nocciolo di tutto, credere nel destino… come anche il titolo richiama, ma soprattutto come verso la fine del romanzo si può leggere nel discorso tra Ornella e Bernard...

“Tu ci credi al destino?”
Ornella sentì un brivido che non aveva mai conosciuto.
“Prima dimmi cos’è il destino.”
“Il destino è quella porta socchiusa da cui ogni tanto buoi sbirciare. E allora capisci che nulla avviene per caso e che tutto ha un senso, anche quando sembra non averlo.”

Questo romanzo è un inno alla vera amicizia. La protagonista, Ornella, è una donna semplice, che ha “lottato” nella vita per arrivare ad un equilibrio precario. Da sempre, però, ha al suo fianco un’amica con la A maiuscola, Patti.

La Patti non era più la compagna di sbronze felici, l’amica ridanciana che sogna di volare alle Maldive con un cappello rosso e un amante indiano. Era il faro che ti dice dove andare quando non ti accorgi di essere nella tempesta. Perché sono in pochi al mondo a intuire perfettamente come stai. Solo gli amici speciali, le mamme o i grandi amori.

Ornella non ha avuto una vita facile e anche ora a cinquantacinque anni si trova ad affrontare diverse prove importanti, la sua libreria sta per chiudere e lei deve provare a salvarla, il marito, che tanti anni prima lei ha abbandonato, sta per morire e vorrebbe rivederla un’ultima volta, il vicino di casa nella Londra dove si è rifugiata vuole stringere un legame più impegnativo con lei e non ultimo… deve tornare a casa, nella sua Verona.
In questo racconto i sentimenti sono il valore centrale, ma non i facili sentimenti romantici, qui la fanno da padrone i sentimenti forti. L’amicizia, l’amore per le persone più vicine a te e anche i sensi di colpa causati dalle scelte sbagliate fatte da giovani, sensi di colpa che ci tormentano. Ornella è una donna normale, comune, una persona che puoi incontrare. Talmente tanto vera che non mi sono stupita di leggere nei Ringraziamenti che è una donna reale. Certo lo stesso autore dice che la storia è romanzata, ma si sente l’autenticità. Ornella è piena di contraddizioni, di paure e non si accorge di essere splendida con tutte le sue “imperfezioni”.
Il racconto è narrato in terza persona, la protagonista è sì Ornella, ma girano nel suo mondo tante persone speciali e tutte hanno il loro spazio nel racconto. La prima sicuramente è la Patti, forse la mia preferita, ma ci sono anche l’aiutante Clara con il suo distacco sentimentale dal mondo che la caratterizza e che la rende tanto British. C’è Diego anche lui tormentato perché non sa come accettare e soprattutto vivere la sua omosessualità e c’è un vecchietto stupendo Mr George, che sa ascoltare e con poche parole mette in luce tutte le situazioni.
È scritto in uno stile lineare, chiaro e corretto. I capitoli sono brevi, ma ognuno, anche quello con più pathos ha un po’ di humor, trovi la vena divertente nei racconti che legano Ornella e Patti, nelle idee bizzarre della Patti, nelle frasi in napoletano di Diego. C’è la parte di romanzo leggero, ma ci sono tante belle frasi, profonde e cariche di significato. Mi sono piaciuti molto anche i riferimenti letterari a libri di un certo valore o le citazioni cinematografiche, tutte molto azzeccate. Tutte queste caratteristiche lo hanno reso un romanzo vero, non solo una bella storia di fantasia. 

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