mercoledì 15 ottobre 2014

Rubriche: Nuova collana editoriale per Sonzogno: Bittersweet

Buon pomeriggio lettori, questo post nasce per informarvi della nascita di una nuova collana editoriale da parte della casa editrice Sonzogno: Bittersweet
Sin da oggi in libreria, la casa editrice propone due romanzi, La garconne di Victor Margueritte e La Matriarca di G.B. Stern.
Ma prima di passare alla trama di entrambi i romanzi vi lascio il post che la casa editrice ha mandato per spiegarvi la scelta e la destinazione di questa nuova collana.

Sonzogno presenta Bittersweet,
la nuova collana diretta da Irene Bignardi.
Dalle donne, sulle donne, per le donne

«Una collana, Bittersweet, che non ho cercato ma che mi è venuta incontro mentre ero alla ricerca di una lettura “facile” e intelligente, rovistando nella vecchia biblioteca di famiglia, negli scaffali della nonna e della mamma. Una collana di libri che ci parla del passato recente, della nostra storia di persone, con lo charme di una scrittura apparentemente semplice. Letture scelte per il puro piacere di leggere» 
Irene Bignardi

Bittersweet propone storie ad alto contenuto di fattore umano. Storie all’apparenza, e spesso, leggere, che in realtà, sotto la facilità della narrazione e la grazia della scrittura, ci lasciano con il ricordo di un pensiero, di una problematica, di un’epoca: l’inizio del Novecento, le rivoluzioni sociali, i cambiamenti irreversibili del costume.
Una collana di libri pensati, scritti e recuperati per coinvolgere il lettore, con uno stile diretto e coinvolgente, appassionante e appassionato, popolare e “facile”, che aggirando il pur prezioso apporto del romanzo modernista e novecentesco, si muove lungo le strade del piacere di raccontare e, specularmente, di leggere. Bittersweet presenta un mondo di scoperte, di riscoperte, di rivalutazioni. Il ritorno a vecchi amori letterari che, settanta, ottant’anni dopo, mettono in luce nuovi aspetti della personalità dell’autore (vedi la durezza sotto il romanticismo nei libri di Rosamond Lehman), rappresentano riscoperte (come la “scandalosa” Garçonne di Victor Margueritte), propongono un talento narrativo prepotente non ancora pienamente riconosciuto (vedi Dawn Powell), svelano una scrittura al femminile che non è quella sofisticata di Virginia Woolf o di Vita Sackville-West, ma che sa essere avvincente, acuta, sottile, a volte poderosa. E ci mettono a confronto anche con la lingua e la sensibilità con cui gli uomini parlano delle donne e per bocca delle donne, appropriandosi della loro esperienza.
Bittersweet, come dolce e amaro, come serio e ironico, come tenero e duro. 
Bittersweet, come la condizione femminile.
I primi due titoli della collana, in libreria dal 15 ottobre: La garçonne di Victor Margueritte, scandaloso ritratto di ragazza maschiaccio in uno dei grandi bestseller dell’età del jazz; La Matriarca di G.B. Stern, sottile umorismo ebraico nel racconto di una energica Yiddish Mame e della sua esplosiva tribù nella Londra dei primi anni del Novecento.

Titolo: La garconne
Autore: Victor Marguerite
Casa editrice: Sonzogno
Collana: Bittersweet
Pag.: 272
Costo: 16,00













TRAMA
Se le donne hanno cominciato a portare il taglio “à la garçonne” è grazie a questo romanzo, uno dei più grandi successi editoriali degli Anni ruggenti. Quando uscì, nel 1922, questo romanzo suscitò un tale scandalo che il suo autore, Victor Margueritte (1866-1942), noto scrittore insignito della Legion d’onore, fu pregato di restituire l’onorificenza. La garçonne - il cui titolo definiva una categoria umana, le giovani spregiudicate, che passerà alla storia del costume - racconta con franchezza di linguaggio la storia di Monique, ragazza della buona società parigina che, alla vigilia del matrimonio, scopre che il futuro marito ha un’amante. Umiliata, si vendica e decide di prendere in mano il suo destino e i suoi amori. Curiosa di tutto, Monique cercherà occasioni libertine per emanciparsi, proverà esperienze diverse, sia con donne sia con uomini, che considera “strumenti di piacere”. 
La garçonne vendette solo in Francia 750.000 copie, somma esorbitante per l’epoca, e ispirò ben quattro film, uno dei quali vide il debutto di Édith Piaf.

Titolo: La Matriarca
Autore: G.B. Stern
Casa editrice: Sonzogno
Collana: Bittersweet
Pag.: 320
Costo: 16,00













TRAMA
Paragonato ai Buddenbrook di Thomas Mann, ma tanto più scanzonato e allegro, La Matriarca di G.B. Stern narra l’ascesa e il declino della famiglia Rakonitz, ebrei cosmopoliti che hanno girovagato per l’Europa prima di stabilirsi a Londra. La loro numerosissima tribù ruota attorno ad Anastasia, la Matriarca. È lei che comanda tra le mura di casa e sovrintende al destino di fratelli, figli, cugini, nipoti, per non parlare delle sventurate nuore. Per un secolo intero, dalle campagne napoleoniche alla prima guerra mondiale, è tutto un susseguirsi di matrimoni e bar mitzvà, amori e disincanti, guadagni e fallimenti. Pagina dopo pagina, nel tono tipico dell’umorismo ebraico, capace di sorridere anche in mezzo alle tragedie, si procede al ritmo incalzante della vita. Negli anni Venti e Trenta G.B. Stern aveva il suo bel posto nell’élite letteraria londinese, era amica di tutti quelli che contavano. Aveva ottenuto un successo precoce, a soli ventun anni. Vennero in seguito dozzine di romanzi, testi per il teatro, brevi racconti, e fu perfino ingaggiata come sceneggiatrice a Hollywood. A quarant’anni dalla sua morte, di quella brillante produzione non si trovava in commercio più niente. Finché La Matriarca, il suo romanzo più famoso, è rispuntato nel 2013 sugli scaffali della più antica libreria di Londra, la Daunt Books, che lo ha ripubblicato con il proprio marchio, offrendogli una seconda vita. In Italia viene proposto per la prima volta da Sonzogno.

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