martedì 10 maggio 2016

Recensione: La battaglia dei pugnali di Marie Lu

Titolo: La battaglia dei pugnali
Autore: Marie Lu
Casa editrice: Newton Compton
Pag.: 350
Costo: 9,90













Trama
Adelina Amouteru è una sopravvissuta. Dieci anni fa il suo Paese è stato colpito da un'epidemia. Sono morti quasi tutti, e i pochi bambini rimasti in vita sono stati marchiati per sempre dalla malattia. I bei capelli corvini di Adelina sono diventati color argento, le sue ciglia bianche, e l'occhio sinistro è sostituito da una brutta cicatrice. Il suo crudele padre la considera un'appestata, una maledizione per la casata degli Amouteru. Ma i sopravvissuti hanno acquisito anche straordinari poteri magici, per questo la popolazione li chiama "Giovane Elite". Teren Santoro è al servizio del re, dirige l'Inquisizione: il suo compito è scovare i sopravvissuti della Giovane Elite e annientarli. Lui li considera malvagi, eppure è lo stesso Teren a nascondere grandi ombre nel suo cuore. Enzo Valenciano fa parte della Compagnia della Spada, un gruppo segreto all'interno della Giovane Elite, nato con il compito di combattere l'Inquisizione. Ma quando incontrerà Adelina, scoprirà che la ragazza possiede poteri che mai nessuno ha avuto prima e cercherà di convincerla a combattere al suo fianco.

Doppia recensione


Dolci

Cosa posso dire di questo libro che attendevo da tanto? 
Non ho veramente apprezzato in pieno la storia ma, comunque, è stata una lettura interessante. Avevo amato la serie Legend ed ero stata conquistata dai protagonisti già nelle prime pagine.
Ho trovato originale e ben descritta l’atmosfera in cui si svolgono gli eventi. Il mondo creato dalla scrittrice è, come al solito, interessante e stuzzicante.
Anche i personaggi, difettosi, sia fisicamente che emotivamente, non sono male, ma il confronto con June e Day, nel mio cuore, non regge. Adelina, non è la solita eroina dall’animo puro e buono, è, invece, una protagonista oscura e piena di difetti che ha dovuto subire terribili orrori nella sua infanzia. L’evoluzione del suo personaggio mi è piaciuta molto e trovo che la descrizione della sua lotta interiore per trovare la forza e la bontà siano spiegate molto bene.
Per quanto riguarda Enzo Valenciano, il protagonista maschile della storia, boh, non ha saputo conquistarmi per niente. E anche quando… non è stato poi un momento che mi abbia emozionato.
Punto positivo del libro è che la storia d’amore non sia in primo piano.
Purtroppo l’ho trovato lento e faticoso da leggere, sviluppato malissimo e per nulla avvincente, nonostante il modo di narrare dell’autrice sia sempre veloce ed intuitivo.
Il finale è stato del tutto inaspettato per me e non sono sicura se proseguire o meno la serie. Forse sì, forse no, ma di certo non gli darò la precedenza su altri libri.



Chiara

Si potrebbe dire che sono difettosa. 
Marchiata. 
Una creatura imperfetta.

In un luogo e tempo immaginario, la febbre ha decimato la popolazione, lasciando in alcuni superstiti strascichi sia fisici che mentali. Le persone segnate da questo, sono considerate imperfette e discriminate. Pochi di loro hanno sviluppato qualche tipo di potere, come ad esempio il controllo del fuoco o del vento.
Adelina è una creatura imperfetta, che una sera, per sfuggire ad un padre violento che le avrebbe imposto un destino crudele, scopre di avere il potere di evocare illusioni e si ritrova poi al cospetto delle Giovani Èlite, un gruppo di creature imperfette tutte dotate di poteri che cercano di sovvertire il sistema.

Per un attimo provo qualcosa che non ho mai percepito al di fuori della Compagnia. Qualcosa che sto scoprendo solo ora, circondata da giovani sconosciuti che mi ricordano me stessa. Gentilezza. Senza alcun secondo fine. 
Riesco a vedere una vita per me qui, come una di loro.

Parto col dire che l’idea di questo libro è fantastica. L’ho trovata originale e particolare e l’ho apprezzata da subito, anche se le spiegazioni e le descrizioni sono sommarie. Ho faticato ad entrare in sintonia col libro anche per la confusione iniziale. C’è molto da spiegare ed è tutto buttato lì, in più non si capiscono bene neanche i luoghi, sono tornata spesso a guardare la cartina iniziale, capendoci poco comunque.
La prerogativa di questo libro, e anche l’idea che mi ha spinto a leggerlo convinta di apprezzarlo tanto, è il fatto che tutti i protagonisti possono essere definiti non buoni. C’è un lato oscuro in tutti quanti, nessuno escluso. Questa cosa, per me che di solito amo i cattivi, è straordinaria. Peccato che la maniera in cui è stata sviluppata non mi è piaciuta. Viene ripetuto in continuazione il fatto che Adelina ha pensieri negativi. Si capisce, ma viene ribadito più e più volte. È stato stancante e alla lunga ha annoiato. Alla fine non mi è piaciuto nessuno in particolare, se non il più cattivo di tutti, l’antagonista, Teren, l’unico personaggio secondo me ben caratterizzato. Vengono sottolineati solo i pensieri negativi, ma il resto della caratterizzazione è carente, in tutti i personaggi.

È che sono stanca di essere usata.

La lettura per me è stata pesante e noiosa, accentuata dal fatto che i protagonisti si danno del voi. Questo particolare l’ho trovato esagerato e non necessario.
In conclusione un’idea stupenda, elaborata male. Peccato, da questa autrice mi aspettavo grandi cose.

La serie The Young Elites Series è composta da tre libri:
#1 The Young Elites - La battaglia dei pugnali
#2 The Rose Society
#3 The Midnight Star


2 commenti:

  1. Concordo con entrambe. Troppo lento, molti punti noiosi e ripetitivi, faticoso da leggere. Il personaggio che mi è piaciuto di più e che ho trovato meglio caratterizzato (dopo Adelina) è Raffaele. Anche Enzo mi è piaciuto ma è come se avesse svolto un ruolo marginale. Il finale l'ho apprezzato tantissimo e mi ha messo più curiosità sul seguito...
    Spero che il secondo sarà di tutt'altra pasta.

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    Risposte
    1. speriamo nel seguito, che sia decisamente più incalzante! E che magari chiarisca meglio alcune relazioni

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