Autore: Lucinda Riley
Casa editrice: Giunti
Pag.: 9,90
Costo: 640
TRAMA
INDIA, Darjeeling. E' il centesimo compleanno di Anahita Chavan. Nonostante la sua famiglia si stia riunendo per festeggiarla, lei è avvolta da una nuvola di tristezza. Non c'è giorno che non pensi a suo figlio, che tutti credono morto da bambino. Ma il suo istinto sottile le dice che non è così: Anahita sa in qualche modo che è ancora vivo. Per questo consegna al nipote Ari un manoscritto dove ha annotato la storia della sua vita, nella speranza che il giovane possa scoprire quanto è accaduto.
INGHILTERRA, Dartmoor. La bella e famosa attrice americana Rebecca Bradley si trova ad Astbury Hall, l'antico castello scelto come set del suo nuovo film. Lord Astbury, schivo proprietario del maniero, si mostra fin troppo gentile nei suoi confronti e insiste sulla somiglianza tra Rebecca e sua nonna...
Sarà il viaggio di Ari in Inghilterra e l'incontro con Rebecca a gettare nuova luce sul periodo inglese di Anahita durante la Prima guerra mondiale e sull'amore tormentato tra lei e Donald, erede di Astbury Hall. Un viaggio alla scoperta delle proprie radici che gli darà modo di comprendere molto di sé e di svelare i segreti rimasti sepolti per intere generazioni.
IL COMMENTO DI PATRIZIA
Iniziamo col dire che questo romanzo è stata una nuova esperienza di lettura, il primo libro che mi ha aperto le porte su un'India magica, spirituale, senza tempo. Lucinda Riley riesce a ricreare affascinanti atmosfere e a descrivere in maniera approfondita i personaggi e le varie vicende storiche, senza mai stancare o dubitare del vero. Anahita è l'anima narrante, cent'anni vissuti intensamente in maniera decisamente anticonvenzionale sia per i tempi che per la cultura indiana. Il personaggio più complesso in assoluto, ricco di innumerevoli sfaccettature, coraggioso, tenace e soprattutto umile.
La storia è abbastanza fluida, le parti descrittive mai noiose, un viaggio tra passato e presente, tra due continenti così diversi e soprattutto tra culture quasi incompatibili. Da un lato l'India con i suoi colori intensi, dai palazzi sontuosi, dalla cultura così complessa (proprio come vediamo nei film di Bollywood) e dall'altra la "rigida" Inghilterra, dai toni grigi, cupi, dalla mentalità austera. Da sfondo o da cornice a vostra scelta abbiamo la stupenda dimora inglese, con i suoi giardini, mausolei, cimiteri privati e roseti splendidi e magici. Conosceremo Lord Astbury, potremmo definirlo attore non protagonista, pacato, serio, rigido, grigio come la magione in cui vive.
Lo spazio temporale narrativo di cent'anni ci permette di avere una visione della guerra, della difficoltà dei primi rapporti interrazziali. Rebecca, la protagonista, (per me il solo avere quel nome l'adoro) è un personaggio stupendo. Attrice all'apice della carriera, seguita da fan e giornalisti, continua a mantenere nonostante il successo un comportamento umile, ma soprattutto nasconde gelosamente un segreto...
James, compagno, amante e marito di Rebecca è la faccia dell'altra medaglia, attore giunto al termine della sua carriera è consumato dall'alcool e dalla droga, geloso, egocentrico, pensa solo a se stesso a discapito dei sentimenti altrui.
Un finale scioccante, che metabolizzi col tempo...
Nel romanzo una frase mi ha colpita particolarmente:
La storia è abbastanza fluida, le parti descrittive mai noiose, un viaggio tra passato e presente, tra due continenti così diversi e soprattutto tra culture quasi incompatibili. Da un lato l'India con i suoi colori intensi, dai palazzi sontuosi, dalla cultura così complessa (proprio come vediamo nei film di Bollywood) e dall'altra la "rigida" Inghilterra, dai toni grigi, cupi, dalla mentalità austera. Da sfondo o da cornice a vostra scelta abbiamo la stupenda dimora inglese, con i suoi giardini, mausolei, cimiteri privati e roseti splendidi e magici. Conosceremo Lord Astbury, potremmo definirlo attore non protagonista, pacato, serio, rigido, grigio come la magione in cui vive.
Lo spazio temporale narrativo di cent'anni ci permette di avere una visione della guerra, della difficoltà dei primi rapporti interrazziali. Rebecca, la protagonista, (per me il solo avere quel nome l'adoro) è un personaggio stupendo. Attrice all'apice della carriera, seguita da fan e giornalisti, continua a mantenere nonostante il successo un comportamento umile, ma soprattutto nasconde gelosamente un segreto...
James, compagno, amante e marito di Rebecca è la faccia dell'altra medaglia, attore giunto al termine della sua carriera è consumato dall'alcool e dalla droga, geloso, egocentrico, pensa solo a se stesso a discapito dei sentimenti altrui.
Un finale scioccante, che metabolizzi col tempo...
Nel romanzo una frase mi ha colpita particolarmente:
"è la saggezza di cent'anni vissuti su questa terra,
e un cuore che ha scandito con i suoi battiti l'intero spettro delle azioni ed emozioni umane"
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