lunedì 29 luglio 2013

Uscite: Sperling & Kupfer

Buon pomeriggio, anche se in ritardo non potevo esimermi da questa notizia, nonché anteprima che la Sperling & Kupfer ha dato.
Il 27 agosto uscirà una nuova trilogia chiamata:
Trilogia delle stanze
E' questa una risposta di nazionalità francese alle già famose Cinquanta sfumature, quindi una nuova serie a sfondo erotico, ma con una differenza, accanto all'erotico si sviluppa una trama fatta di mistero.

La trilogia è in corso di pubblicazione in ben 10 paesi.
Definita Titolo-Sensazione alla Fiera di Francoforte nel 2012.

Stanza N.1 - Trovami è il primo libro della trilogia:
Titolo: Trovami. Stanza n.1
Autore: Emma Mars
Casa editrice: Sperling & Kupfer
Pag.: 488
Costo: 14,90


















TRAMA
Parigi. Elle, 23 anni, ha deciso: il gioco, divertente ed eccitante, di fare la escort, sta per finire. Questa sarà la sua ultima notte di lavoro. Ormai sta per sposarsi con David, un uomo ricchissimo e affascinante. Poco importa se anche lui è stato un suo cliente: l’amore, poi, ha avuto la meglio. Ma durante quest’ultima notte accade qualcosa: l’uomo con cui Elle si incontra, in un hotel dove ogni stanza ha il nome di una cortigiana del passato, non è un semplice sconosciuto. È l’uomo più sexy che la ragazza abbia mai conosciuto, ed è il fratello del suo futuro marito. Elle se ne accorge troppo tardi.
Da quel momento, Elle comincerà a ricevere dei messaggi da quest’uomo che contengono una sorta di comandamenti sessuali. E comincia una sottomissione – e una rieducazione sessuale – i cui passi si compiranno nelle lussuose e magnifiche stanze dell’hotel… Non solo: Elle scoprirà che nel passato di David e Louis si nasconde un segreto: una donna, Aurore, che è stata la moglie di David ed è morta suicida. E a cui Elle assomiglia terribilmente.

L'autrice: Emma Mars è lo pseudonimo di una misteriosa firma della letteratura francese

Stanza N.2 - Svelami
Stanza N.3 - Scoprimi
verranno pubblicati in autunno

Tra le tante sorprese, vi lascio leggere un breve estratto per stuzzicarvi ancora di più:


Parigi, primi di giugno 2010, una camera d’albergo a metà pomeriggio
Non sono mai stata una di quelle donne convinte che le camere d’albergo siano tutte uguali, un puro e semplice spazio privo di stile e personalità. Una gelida e anonima galleria, adatta solo per riposarsi e arrivare al giorno dopo. Forse quelle donne vi hanno solo passato la notte, fra un treno e l’altro o un aereo e l’altro, sfinite per il viaggio. Invece, per apprezzarne la particolarità e l’unicità, una camera d’albergo va frequentata di giorno, quando il resto dell’hotel è vuoto, o quasi. Bisogna entrare in sintonia con quelle stanze, comunicare con esse attraverso i sensi, l’uno dopo l’altro, in modo da distinguere le tracce di chi, prima di noi, lì dentro può aver riso, pianto, amato, goduto. In albergo, l’ho imparato negli ultimi mesi, ricevi in base a quello che dai. Se non fai che sprofondare nel sonno, nella noia o nella malinconia, non riesci a cogliervi che il riflesso della tua tristezza o della tua indolenza. E ne esci, ahimè, identico a te stesso. Se invece ascolti attentamente quello che una stanza d’albergo ha da dire, allora ne trai mille storie, mille aneddoti, mille sospiri e muori dalla voglia di aggiungerci i tuoi. A volte i più curiosi si sentono posseduti dai segni di chi è stato lì prima di loro. Un profumo rimasto sulle tende o sul letto. Una macchiolina superstite. La velatura di uno specchio che disegna un’ombra, quasi un profilo. Sono dettagli che ti entrano dentro, ti pervadono, ti stimolano a vivere la storia che aspetta anche te. Ed è esattamente quanto mi accingo a fare in questo momento, nuda, i polsi legati al letto: scrivere le nuove pagine di un racconto iniziato molto prima di oggi, molto prima di me. Come la maggior parte delle camere dell’Hôtel des Charmes, la Joséphine dispone di un immenso specchio sul soffitto. Così, aspettando che si cominci a fare sul serio, mi prendo tutto il piacere di contemplarmi. Io, Annabelle Lorand in Barlet, quasi ventiquattro anni, sposata quest’anno, pronta a darmi senza riserve all’uomo che si sta preparando nella stanza da bagno attigua. Chi sarà? Di lui non so ancora niente. L’unica certezza è che non è mio marito. Se fosse mio marito, saremmo qui? In tutta franchezza, saremmo arrivati a questo punto? Mi faccio chiamare Elle. Da sempre e in ogni circostanza. Certo, Belle sarebbe pesante da portare, ma credetemi, Elle è peggio. Elle, «lei», come se io da sola fossi la summa di tutte le donne. Come se concentrassi in me tutte le loro grazie, incarnassi tutti i desideri, fondessi in me tutte le fantasie, i metalli grezzi di cui sono fatti gli uomini. Quando finalmente la porta del bagno cigola, emetto dei gridolini di sorpresa. Brevi. Forse un po’ troppo acuti. Avevo finito per credere che la sua presenza fosse solo un sogno. Lo sconosciuto si ferma, esita ad avvicinarsi. Immagino la sua mano stretta sulla maniglia, il fiato sospeso. «Signora? Signora Barlet, è tutto come desidera?» Non è la sua voce. Viene dal corridoio. In modo discreto si preoccupano per me. Ci tengono che rimanga soddisfatta. La signora è una habituée. Da queste parti la signora è una privilegiata. Il mio uomo ha dato disposizioni precise. E lui è il tipo che qui viene ascoltato, ascoltato ed esaudito. «Sì, signor Jacques… non si preoccupi, va tutto bene.» Non mi coccolavano così la prima volta che ho alloggiato in questa camera, un anno fa. E non ero neanche così sicura di me. Questi grandi specchi mi restituivano tutta un’altra immagine. Avevo già le stesse forme come fardello, le stesse rotondità come promessa. Ma ne ignoravo il potere, e ancora di più l’utilizzo. Non godevo dell’altro, e ancora meno di essere me stessa. Cosa ti fa godere, Elle? Cos’è che mi fa godere, eh? E che io sola conosco? Cos’è veramente in grado di farmi sciogliere fin dentro le viscere? Di farmi bagnare senza neppure toccarmi, al solo pensiero? Il corpo di un uomo nudo? Il suo odore? Vedere un sesso anonimo, in erezione per me? Contro di me? Dentro di me…
(Appunto del 5/6/2010, scritto di mio pugno)
No, un anno fa non sapevo che ogni camera è un crogiolo d’amore in cui ogni donna resta in incubazione imparando finalmente a essere se stessa. Non ero schiava come lo sono adesso e, tuttavia, ero prigioniera, molto più di oggi. Non ingannatevi, oggi sono io la padrona, e non solo dell’uomo che trepida dietro la porta. Il mio abbandono è totale, eppure non sono mai stata in grado di controllare il corso degli eventi come ora. Un anno fa non ero ancora Elle. Ero tutte le donne tranne lei, quella che dovevo ancora far nascere…

In più proprio perché la Sperling vuole incuriosirvi ha creato questo booktrailer:









Attendo una vostra opinione, cosa ne pensate di questa nuova trilogia?





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