venerdì 11 novembre 2016

Trame e opinioni: Nel giardino dell'orco di Leila Slimani

Titolo: Nel giardino dell'orco
Autore: Leila Slimani
Casa editrice: Rizzoli
Pag.: 188
Costo:  17,00














Trama
Adèle cammina per le strade di Parigi la sera, dopo il lavoro al giornale, talvolta anche durante la pausa pranzo, in cerca di incontri. Ha trentacinque anni, un marito medico dedito al lavoro e un bambino di pochi anni; una vita cui in fondo manca poco per potersi dire felice. Eppure non può smettere di ribellarsi alla sensazione di vuoto che la assilla ogni giorno e che scaccia attraverso il corpo: è la fame per lo sconosciuto, da afferrare anche solo per un attimo. E non importa chi sia o dove, basta un incontro, un breve scambio di sguardi per trovare una veloce soddisfazione, o un'affinità che può trasformarsi in una vaga relazione. Dopo, Adèle sa tornare a casa, preparare la cena al bambino e infilarsi nel letto accanto a Richard, come sempre. Una febbre che non fa che salire e che trascina Adèle verso l'incapacità di gestire le due vite in cui si dibatte senza posa. Potrebbe essere facile giudicare Adèle, eppure seguiamo il suo cammino tortuoso con empatia, non riusciamo semplicemente ad accomodarci in platea, perché veniamo destati da un'impellenza, la sua, che capiamo, che da qualche parte forse abbiamo persino riposto. "Nel giardino dell'orco" non è la storia di una ninfomane, ma quella di una donna di oggi stretta nei lacci di una quotidianità come fossero spilli sul cuore.


Il commento di Iaia

E' la storia di Adele, una donna di 35 anni che lavora presso un giornale a Parigi, sposata con Richard, medico, e ha un bambino, Lucien. Potrebbe essere felice, ma non lo è. Ha bisogno di frequentare uomini vari e fare sesso con loro per cercare di riempire il vuoto che ha dentro di sé. E' una ricerca continua e la sua vita è ricca di bugie per nascondere al marito questo suo modo di comportarsi. Non ama nessuno, forse nemmeno se stessa.
Non so come termini la storia, non perché non ho finito il libro, posso immaginarlo o meglio posso sperare che finisca in un certo modo e credo che l'autrice abbia lasciato il dubbio al lettore affinché questi possa trarre delle conclusioni personali. Adele è malata mentalmente e andrebbe curata da un bravo psicologo, ma tutto il libro mi ha lasciato un sentimento di antipatia profonda per la protagonista, di fastidio per il marito e per gli altri personaggi.
Forse la mia pessima opinione sul romanzo è dovuta alla mia incapacità di capire Adele? La Slimani ha voluto mandare un messaggio che non ho percepito? So solo che una frase scritta nella sinossi non la condivido per niente.

Nel giardino dell’orco non è la storia di una ninfomane, ma quella di una donna di oggi stretta nei lacci di una quotidianità come fossero spilli sul cuore. Definita la Madame Bovary a luci rosse, Adèle è un personaggio quasi tragico e la sua autrice, Leïla Slimani, un nuovo talento della narrativa francese contemporanea.

Che non sia una ninfomane, posso lasciarla passare, ma che "una donna di oggi stretta nei lacci della quotidianità..." proprio no. Le donne di oggi che hanno i minuti contati tra lavoro, famiglia e organizzazione casalinga non si comportano come la protagonista di questa vicenda, oltretutto non ne avrebbero il tempo, ma si prendono le loro responsabilità e fanno, sotto pressione, tutto quello che serve. Adele non fa niente. Lavora malvolentieri, a casa fa il minimo indispensabile, però fa sesso con chiunque lei punti per trascorrere momenti per lei indispensabili. Per questo dico che è una malata, ma non mi pare che l'autrice abbia voluto mandare questo messaggio. La giustifica, ritiene che Adele, avendo questo vuoto dentro, abbia bisogno di evadere facendo sesso con gli sconosciuti.
Un libro, secondo me, proprio brutto. E sto cercando di intendere il messaggio che la Slimani vuole mandare, ma non lo capisco, anzi mi è venuto il dubbio che anche l'autrice abbia una mente contorta. O è una psicologa e quindi per la sua professione conosce varie situazioni oppure c'è qualcosa di personale nel suo passato che ha voluto esprimere scrivendo questa vicenda e secondo me non ha centrato l'obiettivo, perché non si capisce, almeno secondo il mio parere, la conclusione.


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