martedì 20 gennaio 2015

Recensione e uscita: Il nostro anno infinito di Matthew Crow

Titolo: Il nostro anno infinito
Autore: Matthew Crow
Casa editrice: Sperling & Kupfer
Pag.: 300
Costo: 15,90















TRAMA
Amber e Francis sono come il sole e la luna: lui romantico e imbranato, lei ribelle e impertinente. Chissà se nel "mondo fuori" sarebbero stati insieme, chissà se lei lo avrebbe mai degnato di uno sguardo. A farli incontrare è una malattia crudele, la leucemia, in una corsia d'ospedale in cui i due ragazzi condividono canzoni, vecchi film, piccoli istanti preziosi in cui il male concede una tregua ed è più facile sognare il futuro, immaginarsi fuori di lì, insieme. Perché, se hai quindici anni, è impossibile non sperare di avere tutta la vita davanti. E quando il destino mostrerà il suo volto più duro, quando tutto sembrerà ingiusto, sarà l'amore a dare un senso a quell'anno, così breve, così indimenticabile.


IL MIO COMMENTO
Una delle prime cose che impariamo è che la gente muore.
Poi iniziamo a imparare perché.
La vecchiaia è il punto di partenza..
Un fatto più o meno accettabile, qualcosa che tutti bene o male riusciamo a digerire...
Ci insegnano che le persone vivono una lunga vita felice e poi si stancano.
Allora si fermano e si addormentano per sempre...
Dopodiché impariamo qualcos'altro.
Le armi.
La guerra.
Le malattie.
Il cancro.
I paroloni. 
Le parole brutte.
Le parole che non hanno mai un lieto fine...

Avere quindici anni e non conoscere il domani e non potersi guardare indietro perché si ha poco da vedere. Si è sbagliato poco, ci si è innamorati poco (forse per niente), non si è fatto ancora nulla. Ecco cosa vede Francis, un piccolo percorso fatto di alti e bassi e ora irto, ispido, solo in salita. Quando si scopre di avere la leucemia qual è la soluzione migliore? Quali sono le parole giuste da dire? Quali sono le azioni che possiamo fare e non?

Amber arrivò il quarto giorno, e da quel momento per me cambiò tutto.

Quando il sole giunge come un piccolo spiraglio a risollevare giornate per lo più monotone, fatte di controlli, di prelievi, per Francis è un momento importante, è il passaggio, la consapevolezza che qualcosa di buono ne verrà fuori. Diventare maturi a quindici anni, prendere coscienza della propria malattia, viverla ogni giorno, combatterla, ecco quello che avviene all'interno di quelle camere d'ospedale. E poi arriva il piccolo palpito del cuore, un sentimento nuovo da condividere con chi come te combatte la tua stessa battaglia.
Questo romanzo lo ammetto non è nelle mie corde, ma non mi tiro mai indietro e vado fino all'ultima pagina perché spero e ne sono convinta che il lieto fine c'è sempre.
Il nostro anno infinito apre una visone diversa della vita, parla di malattie che a volte non vogliamo neanche nominare, perché fanno paura, perché spaventano, ma una cosa ho apprezzato in questa lettura, l'incoscienza iniziale di Francis, la realtà, a cui poi si rende conto di andare incontro, la forte introspezione che lo stesso fa di sé e delle persone che gli stanno intorno. E' un ragazzo costretto a crescere in fretta, è una lettura che ti porta a decifrare canali che ammettiamolo non amiamo pensare e figuriamoci parlarne, ma le malattie ci sono, il cancro c'è, la leucemia è presente e serve a ben poco nascondere la testa dentro un sacco, perché a volte la forza d'animo giunge proprio dagli angeli che ogni giorno affrontano o sono costretti ad affrontare. Basta un sorriso, una parola e per loro il sole quel giorno è già sorto nel cuore.
La recensione esce in contemporanea con la pubblicazione del romanzo.

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