Autore: Chiara Cecilia Santamaria
Casa editrice: Rizzoli
Pag.: 427
Costo. 18,00
Trama
Lara è esile, pallida, lo sguardo sfuggente di chi non si lascia addomesticare. Elena è forte, sorridente, due occhi nocciola che trasmettono calore. Una l'opposto dell'altra, ma sono inseparabili. Quando il padre ha abbandonato lei e sua mamma, Lara non ce l'avrebbe mai fatta senza Elena. Da quel giorno in cui, a scuola, si è schierata dalla sua parte contro tutti i compagni, sono inseparabili. E, anni dopo, quando Lara si trasferisce da Roma a Londra per inseguire l'amore e la carriera di pittrice, sono ancora le stesse amiche di sempre. Elena è lì, pronta a difenderla e a credere in lei. Ma qualcosa si mette fra loro due. Non se lo sarebbe mai immaginata, Lara, di trovarsi davanti a una scelta che cambierà le carte in tavola: fino a che punto è disposta a sacrificare la felicità della sua migliore amica per raggiungere la propria? Basta una sola decisione per cambiare irrimediabilmente la nostra vita e quella di chi amiamo. I sentimenti che ci trascinano con tutta la loro forza fanno paura. Ma, a volte, per scoprire davvero chi siamo, dobbiamo rinunciare anche a ciò che non avremmo mai voluto perdere.
Il commento di Manuela
Era
ferma ad un unico dolore incastrato e vacuo, aveva sospeso la vita per
attutirlo,
e invece quello di cui aveva bisogno erano dolori nuovi.
Lara (la
protagonista) ha sperimentato tanti dolori. Questo è un romanzo del dolore... il
dolore dell’abbandono, dell’innamoramento, della passione repressa che lotta
per uscire fuori, della fine di un amore... è anche il racconto di quanto la
forza di un amico silenzioso o di una amica sincera possano essere di aiuto per
realizzare i tuoi sogni.
Tanti sono i
personaggi di questo romanzo, io ho amato Elio. Un amico che c’è sempre, che sa
ascoltare e non giudicare, che ha la parola giusta, che sa quando è il momento
di dire la sua, ma che altrettanto bene sa aspettare in disparte.
“Ora
mi dici tutto. Ma prima metto su un po’ di Edith Piaf”
“Mi
fa piangere”
“Ma
tu devi piangere”.
Poi c’è Elena, è
l’amica che tutti vorrebbero, meglio di una sorella. E’ lei che sprona a dare
il meglio
“Ricordati
chi vuoi essere” sussurra,
“comportati come la persona che vorresti essere”
“Non
lo so chi voglio essere”.
E’ lei che sta
vicino quando tutto cade a pezzi, è lei che capisce quanto dolore tieni chiuso
e quanto questo dolore potrà farti male se non lo affronti e non lo lasci
uscire.
Lara è l’emblema
dell’artista, quello che è sopra le righe, a volte glaciale e a volte tanto
focoso da sembrare pazzo. E’ l’artista che si esalta per un nonnulla oppure
cede al baratro della frustrazione... e altre volte sembra al di sopra di
tutto.
Ha
adottato dell’it’s alright per
rispondere a qualsiasi catastrofe. [...]It’s
alright. Vuol dire va tutto bene e anche non va bene niente ma questa è la
vita.
E poi ci sono tanti
personaggi intorno a questa storia, alcuni simpatici, altri meno, alcuni li
prenderesti a schiaffi, altre volte daresti volentieri due ceffoni anche a
Lara.
Una storia bellina,
che ti porta in un mondo diverso dal solito, il mondo dell’arte e alla fine del
libro senti il profumo delle tele e dei colori, però non mi ha coinvolto molto.
O meglio, i sentimenti erano molto vividi, ma forse lo stile in cui scorre la
narrazione non ti sa coinvolgere. La prima parte è molto lenta e a tratti
noiosa, certo serve ad introdurti nella vita di Lara, a capire le sue scelte, i suoi comportamenti. La seconda parte è più coinvolgente e a
tratti avvincente.
Devo però dire che
non ho trovato lo stile di scrittura di questo romanzo particolarmente
scorrevole. La storia mi è piaciuta, anche molto, ma è difficoltoso avanzare alla vicenda. Spesso ho avuto bisogno di rileggere più volte alcuni passi
perché non riuscivo ad afferrare l’intreccio.
E’ scritto in terza
persona, a volte al centro del racconto c’è Lara, altre volte Elio, altre
ancora Andrés, oppure Elena ed altre ancora Adele... tutti i personaggi di questa
storia hanno il loro posto, il loro risalto, anche quelli marginali. Tutto
ruota però attorno alla vita di Lara. Questo modo di intrecciare la narrazione
valorizza tutti gli interpreti, ti fa entrare nel loro modo di pensare, ma non
aiuta a “leggere la storia”. A volte rimani come impantanato. Non afferri il
bandolo della matassa... ecco a volte sembra una tela troppo piena di colori,
tanto da risultare confusa.
E’ un buona storia,
dalla trama originale, ma ho faticato a leggerla.
Voglio terminare
questi miei pensieri con una frase riconducibile ai pensieri di Elio e che mi è
piaciuta molto perché dà il senso del dolore, della solitudine, ma anche della
felicità
Mentre
Lara diventa un’ombra controluce e poi sparisce dentro un vicolo si chiede come
una ragazza così distante dalla felicità sia per lui la prova che la felicità
possa esistere davvero, da qualche parte del mondo.
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