Autore: Maria Rosa Cutrufelli
Casa editrice: Frassinelli
Pag.: 264
Costo: 18,00
Trama
Teresa non è una bambina come le altre: nasconde un segreto e per questo ha scelto di chiudersi in un mutismo che la isola e, al tempo stesso, la protegge.
Alessandra, al contrario, è una giovane maestra esuberante. Fa parte di quella folta schiera di donne che, all'inizio del Novecento, si spinse nei paesini più sperduti a insegnare l'alfabeto. Un lavoro da pioniere. Difficile, faticoso. Reso ancor più duro dalla diffidenza verso quelle giovani donne che lasciavano il rifugio della famiglia per avventurarsi, da sole, in un territorio estraneo.
Anche Alessandra è sola, per la prima volta nella sua vita. Ma le piace insegnare e sfida con coraggio i pregiudizi e le contraddizioni di una società divisa tra idee antiche e prospettive nuove.
Nuovo è pure il mestiere di Adelmo, che cerca di farsi strada nel mondo appena nato del giornalismo moderno. Una sfida esaltante per un giovanotto ambizioso e di talento.
E le occasioni non mancano, in questa Italia ancora tutta da inventare. Una nazione che ostenta, a Milano, la prima Esposizione Internazionale e, nel frattempo, si dissangua con le grandi migrazioni verso le Americhe. Anche il padre di Teresa è emigrato e di lui non si sa più nulla. La madre invece è morta da poco, in circostanze non chiare, ed è forse l'improvvisa solitudine affettiva a spingere Teresa verso Alessandra, quando la maestra affitta una stanza nella casa dove la bambina abita assieme al nonno.
Siamo nelle Marche, in una delle zone più povere della penisola. La maestra e la bambina sono nate qui. Una ad Ancona, l'altra a Montemarciano. Un piccolo paese sconosciuto, che di lì a poco tuttavia conquisterà, insieme alla vicina Senigallia, le prime pagine dei quotidiani nazionali. Il nuovo secolo infatti è arrivato anche nella provincia italiana e, assieme alle automobili e all'elettricità, porta sogni strani. Come il suffragio universale. Esteso alle donne, addirittura.
Così accade che dieci maestre, proprio a Senigallia e a Montemarciano, decidano di chiedere l'iscrizione alle liste elettorali.
È il 1906 e il fatto suscita scandalo e stupore in tutta Italia. Tanto più che un giudice di Ancona, presidente della locale Corte di Appello, dà ragione alle maestre e consente la loro iscrizione nelle liste elettorali. Il giudice si chiama Lodovico Mortara. E' un grande costituzionalista e più tardi diventerà ministro della giustizia, prima di essere 'congedato' dal regime fascista (ha il 'difetto' di essere ebreo).
Le vicende di Teresa, di Alessandra e del giornalista Adelmo s'intrecciano con le vittorie e le sconfitte delle dieci maestre che, grazie al 'giudice-coraggio', divennero le prime 'elettrici' d'Italia e d'Europa, anche se per breve tempo. Un episodio storico ingiustamente dimenticato. Perché la battaglia iniziata dalle dieci maestre e da Lodovico Mortara segna l'inizio della nostra (ancora oggi difficile) modernità.
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