martedì 6 novembre 2018

Rubriche: Lo scaffale degli incanti


Buondì lettori, torna dopo un bel periodo di pausa la rubrica dedicata ai libri per ragazzi, a dire il vero, all'inizio non ero convinta che questo romanzo scritto da Sara Rattaro per la Mondadori potesse avvicinarsi minimamente a un genere adatto ai più giovani. Ma non perché convinta che l'autrice non ne fosse capace, lungi da me dal permettermi di dire o affermare questo, ma ancora una volta mi rendo conto della poliedricità di un autore. Amo i romanzi della Rattaro, per i suoi argomenti trattati, per la sua scrittura che arriva subito al cuore pulsante del problema e dopo averne letti diversi, non sapevo cosa aspettarmi. Ebbene sì, anche questo romanzo ha centrato tutti i miei dubbi, li ha dissolti come niente fosse, e sempre la sua scrittura coinvolgente, assestante, intensa non ha fatto altro che portarmi in un mondo tutto nuovo, quello dei "racconti raccontati" da chi l'esperienza l'ha veramente vissuta, da chi pur elogiando l'uomo protagonista non ha mai detto di essere lui quell'uomo.

Titolo: Il cacciatore di sogni. La storia dello scienziato che salvò il mondo
Autore: Sara Rattaro
Casa editrice: Mondadori
Pag.: 173
Costo: 15,00















Luca, che da grande sogna di diventare pianista, ha una mano rotta, un fratello maggiore piuttosto fastidioso, una mamma rompiscatole e un aereo da prendere per tornare da Barcellona in Italia. E' il 4 luglio 1984 e, su quell'aereo, la sua vita cambia per sempre. Luca incontra un eroe... No, non si tratta di Maradona, che in aeroporto ha attirato l'attenzione di tutti (e in particolare di suo fratello Filippo), ma di un misterioso signore che somiglia un po' a Babbo Natale e occupa il sedile accanto al suo. All'improvviso l'uomo gli chiede: "Posso raccontarti una storia?".
Comincia così l'avventura straordinaria, fatta di parole e ricordi, con una sorpresa davvero inaspettata... l'avventura di un cacciatore di sogni, lo scienziato Albert Bruce Sabin.


La memoria è la capacità di trattenere le informazioni che raccogli durante la vita,
lo spazio che il tuo cervello mette a disposizione per conservarle.
Ecco, se le cose stanno così, io ho il cervello diviso in due.
Metà lo dedico ai ricordi, metà alla musica.

Luca è un bambino che definirei brillante, ma anche molto insicuro.
Il suo viaggio in Spagna con mamma e fratello, si è trasformato in un incubo.
L'incidente alla mano, la voglia di odiare suo fratello Filippo per quello che gli ha fatto, la voglia di replicare ai dubbi di sua madre, lo portano a chiudersi un po' in se stesso, se non fosse per la presenza di un uomo particolarmente intrigante, seduto accanto a lui, sull'aereo che lo riporterà finalmente in Italia. 


Agli occhi di Luca, un Babbo Natale, un signore che sin dalle sue prime parole lo tranquillizza, incuriosisce e soprattutto lo ammalia con il suo racconto.











A fine lettura di questo romanzo, sono andata a cercare informazioni su Albert Bruce Sabin, non che non sapessi chi fosse, ma il suo nome era relegato in uno dei tanti cassetti della memoria che andavano assolutamente rieaperti e rispolverati. Ora la prima cosa che ho notato è la somiglianza al nostro amato Babbo Natale, mi ha fatto una tenerezza, anche in virtù della lettura appena terminata. 
Il cacciatore di sogni è un romanzo che parte dal racconto che Sabin fa al piccolo Luca, è una storia che seppur parlando di un uomo che ha dedicato la propria vita per salvare vite umane, attraverso lo studio dei virus che colpivano i bambini, lo fa parlando usando parole chiare, facili da comprendere per un bambino, parole che attirano, che incatenano Luca al suo posto.
Un racconto che parla di sofferenza e affermazione, di disagio e audacia, di paure e sicurezze, di timori e voglia di rivalsa. La vita di un uomo che ha saputo combattere una battaglia difficile, che distruggeva piccole anime indifese, in un perido storico altrettanto buio, la seconda guerra mondiale, e la Rattaro racconta attraverso le parole di Sabin, il dolore di non poter aiutare, la perseveranza che oltre l'oscurità giungerà la luce. 
Albert Bruce Sabin è stato l'uomo che ha dato luce a chi oramai speranza non ne aveva più, ha creduto nei propri ideali, oltre i limiti e ha trovato la cura che tanto aveva cercato.
All'interno di questa storia c'è Luca, la sua voglia di diventare un pianista, non un sogno ma una certezza, e non accetta che qualcuno abbia dei dubbi, a questo lui reagisce con veemenza.
Giustamente qualcuno potrebbe domandarsi qual è il legame con la rubrica, non è difficile, intanto perché è Luca il protagonista del romanzo, è la sua storia che noi leggiamo, sono le sue insicurezze che troviamo e la storia di Sabin non fa altro che aiutare a capire quanto le difficoltà non devono annientare ma crescere. E Luca da quell'incontro crescerà e capirà quanto la vita vada vissuta senza ma o se.

La relazione che lega la musica all'anima è stretta come il nodo di un marinaio.
Questo spiega perché ogni vita ha una propria colonna sonora,
o meglio, perché ogni battuta di esistenza possiede una propria melodia.
Non esiste un solo neuroscienziato che non avvalori la tesi secondo cui ascoltare musica o suonare uno strumento provoca cambiamento nel nostro cervello.
Capire come e perché questo avvenga è la vera sfida.
Potrebbe essere istinto?
Lo stesso che ci spinge alla fuga quando scoppia un incendio o ci fa controllare a destra e sinistra prima di attraversare la strada?
Non si sa.
La musica parte e noi battiamo il tempo,
muoviamo qualche muscolo o addirittura balliamo.
Non so se sia istinto di sopravvivenza,
so di certo che l'esistenza della musica dimostra che non siamo fatti di sola carne.



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