venerdì 22 aprile 2016

Recensione: La notte che ho dipinto il cielo di Estelle Laure

Titolo: La notte che ho dipinto il cielo
Autore: Estelle Laure
Casa editrice: De Agostini
Pag.: 278
Costo: 14,90














Trama
Per Lucille, diciassette anni e una passione per l'arte, l'amore ha il volto della sorellina Wrenny. Wrenny che non si lamenta mai di niente, Wrenny che sogna un soffitto del colore del cielo. E poi ha il volto di Eden. Eden che è la migliore amica del mondo. Eden che sa la verità. Quella verità che Lucille non vuole confessare nemmeno a se stessa: sua madre se n'è andata di casa e non tornerà. Ora lei e Wrenny sono sole, sole con una montagna di bollette da pagare e una fila di impiccioni da tenere alla larga. Prima che qualcuno chiami i servizi sociali e le allontani l'una dall'altra. Ma è proprio quando la vita di Lucille sta cadendo in pezzi che l'amore assume un nuovo volto: quello di Digby. Digby che è il fratello di Eden, Digby che è fidanzato con un'altra e non potrà mai ricambiare i suoi sentimenti. O forse sì? L'unica cosa di cui Lucille è sicura è che non potrebbe esserci un momento peggiore per innamorarsi...

e mezzo

Il commento di Patrizia

Lettura scorrevole, tendenzialmente melodrammatico e inverosimile, ma carino.
Poche pagine, per cui a volte le scene succedono in maniera troppo rapida, mancano un po’ di dettagli, le descrizioni sono scarse, bisogna sforzarsi un po’.
Storia surreale (almeno mi auguro per qualsiasi adolescente), bravissima la scrittrice a creare il pathos nel lettore, quella voglia improvvisa di andare a cercare questi genitori inutili e picchiarli, farli ragionare e magari crescere un po’.
Veniamo ai personaggi semplici e complessi allo stesso tempo, cresciuti  troppo in fretta, riempita da responsabilità immense.
Lucille è la protagonista diciassettenne che dovrebbe vivere di sogni, circondata da amore e sicurezze e invece si accolla la responsabilità della sorellina Wren di 10 anni. In poche pagine la vedremo crescere, indurirsi e perdere completamente la fiducia nelle persone.

“ Fiducia. Cosa significa, veramente? 
Quando ti fidi di qualcuno è come consegnarli il coltello con cui pugnalarti.”

Lucille è follemente innamorata del gemello della sua migliore amica Eden, il tenero timido gentile Digby.

“Com’è possibile che una persona si trasformi da un semplice accessorio di quella casa che è la tua vita – un bel tavolino, per esempio – nelle sue stesse fondamenta, nel suo impianto idraulico, in quella trave portante senza la quale l’intera struttura crollerebbe? 
Com’è possibile che una minuscola e anonima stella diventi il tuo Sole?”


Apprezzeremo pagina dopo pagina, la forza della ragazza, il coraggio di affrontare questo mondo crudele. Ho veramente trovato incredibile la capacità di descrivere come (scusatemi il termine ma  non mi viene altro in mente) la sfiga ci veda benissimo, e ad essa non vi sia quasi mai fine. Lucille ogni volta che sembra rialzarsi da un dramma, crac succede qualcosa di ancora peggio.

“Quando non hai più un briciolo di forze, quando sei nel casino più totale, conviene fare piazza pulita e ripartire da zero. Cosa farebbe Eden se ci incontrassimo giù al fiume, adesso? A parte dirmi un sacco di cose intelligenti, stilerebbe un elenco, cominciando dalla situazione reale.
Se non mi concentro, i miei voti cominceranno a calare e allora il disastro totale mi investirà di nuovo come un treno in corsa, senza lasciarmi scampo. Sorseggio il caffè che mi sono portata dietro e
provo a fare una stima dei danni.”

Le lacrime saranno dietro l’angolo per tutto il tempo, perché anche se, si tratta di una storia di fantasia, il nostro cuore non è in grado di restare indifferente dinanzi alla lotta di una giovane donna.

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