Autore: Martin Rua
Casa editrice: Newton Compton
Pag.: 300
Costo: 2,99 ebook, 9,90 cartaceo
Trama
Prophetiae Saga
LINGUADOCA, 1548.
Nei dintorni di Montségur si è diffusa una terribile epidemia. I rimedi del dottor Étienne Domergue non sembrano funzionare. In un ultimo, disperato tentativo di fermare l’ecatombe e porre un freno ai deliri apocalittici di un gruppo religioso, il dottore invia il suo allievo Gaston Arrau in Provenza per chiedere aiuto al più grande esperto di peste in circolazione: Michel Nostradamus.
FRANCIA, PRIMAVERA DEL 2004.
A Rennes-le-Château una spedizione guidata dall’archeologo Yves Charpentier porta alla luce una parte del tesoro perduto dei catari, ma i finanziatori dello scavo sequestrano i reperti occultando la scoperta al mondo.
PARIGI, OGGI.
La Francia è costretta a fronteggiare una drammatica emergenza sanitaria: una malattia simile alla peste, creduta ormai debellata da secoli, sta mettendo in ginocchio il Paese. Il governo sospetta un attacco batteriologico di matrice terroristica e affida il caso all’unità speciale Horus. Eppure, nonostante gli sforzi, la squadra del capitano Khadija Moreau brancola nel buio. Se solo potessero ancora contare sull’aiuto di Luc Ravel, alias Gabriel Nostradamus…
LINGUADOCA, 1548.
Nei dintorni di Montségur si è diffusa una terribile epidemia. I rimedi del dottor Étienne Domergue non sembrano funzionare. In un ultimo, disperato tentativo di fermare l’ecatombe e porre un freno ai deliri apocalittici di un gruppo religioso, il dottore invia il suo allievo Gaston Arrau in Provenza per chiedere aiuto al più grande esperto di peste in circolazione: Michel Nostradamus.
FRANCIA, PRIMAVERA DEL 2004.
A Rennes-le-Château una spedizione guidata dall’archeologo Yves Charpentier porta alla luce una parte del tesoro perduto dei catari, ma i finanziatori dello scavo sequestrano i reperti occultando la scoperta al mondo.
PARIGI, OGGI.
La Francia è costretta a fronteggiare una drammatica emergenza sanitaria: una malattia simile alla peste, creduta ormai debellata da secoli, sta mettendo in ginocchio il Paese. Il governo sospetta un attacco batteriologico di matrice terroristica e affida il caso all’unità speciale Horus. Eppure, nonostante gli sforzi, la squadra del capitano Khadija Moreau brancola nel buio. Se solo potessero ancora contare sull’aiuto di Luc Ravel, alias Gabriel Nostradamus…
Doppia recensione
Manuela
È difficile
recensire un thriller, si rischia sempre di fare un po’ di spoiler...diventa
poi molto difficile quando il giallo è così ben scritto e costruito come
questo…veramente un romanzo che merita di essere letto.
Nella Francia di
oggi il governo è alle prese con un’epidemia di peste, il partito di estrema
destra continua ad accusare i migranti siriani di essere i colpevoli del
contagio. Il virus che sta appestando i cittadini però è in realtà stato creato
in laboratori appartenenti ad una società che è legata al partito di destra, ma
soprattutto è un virus legato alla storia di Nostradamus. Per cercare di
debellare l’attacco batteriologico entra in gioco la squadra dell’Horus legata
all’agente segreto Gabriel “il Solitario”, miracolosamente sopravvissuto
all’incendio dell’anno precedente (che è poi l’episodio finale del precedente
romanzo “La profezia del libro perduto”).
La storia si apre
con un episodio, che poi si scoprirà essere la “scintilla”, avvenuto nel 2004,
poi tutto si catapulta ai nostri giorni.
Il romanzo è scritto
in modo scorrevole, chiaro e allo stesso tempo accattivante e con un ritmo
incalzante. Uno stile che mi fa sempre più apprezzare questo autore. Non ci
sono mai momenti di noia, sei sempre lì in tensione in attesa che succeda
qualcosa che ti apra uno spiraglio. Inoltre Martin Rua è capace di mescolare
passato e presente in una fusione unica e creando un continuum logico. Nel
corso della narrazione al tempo contemporaneo inserisce capitoli avvenuti nel
medioevo. Gli episodi del passato sono chiarificatori del presente, a volte
danno la motivazione di quello che accade ai giorni nostri.
In questo
appuntamento ritroviamo i personaggi del precedente capitolo, certo con
l’aggiunta di altri. Anche se già sono conosciuti, l’autore li descrive ma
bastano pochi tratti per delinearli perfettamente. Questo consente a chi già li
ha conosciuti di rinfrescare la memoria e a chi non li conosce di continuare ad
apprezzare la storia narrata, e questo a me piace tanto perché non perdi nulla
della storia e tutto rimane chiaro e accattivante. Personalmente mi sono
affezionata a quasi tutti i personaggi, naturalmente amo i buoni e odio i
cattivi (cosa che ho detto all’autore stesso in uno scambio di messaggi, cosa
di cui lo ringrazio perché mi è piaciuto tanto parlare con lui in quel modo un
po’ informale, anche per lo spoiler lo ringrazio perché poi al momento cruciale
ho pianto poco, altrimenti penso che avrei singhiozzato per ore… e io qui non
aggiungo altro perché vi toglierei il gusto di apprezzare quella scena). Quando
ho scambiato quelle due battute con Martin Rua mi ero lamentata del fatto che
io mi stavo affezionando e lui invece me li stava facendo morire tutti, tanto
che avevo paura mi “levasse” anche i miei super preferiti come il capitano
Khadija Moreau, e infatti chiedevo se per favore facesse fuori invece dei miei
paladini quelli che mi stavano antipatici come Yolande Bonard. Poi ci sono i
personaggi che mi fanno un po’ pena come Robert La Palud. Chiaramente il mio
preferito è Gabriel…un uomo provato dal dolore, dal dolore più forte sia nel
corpo che nell’anima. Gabriel “il Solitario”, mai nome in codice fu più
azzeccato, soprattutto in questo appuntamento, dopo i precedenti fatti di
Parigi, quando è scampato all’incendio rimanendo sfregiato…
Come
se l’ustione non fosse altro che l’elmo di quella stessa gelida armatura. Uno
schermo tra lui e gli altri, tra lui e il mondo.
Anche il suo cuore è
Solitario, perché pieno di dolore…
“il
dolore che mi fa sanguinare l’animo richiede un’applicazione di gran lunga
maggiore perché non ne venga sopraffatto. Ed è così intenso, talvolta, che
offusca le mie capacità precognitive.”
Il dono di Gabriel,
quello della divinazione è per lui tanto pesante come lo era per il suo avo
Michel de Nostredam, ovvero Nostradamus. In questo appuntamento troviamo molti
richiami al medico alchimista e vediamo in primo luogo proprio questo aspetto
più scientifico.
“Per
quanto io apprezzi gli aspetti più reconditi della conoscenza e m’intrattenga a
dialogare con gli astri, spesso la spiegazione dei fenomeni della natura è
sotto i nostri occhi.”
Anzi, si vede il
lato più umano dell’antico saggio. Bellissime sono le scene in cui compare la
moglie Jumelle.
I cattivi sono
descritti benissimo, soprattutto sono descritte le loro motivazioni. In questo
romanzo viene presentato un chiarimento sulla nascita della “Ligue” partendo
proprio dagli episodi del medioevo, le motivazioni del passato poi crescono e
si concretizzano nel partito del tempo moderno. Come ogni cattivo che si
rispetti, qui la Ligue ha un solo obiettivo…
il
più ovvio, ma anche il più agghiacciante dei risultati: il dominio del mondo…
Il romanzo è scritto
in terza persona, da un narratore esterno alla storia. Ci sono puntuali
riferimenti a fatti di attualità (come spiega nella nota dell’autore per
questioni di storia ha traslato l’attentato a Nizza avvenuto il 14 luglio del
2016 a maggio, ma è una licenza poetica che non disturba affatto) che si
legano, fondono, con gli avvenimenti del passato. Le visioni di Gabriel e di
Nostradamus vengono presentate in corsivo e servono per chiarire il momento,
per dare un piccolo seme per la risoluzione del caso.
L’Epilogo in realtà non chiude la storia,
ma apre al prossimo appuntamento (che sinceramente già sto aspettando).
Al termine del
romanzo c’è una nota dell’autore, dove
egli evidenzia le sue ricerche storiche e anche i riferimenti bibliografici.
L’autore dice che chi stava leggendo quella nota era perché era affezionato al
suo lavoro. Quando ho letto quelle parole mi è venuto da ridere perché le
sentivo quasi rivolte a me, ma io sono affezionata soprattutto a Gabriel.
Libro
consigliatissimo!!! Un giallo in cui arrivi alla soluzione passo passo, sai chi
è il cattivo, ma vuoi vedere come lo prenderanno e cosa gli faranno se mai lo
dovessero prendere.
Patrizia
“Ricorda: essa non è né spada, né
dardo, né veleno,
ma è capace di causare vittime innumerevoli.”
Martin Rua per me è una certezza
sin dal primo libro, non mi ha mai deluso, annoiato, fatto pentire di un
acquisto. La sua capacità di catturare il lettore, di creare la giusta
atmosfera, di farci usare le “celluline grigie” per stare dietro alla storia
aumentano, migliorano di libro in libro.
Il grossissimo problema che ho con i suoi libri è, lo
spoileraggio, ti
viene da raccontare scene, aneddoti, e non si può purtroppo.
Sono rimasta come sempre stregata sino all’ultima pagina. La
lettura è fluida, ottima gestione del sequel, si legge d'un fiato aspettando
già il terzo libro della serie Prophetiae Saga. I colpi di scena non mancano, il
ritmo c’è sempre, i temi trattati - purtroppo - mettono ancora in risultano la
minaccia del terrorismo, degli attentati, della guerra, la brama del potere e
del dio denaro, per cui è perfettamente in linea con i nostri giorni.
Un thriller esoterico incredibile, passaggi
storici importanti, temi apocalittici, elementi paranormali fusi con grande
maestria. I lassi temporali sono tanti come i luoghi in cui si sviluppa
tutta la storia, eppure tutto scorre in maniera fluida, lineare senza creare
alcun fastidio/disagio nella lettura. Non oso pensare alla mole di lavoro, di
ricerca, di studio che c'è dietro la costruzione di una serie simile, questo
per me sta a identificare il vero scrittore.
A volte credo che Martin Rua se
non avesse fatto lo scrittore avrebbe avuto un futuro come regista di film
d’azione, perché mentre si legge a volte è come essere i protagonisti di un
film Hollywoodiano, con colpi di scena a non finire, sparatorie, intrighi.
Parliamo un pochino della storia
vera e propria, dunque tutto inizia in Linguadoca nel
1548, quando si diffuse una terribile epidemia, la peste anche chiamata “L’Artiglio del Diavolo”. Da
un lato troviamo i cosiddetti credenti che sostenevano che la peste era sintomo
di peccato e bisognava pulire l’anima del peccatore bruciandolo vivo - il
Priorato di Montségur - e dall’altro lato un impavido medico, il Dottor
Domergue, che inizia le sue ricerche per
capire come arginare il problema e trovare un rimedio, perché assalito da un
forte sospetto. Per questo motivo cercherà di mettersi in contatto con un caro
amico e compagno d’università, Michel Nostradamus (l’uomo le cui
profezie sono ancora oggi in grado di
mettere scompiglio fra i credenti).
Il
Priorato di Montségur, il male vero e proprio, da subito si percepisce la
cattiveria dei lori scopi. Il loro piano è che l’uomo nella sua forma corporale debba scomparire, e la peste è la
maniera più rapida per ottenerne lo scopo...
Con un scarto temporale molto lungo, ci troveremo in Francia ma nel
2004 a Rennes-le-Chateaux, devo dirvi che sono le prime pagine e da lì si crea
subito la brama da parte del lettore di indagare per risolvere il mistero e qua un piccolo spoiler me lo concedo. Charpentier - archeologo dal look d’altri tempi - insieme ai colleghi
Fabrice Mazet (archeologo mediovista) e Jeanette Droz (storica) recuperano il
tesoro di Bérenger Saunière e da qui ha inizio tutto.
Il tesoro descritto in
maniera spettacolare, lo si poteva quasi toccare tanto la descrizione è
minuziosa e ben dettagliata. Viene riesumato il sarcofago di Nicolas Sauniere, cavaliere templare morto nel 1246, al suo interno vi sono 2 scrigni:
Uno in legno rinforzato da parti di metallo con
impresso a fuoco la sigla Titulus Crucis e risale ad epoca medievale
Uno in solido metallo con inciso sul coperchio 2
teste d’aquila e 2 ruote ad 8 raggi (lo stemma della famiglia Nostradamus) epoca rinascimentale
Il contenuto dei due scrigni ha
dell’incredibile, e si va con l’esoterico e la storia… che arriva infine ad oggi, alla guerra ad
Aleppo, devastata dai bombardamenti, ora vittima di una nuova malattia, oppure
vecchissima malattia. La peste è tornata più veloce e forte di un tempo. Il
Dottor Musaddiq Mansour biologo e batteriologo francese, nel suo piccolo
laboratorio di fortuna, all’interno dell’unico ospedale ancora in piedi di
Aleppo, sta analizzando i vari decessi per trovare un cura e pare che ci siano
dei risultati, quando una bomba.
Come per magia apparirà la Delta Force, che
in vero american style (quasi sentivo come sottofondo musicale l’inno
americano) in una rocambolesca fuga porterà in salvo il dottore.
Piccola
considerazione per convincervi a leggerlo perche a parer mio assolutamente non
potete perderlo: Ditemi dove potete trovare in un solo libro : Templari, i
Catari, gli Assassini, la celebre Delta Force, la setta del Priorato del
Montségur, la Fondazione Labrys, il corpo militare francese degli Horus. Inseguimenti,
attentati, magia, vedere la Francia, la Spagna, la Siria. Viaggiare nel
tempo senza mai annoiarvi un secondo.
La serie Prophetiae è al momento composta da due libri:
#1 La profezia del libro perduto - recensione
#2 L'enigma del libro dei morti
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