venerdì 24 luglio 2020

Trame e opinioni: Giallo solidago di Simone Censi

Titolo: Giallo Solidago
Autore: Simone Censi
Casa editrice: 0111 Edizioni
Pag.: 182
Costo: 4,99 ebook, 15,30 cartaceo













Ambientato nell'entroterra marchigiano, nel piccolo paesino di Borgo Alba dove la gente non ha altro da fare che annoiarsi e di noia morire, avviene un duplice omicidio alla stazione ferroviaria. Per un caso del genere serve un Commissario che sovverta l’ordine costituito: proviamo a rovesciare la partita, prendiamo il Commissario Morelli, un incapace, un vero inetto tanto che senza il suo aiutante Segapeli sarebbe perduto. Rispetto a tutti gli altri suoi colleghi che si fermano a mangiare nei retrobottega dei ristoranti bevendo ottimi vini, lui mangia cibo cinese d’asporto che gli viene recapitato da un corriere con gli occhi a mandorla che non perde occasione di insultarlo, beve birra in lattina ed è fedele e innamorato della moglie che lo ricambia con profondo odio a causa del trasferimento in un commissariato sperduto e comunica con lei attraverso post it gialli appesi al frigo sempre vuoto. Senza metodo, maldestro, guascone, scorretto, sarà lui a risolvere il caso o forse sarà il caso a risolvere lui? 




Il Commissario Morelli, trasferito per punizione in un borgo marchigiano, Borgo Alba, deve indagare su un triplice omicidio. E' un uomo disordinato, insignificante, che non brilla, ma che comunque riesce ad andare avanti. Ha un bravo aiutante e con alcune intuizioni, colpi di fortuna e conoscenze riesce a risolvere il caso. Ma… c'è anche dell'amaro sulla sua vita lavorativa.

Il giallo è raccontato "ad alta voce" dallo scrittore e dalla sua coscienza e la storia è narrata mentre si sviluppa nella testa dell'autore. E' un poliziesco particolare che alla fine lascia un po' di delusione, non per mancanza di approfondimenti, ma per la vita di Morelli che è abbastanza scombussolata. Ci sono personaggi secondari che sono importanti, che purtroppo appaiono e, secondo me, non lasciano grossi segni. Una cosa da riferire è che Simone Censi ha affibbiato ai vari attori del libro dei cognomi molto strani e che il libro stesso potrei definirlo ironico, in certi momenti allegro, che ha messo in evidenza i difetti di ognuno lasciando al lettore intuire chi siano tutti questi componenti che partecipano alla missione di trovare i colpevoli. Quindi nel complesso è buono.


Iaia

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