mercoledì 27 aprile 2016

Recensione: Il sangue non è acqua di S.M. May

Titolo: Il sangue non è acqua
Autore: S.M. May
Casa editrice: self
Pag.: 50
Costo: 0,99 ebook














Trama
Da molto tempo i nobili Picadanias tramano per impossessarsi del vicino pianeta di Nerdur, un luogo infido e selvaggio il cui dominio attribuisce però un seggio al Consiglio delle Grandi Famiglie. 

Ma quando il giovane lord Frances si appresta a rivendicare il titolo, dopo essere stato designato dalla propria famiglia, scopre di dover affrontare una concorrenza inaspettata. 

La lotta sarà aperta e sanguinosa tra lui e l'erede, perché vi potrà essere un unico duca. 
E a Nerdur occorre fare molta attenzione. 
Perché non è ORO tutto ciò che luccica, e quasi sempre le apparenze ingannano… 

Prequel del romanzo ORO, di prossima pubblicazione. 
Per i contenuti violenti ed espliciti, si consiglia la lettura a un pubblico adulto. 

Doppia recensione


Chiara


Come diceva mio nonno, il defunto duca, noi abbiamo dei doveri precisi e irrinunciabili verso la nostra gente, chiunque sia la nostra gente. 
Dopotutto, il sangue non è acqua.

Fantascienza unita al genere m/m e, a una buona dose di scene crude. Ecco cos’è questo assaggio della nuova serie di S.M. May. 
La vicenda ci introduce in un nuovo scenario, in un luogo immaginario dove troviamo nobiltà, intrighi e sete di potere. Dove lo sport ufficiale è una specie di polo in cui però si inseguono schiavi, dove per ottenere un titolo e il pianeta da governare si è disposti a tutto. Dove soprattutto non tutte le persone sono come immaginiamo e i diversi sono sempre comunque discriminati. Addirittura resi schiavi.
Lo stile è perfetto, nonostante introduca tutto un contesto nuovo, non annoia ed è esauriente. Molto curato sulla caratterizzazione dei personaggi. I due protagonisti, il nobile lord e il capitano di Nedur, così opposti e diversi, sia fisicamente che come carattere, mi sembrava di vederli.
Ho trovato un’unica pecca. È troppo corto. Non fai in tempo ad abituarti che già è finito. E soprattutto non ho ancora in mano Oro. 



Dolci

Io sono semplicemente Jen Adur di Nerdur.
Così sono nato e così vivo.

Dopo aver letto ed adorato la serie di Lara Haralds, questa autrice mi sorprende piacevolmente con un racconto di tutt’altro genere. Sempre rimanendo nell’ambito dei romanzi Male to Male questa volta ci fa immergere in una storia SiFi davvero originalissima.
In questo prequel facciamo la conoscenza del giovane lord Frances, che ambisce al titolo di Duca, futuro capo del popolo dei Picadanias. L’unico ostacolo per raggiungere il suo obiettivo è una giovane e misteriosa donna, anch’ella erede legittima. Mandato per trovare ed uccidere la rivale, avrà una sorpresa inaspettata…
Il libro è ambientato in un mondo futuristico popolato, soprattutto da alieni, in cui le civiltà vivono tra tecnologie avanzate e antiche tradizioni.
Ho molto apprezzato questo libro, sia per le descrizioni del paesaggio in cui i personaggi si muovono, che per i personaggi stessi. I protagonisti della storia, infatti, sono davvero particolari ed originalissimi.
La scena finale è stata proprio un colpo al cuore e sono curiosissima di leggere il primo volume di questa nuova serie.

Intervista all'autrice:

     Cosa preferisci usare quando scrivi? Carta o PC? C’è un luogo in cui preferisci essere quando scrivi?
Di regola le prime idee le appunto su carta. Siccome sono un tipo volubile e incostante, non riesco a concentrarmi soltanto su un’idea alla volta, e quindi col tempo ho accumulato scatoloni di quadernetti di trame, scene e dialoghi sparsi. Scrivo ovunque, a qualsiasi ora, quasi sempre di notte. Il mio vero problema è la mancanza di tempo.

Come costruisci le personalità dei vari personaggi?
Di solito ho un’idea di partenza e cerco di perseguirla, ma è anche capitato che poi i personaggi mi prendessero la mano e si muovessero per conto loro. Jen, ad esempio, durante i capitoli di ORO si è evoluto a tal punto, che ho capito che dovevo dargli comunque un passato per giustificare certe scelte. Da qui l’esigenza del prequel.

C'è qualche autrice a cui ti ispiri o che ti piace particolarmente?
Visto che siano nel campo della fantascienza/fantasy direi Ursula Le Guin e Tanith Lee.

Quanto c'è di te nei tuoi personaggi?
Nel caso di Lara Haralds direi parecchio (soprattutto la goffaggine e l’incapacità di riuscire ad essere serena). In questa serie, invece, posso dire di essermi mantenuta più distaccata.

Come vedi il futuro del genere Male to Male?
Credo che da noi l’ondata stia ancora arrivando e possa crescere un altro po’, o quanto meno consolidarsi (anche come potenziale pubblico di lettori). Di certo sul mercato è arrivata anche parecchia paccottiglia di bassa qualità, sia tradotta che di produzione italiana. Spero che in futuro ci sia un po’ più di selezione, come negli altri generi.

Come mai sei passata da una protagonista come Lara, i cui libri sono allegri e divertenti, alla fantascienza, altro genere di nicchia?
In realtà è vero il contrario. Io sono partita a scrivere fantascienza nel lontano 1993 (data del mio primo romanzo pubblicato), poi ho continuato a scrivere fantascienza e fantasy e a tenere il tutto nel cassetto, perché sembrava un genere troppo di nicchia.
Quando mi sono appassionata al nuovo genere M/M, ho tastato il terreno con un contemporaneo, ma avevo già abbozzato tutta la serie di Lara (per dare voce alla mia indole goffa/maldestra/romantica) e poi quella un po’ più amara/truce dei Secret Agreements. Quindi non sono altro che idee vecchie che riesco a trasferire al PC con pazienza. Adesso provo a vedere se al genere di nicchia (m/m) si può aggiungere un’ulteriore nicchia. Al momento, oltre a ORO (fantascienza), ho in bozza un romanzone heroic-fantasy (il mio figlio più amato, con un mix esplosivo di m/m e m/m/f… ) e un dark romance-thriller, tanto per non farmi mancare nulla !!).

Cosa ti ha spinto a scegliere un protagonista così particolare?
Beh, a sedici anni ho letto Ursula Le Guin e “La sua mano sinistra delle tenebre”. Da allora ho sempre desiderato scrivere su un personaggio come Jen Adur (sotto certi aspetti ispirato al malinconico e dolcissimo Estraven della Le Guin). Non aggiungo nulla per non fare spoiler sul mio prequel.

Quanto è diverso e più difficile pubblicare come self? E cosa consiglieresti a chi vuole iniziare questa avventura?
Io consiglierei comunque di partire sempre con una casa editrice, anche piccola ma fidata,
in cui impari qualche trucco del mestiere e ti “sgrezzi”. Sono sincera: le beta reader sono utilissime, ma finché non ti confronti con un editor estraneo che ti possa strapazzare per bene, le ossa non te le fai. Poi vedi come vengono individuati dettagli importanti come la struttura di un libro, la sinossi, la cover, l’impaginazione. Self non vuol dire mancanza di professionalità, né alibi per poter caricare un file farcito di strafalcioni e italiano incerto. Se vendi un prodotto, devi offrire un prodotto, altrimenti lo diffondi tra gli amici come passatempo.

Oltre questa serie hai progetti futuri o sogni nel cassetto?
Argh, credo di avere in parte risposto con la domanda 6. Comunque a brevissimo (qualche settimana), farò uscire un’antologia di racconti fantasy/sci-fi (LE VIAGGIATRICI D’INVERNO) che ho rinvenuto nel frattempo nei famosi quadernetti e che riprende in parte l’ambientazione di Oro.

Ma la domanda più importante di tutti, quando esce Oro?
Avevo anticipato aprile, ma poi il romanzo si è allungato e non voglio fare le cose di fretta. Spero comunque prima dell’estate. Mi sa che dovrete avere un po’ di pazienza.




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