mercoledì 23 dicembre 2015

Recensione: 12 giorni a Natale di Trisha Ashley

Titolo: 12 giorni a Natale
Autore: Trisha Ashley
Casa editrice: Newton Compton
Pag.: 317
Costo: 9,90



Trama: Il Natale è sempre un momento triste per Holly Brown, che da poco ha perso l'amore della sua vita, così, quando le chiedono di andare a lavorare in una casa isolata nella brughiera del Lancashire, accetta di buon grado per sopravvivere a quei giorni in cui tutti sono felici. Jude Martland è uno scultore, e non intende festeggiare il Natale dopo che suo fratello è scappato proprio con la sua fidanzata. È deciso a evitare la casa di famiglia, anche se gli sarà impossibile non tornare per l'occasione in cui si riuniscono al completo. Quando Jude si presenta all'improvviso, la vigilia di Natale, è tutt'altro che felice di scoprire che Holly si sta occupando di organizzare il party a cui sperava di sottrarsi. Ma quando, senza preavviso, una tempesta di neve ricopre tutto il villaggio, Holly e Jude si rendono conto che forse i loro desideri stanno per essere esauditi. E che le odiate feste potrebbero trasformarsi in qualcosa di molto interessante...

Tripla recensione

Dolci


Ho faticato un po' a finire questo libro. L'ho scelto per la copertina natalizia, adatta al periodo. Anche la trama mi intrigava moltissimo, ma si è rivelata una lettura abbastanza noiosa.

La storia racconta di Holly Brown, bravissima Housesitter e chef rinomata, che si trova a dover curare l'enorme tenuta di Jude Martland, rude e famoso scultore, durante il periodo natalizio. Lei non festeggia il Natale e, quindi, non è un grosso problema lavorare in quei giorni. Naturalmente, come in ogni romanzo a tema natalizo, gli eventi le faranno cambiare idea. Mi aspettavo più schermaglie amorose e divertenti tra i due protagonisti, ma non ci sono state. I dialoghi erano di gran lunga più divertenti quando i due si sentivano solo telefonicamente.
Il protagonista maschile si presenta a metà libro, ma la svolta amorosa tra i due non è descritta per niente bene. Ho apprezzato che la protagonista femminile non fosse descritta come la solita bellezza, ma alta e robusta.
Anche i personaggi secondari non sono riusciti ad appassionarmi più di tanto alle loro storie. La cosa che mi ha fatto andare avanti era la curiosità di scoprire cosa era successo alla nonna della protagonista (anche se viene praticamente lasciato capire a metà libro).
Mi sarebbe piaciuto che ci fossero più capitoli dedicati al diario della nonna e non solo un piccolo trafiletto all'inizio. Tuttavia mi sono piaciute moltissimo le descrizioni del paesaggio invernale, della tenuta imbiancata dalla neve, delle tradizioni locali e le ricette a fine libro.
I presupposti per essere una storia da cinque stelle c'erano tutti: l'atmosfera natalizia, il diario della nonna, i segreti di famiglia, i personaggi brillanti, l'amore litigarello tra i protagonisti, che è una cosa che mi piace trovare nei romance, ma l'autrice, per me, non è riuscita a svilupparli bene.

Manuela


Un libro che ha il sapore di un classico, anche la lentezza della narrazione ricorda quella dei libri classici. La storia è molto particolare, passato e presente si intrecciano, storie di due amori, due generazioni lontane eppure così vicine. Una serie di disgrazie da far invidia ai “Malavoglia” di Verga o alle tragedie del Bardo (che in questo romanzo fa da protagonista indiretto). Ecco forse è proprio questo che ho provato leggendo questo libro, piacevole ma nulla di più.
Ti trovi in una storia raccontata in prima persona dalla protagonista, che fino all’ultimo è ostinata peggio di un mulo e non vuole lasciarsi andare alle emozioni, malgrado tutti provino a farla vivere un po’ di più. Tutti gli altri protagonisti la spingono a lasciarsi andare, ma lei rimane rigida sulle proprie posizioni. Vuole ingabbiare le proprie emozioni per paura di soffrire. Certo la sua storia è segnata da grandi dolori che a più riprese hanno intaccato forse il suo cuore, ma per avere un po’ di “vita” da parte sua dobbiamo proprio aspettare le ultime pagine e soprattutto che lei si ubriachi.
Mi è piaciuto come libro? Bah, oserei dire “ni”. 
La storia non è malvagia, ci sono diversi colpi di scena a volte anche divertenti, ma forse un poco scontati. E' scritto molto bene, le frasi sono tutte chiare e consequenziali e anche gli inserti del “diario della nonna” sono ben legati alla storia. Però non mi ha lasciato nulla, tanto che non ho sottolineato neanche una riga.
Forse da una storia natalizia mi aspettavo un po’ di più, anche l’atmosfera del Natale è raccontata in modo molto ricco, carico di profumi e di colori, ma senza la passione di chi ami realmente il Natale.
La parte che ho preferito è sicuramente la fine, ma non per come è finito il romanzo, ma proprio le ultime pagine dove sono raccolte alcune ricette particolari che erano state raccontate nel libro stesso.
Un libro carino, ma niente di speciale.

Patrizia


Lettura carina, molto soft e Natalizia. Un romance dallo stile semplice, ben fatto, per così dire una lettura gentile dai sapori di un tempo. L’opera infonde sin dalle prime pagine un senso di calore e tenerezza che diviene via via più forte man mano che si procede con la lettura. I personaggi si caratterizzano lentamente pagina dopo pagina, svelandoci il loro temperamento, le proprie ambizioni, paure. Meravigliosa la percezione dell’amore famigliare, dell’importanza dell’essere insieme nei momenti importanti. Ogni sentimento che sia dolore, rabbia, delusione son ben marcati, netti e a volte un po’ rudi.

“Ero sfinita: il dolore, la rabbia e il senso di colpa (perché mi ero rifiutata di andare a correre insieme ad Alan) erano talmente mescolati da non permettermi di capire dove finisse l’uno e iniziasse l’altro.”

La tenuta di Old Palace è affascinante, trasandata al punto giusto, uno sia spetta da un momento all’altro di veder vagare lo spirito del Natale. Un posto sperduto tra le montagne.

“Il villaggio dava l’impressione di essere sorto in modo spontaneo dal terreno, con le pareti e i tetti punteggiati di muschio e di licheni. Tirava un vento sferzante ed era solo metà mattinata, quindi ho concluso che fosse normale trovarlo deserto, sebbene avessi la strana impressione di essere osservata da dietro le tendine di pizzo.”

Jude Martland scultore famoso, scorbutico, cinico ha ereditato la tenuta. A causa della solita delusione d’amore (perché si tratta pur sempre di un romanzo d’amore) ha deciso di infischiarsene di tutti quest’anno e non rientrare a casa per il Natale. Vi conquisterà subito dalla prima telefonata.
Holly, 35 anni, vedova, alta un metro e ottanta, capelli neri, forti, come il suo carattere, e lisci farà da “house-sitter d’emergenza alla tenuta, farà la balia alla casa, a un  vecchio cane di nome Merlino e a una cavalla Lady. Holly che odia il Natale, che le ha portato via tragicamente il marito 8 anni fa, e pochi giorni prima la nonna che l’aveva cresciuta.

“Adesso che la nonna non c’è più, esiste un’altra persona in tutto il mondo a cui importi di me? A chi tengo davvero io? Non mi è venuto in mente nessuno… e all’improvviso mi ha colto una tristezza terribile. Avevo avuto altri amici, che per la maggior parte avevo condiviso con Alan, e dopo l’incidente li avevo cancellati dalla mia vita. Ma presto, se il progetto del bambino si fosse realizzato, avrei avuto qualcuno da amare, che avrebbe ricambiato il mio affetto…
Mentre mi allontanavo da casa, pian piano mi sono rasserenata, come succedeva sempre, dato che il bello di ogni incarico è che nessuno conosce me e il mio passato, né è interessato a scoprirlo. Sono solo la rapida, efficiente Holly Brown di Homebodies, la Mary Poppins di Merchester: al vostro servizio!”

Non ho gradito particolarmente i siparietti iniziali con le citazioni del diario della nonna… non ne ho capito proprio il perché.

“Mi hanno cresciuto insegnandomi che gli orpelli da due soldi e la pratica dell’avidità e della gola sono ben distanti dal modo in cui dovremmo celebrare la nascita di Cristo. Tuttavia, l’allegria delle colleghe infermiere, mentre addobbavano i reparti nel tentativo di portare un po’ di gioia ai pazienti, mi ha riscaldato il cuore.
Dicembre 1944”

Il romanzo rientra sicuramente nel genere natalizio, l’ambientazione speciale funge da cornice a tutta la storia. Una storia che è sì, una storia d’amore, ma lascia un ampio spazio all’amore per la famiglia, per i grandi pranzi natalizi, per le case addobbate a festa… insomma lettura che vi consiglio caldamente, perché scalderà il nostro cuore con un tocco di romanticismo in più.







3 commenti:

  1. questa è la dimostrazione che un libro può lasciare emozioni diverse, non sembra neanche lo stesso dai commenti. Devo dire che un po' di curiosità adesso c'è, mi chiedo a chi assomiglierebbe la mia opinione...

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    1. E' stato fantastico leggere queste tre recensioni, all'inizi mi sono domandata se avessero letto lo stesso libro!!!

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  2. E' stato divertente leggere 3 opinioni diverse con lo stesso numero di fragole. Il libro è lo stesso, ma in ogni opinione ci sono spunti peculiari. Bello!!!

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