venerdì 16 giugno 2017

Recensione: L'amante alchimista di Isabella della Spina

Titolo: L'amante alchimista
Autore: Isabella della Spina
Casa editrice: Piemme Edizioni
Pag.: 403
Costo: 18,50
















Trama

1527. Alla vigilia del sacco di Roma, Isabella d'Este apre le porte del suo palazzo ad aristocratici e notabili per dare loro riparo, ma consegna alle truppe pontificie una delle sue ospiti: la magista Margherida de' Tolomei, sacrificata in cambio della berretta cardinalizia per il figlio minore. Papa Clemente VII ha posto quell'unica condizione, e Isabella non ha avuto scampo, anche se Margherida è stata per lei in passato più che un'amica. Così la donna, avanti negli anni, viene condotta in ceppi a Castel Sant'Angelo e rinchiusa in una cella angusta con due giovani, sospettate di stregoneria, in attesa di conferire con il Papa in persona. Mentre le truppe imperiali e i lanzichenecchi, seguaci di Lutero, mettono a ferro e fuoco la città, Margherida ripercorre con nuovo sguardo la sua esistenza. Figlia del dotto Cornelio, profonda conoscitrice del potere delle erbe, degli influssi astrali, grande alchimista, ha sempre cercato il segreto della Pietra Filosofale; forse è questo che il Papa, nipote di Lorenzo il Magnifico, vuole ottenere da lei?
Ricordi, dubbi, inquietudini si affollano nella mente: l'amicizia con Caterina Sforza e con le donne più affascinanti e potenti del suo tempo, le corti italiane raffinate e corrotte, il sangue delle congiure, la violenza della ragion di stato, il tormentato amore per il giovane conte Pico della Mirandola, il piacere dei sensi, le aspirazioni dell'intelletto, il dolore che piega il corpo. Una vita piena, la sua; una vita che ora deve difendere con tutta sé stessa senza svelarne i segreti.

e mezzo

Il mio commento

Anche nella semioscurità la riconosce: è Margherida!
Isabella trattiene il respiro: 
è la potente magista, la donna che ha conosciuto i segreti di ogni corte e che per anni è stata la sua confidente, ma anche quella delle sue amiche e delle sue nemiche.
Margherida, la donna che ha studiato gli elementi essenziali della Terra e le formule per trasformare le materie, così come l'uso delle erbe per guarire le malattie, colei che a tanti ha dato la pace nel dolore e la morte nel sonno e che conosce l'arte del veneficio come nessun altro.

Margherida de' Tolomei come le autrici scrivono è un personaggio di fantasia... eppure non vi nego che ho curiosato sul web, scoprendo che il nome di una Margherita de' Tolomei è realmente esistita, ma in epoche diverse. 
Il perido storico narrato è quello che vide Roma saccheggiata dai Lanzichenecchi, uno degli eventi più cruenti che si possa leggere nei manuali, come sempre in questa tipologia di romanzi, la storia deve avere le sue credenziali, i contorni, il romanzo devono avere il loro perché!
Sono tanti e diversi i personaggi che si interfacciano qui, figure di Papi, di conti, di donne di un certo spessore, ed è qui che il libro centra la propria storia, parliamo di donne che hanno fatto la storia, di donne che hanno gestito gli affari di stato con il polso e la fermezza di un condottiero, e parlo di Caterina Sforza, incontrata in un altro romanzo a cui sono molto legata e mi è piaciuto molto rileggere di vicende a me già note, ma c'è anche Isabella D'Este una donna che cresce all'interno del romanzo attraverso gli occhi della protagonista Margherida, con le sue scelte e la sua crescente ambizione.
Ma quello che salta agli occhi è Roma...

Ma Roma pareva essere una città dove,
dal Sacro Palazzo alle corti cardinalizie e principesche,
tutto era concesso:
come se il paradiso fosse da cercare in Terra,
anziché nell'aldilà.
Gli stessi cardinali sembravano i primi ad anteporre i piaceri dei sensi a quelli dello spirito, il peccato alla rinuncia.

Scritto su due registri temporali è Margherida che si racconta, parlando della sua vita, di come sia entrata nelle corti più famose d'Italia (naturalmente sappiamo che l'Italia non esiste ancora), del suo amor perduto verso Giovanni Pico della Mirandola, delle sue amicizie.
Ma chi è Margherida de' Tolomei?
Figlia di Cornelio de' Tolomei, uomo di grande fama perché astrologo e alchimista, impara dal padre l'arte, divenendo lei stessa una delle donne più richieste, per le sue conoscenze scientifiche, una donna che in quei tempi era a conoscenza di un sapere che in molti invidiavano.

E quando Margherida disse che suo padre stava lavorando alla ricerca della Pietra Filosofale, ma lei non aveva mai compreso di che cosa si trattasse, il canonico cominciò a spiegare.
"La Pietra, la sostanza capace di trasformare i metalli vili, 
è il mistero meglio custodito nella tradizione alchemica.
Chi l'ha trovata non ha mai dato informazioni su come ottenerla.
La Pietra Filosofale è un processo di integrazione tra più entità: fisiche, spirituali ed energetiche."

Un romanzo che pagina dopo pagina incalza nel racconto di Margherida, dei sacrifici, delle ingiustizie, delle follie di uomini che hanno fatto la storia. Una donna inconsueta, fuori dagli schemi tipici del tempo, che si lascia andare senza indugi all'amore verso il suo uomo, un amore che non colpisce solo i sensi, solo il cuore ma anche l'intelletto, e così assistiamo a dialoghi tra Margherida e Pico della Mirandola che parlano di stelle, di segni zodiacali, di nascita, di Dio.
Una bella penna quella delle autrici che sotto un unico nome, Isabella della Spina, hanno ricercato e scritto una storia che a parer mio, racconta di un evento cruento, di uomini potenti, di donne con e senza peccato, di passioni difficili da celare, di intrighi che non si possono nascondere, di amori impossibili da realizzare.


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