Autore: Anthony Marra
Casa editrice: Sperling & Kupfer
Pag.: 336
Costo: 19,90
Trama
"Tenni la tela di Zacharov appesa in ufficio per diversi giorni prima di tirarla giù e rispedirla a Groznyj. Non ho mai saputo che fine abbia fatto".
Roman Markin amava l'arte, l'aveva studiata, sognava di diventare un pittore, ma nella Russia staliniana, più che pittori, servivano "restauratori di immagini", persone specializzate a modificare quadri e fotografie per cancellare personaggi caduti in disgrazia e considerati traditori dal regime sovietico, o per aggiungere i nuovi capi del partito. Una volta che si mette mano alle immagini poi è difficile resistere alla tentazione di salvare o aggiungere volti e particolari impercettibili perché restino tracce, anche se quasi invisibili, di chi abbiamo amato, di chi è stato, e di quello che è stato. Così Roman, nel suo ufficio di Leningrado, da un lato rifiuta - anche se nemmeno lui sa bene perché, forse solo per amore della bellezza - di cancellare interamente la figura aggraziata di una ballerina invisa al regime, dall'altro inserisce il volto del perduto fratello Vaska ovunque, nelle fotografie ufficiali, nei quadri del realismo socialista, persino su un paesaggio bucolico ceceno dipinto nel XIX secolo dal celebre artista Zacharov. Ed è seguendo negli anni il destino di quel quadro, e del paesaggio che rappresenta, che si snoda questa storia, fatta di tante storie e di tanti destini, intrecciati tra loro, al di lá del tempo e dello spazio. Dal quadro spariranno delle figure, e altre ne appariranno, come se il dipinto volesse in qualche modo seguire la storia tragica del luogo che rappresenta. Il risultato è un romanzo per certi aspetti indescrivibile, arioso e struggente, profondo e luminoso, pieno di umanità e di vita.
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