Autore: Gilly Macmillan
Casa editrice: Newton Compton
Pag.: 416
Costo: 4,99 ebook, 12,00 cartaceo
Trama
Rachel Jenner è sconvolta e in preda al panico: suo figlio Ben, di soli otto anni, è scomparso, e lei non sa come affrontare questa tragedia. Inoltre, a peggiorare la situazione, ci sono gli obiettivi della stampa e le telecamere delle TV che seguono lo sviluppo del caso e le stanno con il fiato sul collo. È vero, ha commesso una leggerezza: ha perso per un attimo di vista Ben e lui è sparito e ora tutto il Paese pensa che lei sia una madre sprovveduta e vada condannata. Ma cosa è successo veramente in quel tragico pomeriggio? Stretta fra il dramma di aver perso il figlio, le sempre più serrate indagini della polizia e la pubblica gogna dei media, Rachel deve affrontare un’altra agghiacciante realtà: tutto quello che sa di sé e dei suoi cari si rivela una gigantesca bugia. E non c’è più nessuno, nemmeno nella sua famiglia, di cui la donna possa fidarsi. Il tempo stringe e forse il piccolo Ben potrebbe essere ancora salvato, ma l’opinione pubblica ha già deciso. E tu, da che parte starai?
e mezzo
Il commento di Chiara
Una paura tremenda mi stava crescendo dentro, come un
tumore;
era un pensiero che non volevo contemplare.
Nove giorni è la durata del rapimento del piccolo Ben di
otto anni. Una domenica pomeriggio, durante una passeggiata in un bosco, in
compagnia della madre e del cane, scompare. Di lui rimangono solo i vestiti
abbandonati vicino all’ultimo posto visto.
Intorno a me,
ovunque, pareva crescere il silenzio, l’assenza di Ben.
Era ostile come il
furtivo diffondersi di un cancro.
Sarà perché sono madre (di un bambino della stessa età che
cerca anche lui indipendenza), ma questo libro per me è stato agghiacciante. E’
inimmaginabile pensare cosa può provare la protagonista, Rachel, madre di Ben, in quel frangente. E’
una donna sola. Lasciata dal marito un anno prima per una ragazza più giovane,
cerca di non soffrire per quell’abbandono e di dedicare il tempo necessario al
figlio. Una mamma normale, un contesto ordinario. Non crede che qualcosa di
così brutto e assurdo possa capitare proprio a lei. Dopo una serie di eventi i
media si accaniscono contro di lei, contro il suo non essere stata in grado di
proteggerlo a dovere, contro il suo essere una Pessima Madre.
Dovevo mettere in discussione tutto il mio approccio alla
vita.
Avevo creduto alle lusinghe della società civilizzata,
alla bugia che ci vendono quotidianamente, che la vita sia fondamentalmente
bella e che la violenza colpisca solo coloro che in qualche modo la
legittimano, che corroda solo i trofei già anneriti e consunti.
E’ narrato in prima persona con i punti di vista alternati
di Rachel e dell’ispettore incaricato di seguire il caso, Jim Clemo. E’ scritto
come un resoconto, fatto un anno dopo, con allegati intervallati da stralci di
post di blog, verbali di polizia e trascrizioni di una psicologa. Detta così
sembra molto confuso, invece io l’ho trovato ben delineato, sempre ben
specificato. Non crea confusione sul periodo di narrazione né sul soggetto. Il
punto di vista alternato in prima persona permette di identificarsi molto con i
protagonisti (io ovviamente molto di più con la madre) e anche di conoscere la
storia. I personaggi sono ben caratterizzati, senza descrizioni
eccessive. E’ tutto molto documentato senza essere noioso.
Inutile cercare di dargli una spiegazione. Troppo tardi.
Era un rimorso che avrei avuto per sempre.
Mi ha colpita molto, perché fa riflettere.
Conosciamo
veramente chi ci sta accanto?
E di fronte ad una tragedia, come reagirebbero le
persone a noi care?
In questo libro ci sono tutti i casi: chi sta vicino e
prende in mano la situazione (la sorella), chi non ce la fa ad affrontare un
simile dolore e impatto mediatico (l’amica). Chi non dovrebbe farsi
un’opinione e rimanere neutrale ma si lascia travolgere, chi si sente
impotente. La cosa che mi ha colpito di più, però, è la rappresentazione dei
media. Come si tuffano sulle pedine travolgendole per lo scoop. E come una
società multimediale abbia il potere di ingigantire il tutto fino a non
riuscire più a contenerlo. E’ lo stesso di quando succede un incidente: tutti
guardano e devono esprimere la propria opinione. Viene da affermare che sia
profondamente sbagliato, ma si fa lo stesso.
Lo stile è molto preciso e scorrevole e io ho provato
un’empatia profonda con Rachel. E ammetto che il finale mi ha sorpresa.
Un
thriller psicologico e moderno, con protagonisti molto veri e umani.
Nei miei occhi c’era un guizzo di paura e anche
qualcos’altro:
disperazione, e una scintilla di follia.
Uhhhh sembra veramente intrigante! Ci farò un pensierino!
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