giovedì 29 giugno 2017

BLOGTOUR+GIVEAWAY BET & DREAM: TAPPA ESTRATTI



Buongiorno carissimi, eccoci qui alla quarta e penultima tappa del BLOGTOUR+GIVEAWAY BET & DREAM
Due romanzi, due autrici, Betting on Love e Dreamwolker, Manuela Pigna e Mariachiara Cabrini, che hanno deciso di unirsi per dare vita a questo evento con in palio una copia cartacea autografa del loro romanzo.
In cosa consiste?

Basterà seguire una delle quattro tappe del tour (e seguirne le regole) per poter partecipare e avere la possibilità di essere uno dei 2 fortunati vincitori che si vedranno recapitare a casa uno, una copia cartacea di Dreamwalker la ragazza che camminava nei sogni, di Mariachiara Cabrini, e l’altro una copia cartacea di Betting on love, di Manuela Pigna. Due romanzi rosa contemporanei, che questo Blogtour si prefigge di farvi conoscere meglio: quattro tappe, quattro argomenti sfiziosi che vi introdurranno a queste opere tutte italiane. Conoscerete i personaggi, le ambientazioni e le musiche dei due libri, potrete leggerne dei succosi estratti e persino vincerne una copia. Cosa chiedere di più?


Titolo: Betting on love

Autore: Manuela Pigna

Costo: 2,99 ebook, 15,00 cartaceo


TRAMA: Lui? Lui è Nic Bonaventura, un disgraziato sciupafemmine alle prese con un’improbabile scommessa.
Lei? Lei è Penelope Postoli, una precisina che si veste malissimo, acida come uno yogurt scaduto e, come se tutto ciò non bastasse, architetto! Inoltre lo odia. Senza motivo? Sì, senza motivo. Lui è un ingegnere, poi, e gli ingegneri sono fatti per essere odiati.
E allora basta, dov’è il problema? Che ognuno si faccia la sua vita e gli affari suoi.
Ah, ma lavorano insieme? Oh no…
Nello stesso ufficio? Mmh, le cose si complicano un pochino.
Con le scrivanie una di fronte all’altra? Cavolo, si complicano parecchio.
E il capo ha appena affidato loro un progetto su cui lavorare insieme? Ok, questa è una tragedia. Fine della storia.
Forse, però, quei vestiti da novantenne bavarese mezza hippy e ipovedente nascondono forme di tutto rispetto; e forse, non c’è da giurarci, ma forse dietro quell’aria da pallone gonfiato viziato e figlio di papà c’è un cervello…
Ma allora c’è una speranza! Sì, la speranza che la tragedia si trasformi d’un tratto in commedia e, chi lo sa, che tutto finisca come nella migliore delle favole…

Acquistabile sia in versione digitale che cartacea su tutti i siti di vendita libri online, come Amazon, IBS, Kobo, Ibooks, La Feltrinelli ecc....
Prenotabile cartaceo anche nelle librerie della vostra città.





Dreamwolker è un romanzo che abbiamo già avuto il piacere di leggere e di recensire sul blog. In occasione dell'uscita abbiamo deciso di scrivere una doppia recensione che potrete leggere: qui




Titolo: Dreamwolker. La ragazza che camminava nei sogni


Autore: Mariachiara Cabrini


Editore
Pub.me
ISBN
 9788871630991
Prezzo ebook
2,99 euro
Prezzo cartaceo
14,00 euro
Prezzo store pubme
9,00 euro  Link: http://libreria.pubme.me/

















TRAMA: Cosa accadrebbe se un giorno ti svegliassi e scoprissi che gli ultimi cinque anni della tua vita sono stati solo un sogno? Che il ragazzo che hai amato e perduto non è mai esistito?
Se non ti puoi fidare dei tuoi stessi sensi per capire ciò che è reale e ciò che non lo è, come potrai mai avere un’esistenza anche solo apparentemente normale?

Diana ha perso cinque anni della sua vita. Vorrebbe che non fosse accaduto, ma non può cambiare il passato, né cancellare le cicatrici che le ha lasciato. Può solo ricominciare da capo. Costruirsi una nuova identità, trovare nuovi amici, un nuovo scopo, e nascondere a tutti il suo segreto.  Nessuno potrebbe mai immaginare che dietro i suoi abiti sempre coordinati, la sua quieta determinazione nello studio e l’abilità di creare dolci squisiti, si celi una paura che stenta a tenere a bada. Nemmeno Sebastiano, l’assistente del corso di giapponese che Diana ha iniziato da poco a seguire.
Quando la guarda, lui vede solo una ragazza attraente, con gli occhi grigi più belli che abbia mai visto, ma quando lei lo guarda vede ciò che sta cercando disperatamente di lasciarsi alle spalle. Vede un incubo che le impedisce di dormire, un dolore che l’ha cambiata per sempre e che non vuole mai più provare. Amare è un rischio che non vuole correre di nuovo, ma la scelta non è unicamente nelle sue mani, e osare potrebbe permetterle di raggiungere un traguardo che non aveva mai neppure osato sognare.

Per saperne di più su trama e personaggi andare al link: http://writtenbyweirde.altervista.org/libri/dreamwalker-la-ragazza-cammina-nei-sogni/

E ora veniamo a noi e alla tappa in questione, qui leggerete degli estratti che avranno lo scopo di incuriosirvi:

Manuela Pigna scrive: 
Ecco una delle mie scene preferite di Betting on Love. Mi piace perché: 
A) sono un po’ fissata con gli ascensori e 
B) lui qui per la prima volta sente qualcosa di potente dentro, qualcosa che lo spiazza e non riconosce subito, e questo qualcosa scatta solo perché lei lo chiama finalmente per nome dopo tanto tempo. Mi piace perché si vede come, quando sei innamorato, anche la cosa più piccola sembra assurdamente bella e gigantesca.

“Alle sei e zero zero, la mia collega si alza dalla sedia e si disfa il solito chignon, lasciando i capelli sciolti.
Ricordo il maniaco di sotto e mi alzo a mia volta, affiancandola mentre si dirige verso l’uscita. «Aspetta, è meglio che ti accompagni alla macchina stasera».
Sbuffa. «Perché è meglio se mi accompagni? Sei preda di un’allucinazione visiva e uditiva profondamente paranoica a causa delle tante droghe che sicuramente hai preso da adolescente?», chiede con indifferenza e tono piatto mentre aspettiamo l’ascensore.
Non rispondo alla provocazione, in fondo la sua sicurezza va al di là dei nostri screzi. «No, c’era un tipo strano vicino alla tua macchina prima, voglio solo assicurarmi che non ci sia più e tu te ne vada senza il coltello di uno psicopatico piantato nel cuore».
Lei ride genuinamente, tenendosi la pancia, tutta l’indifferenza di un istante prima scomparsa completamente. «Ma figurati…»
«Giuro!», esclamo mettendomi una mano sul cuore e alzando l’altra verso l’alto. «Era proprio quel genere che ti sembra innocuo e poi scopri che si sta facendo un vestito di pelle umana nel seminterrato di casa sua».
Lei mi fissa per due secondi interi e poi scoppia a ridere ancora più forte di prima.
«Ridi ridi, intanto se torni a casa sana e salva è solo grazie a me».
In quel momento arriva l’ascensore. Una volta dentro, lei si blocca di colpo e si gira verso di me. «Aspetta un attimo, com’era fatto questo tipo psicopatico?»
Glielo descrivo brevemente e lei sorride picchiettandomi un braccio. «Oh, non ti devi preoccupare! È Gianni, un tipo con cui uscirò stasera».
Rimango a bocca aperta per svariati secondi. Un rivolo di sudore freddo corre lungo la mia spina dorsale. Non riesco a parlare.
Lei si guarda intorno all’interno dell’ascensore, in modo del tutto inutile perché ci siamo solo noi, e abbassa la voce con fare cospiratorio. «Qualcuno una volta mi ha detto che mi devo liberare sessualmente».
Mi tiro indietro come se mi avesse spinto con entrambe le mani, in quel momento si aprono le porte dell’ascensore e lei fa per uscire, ma io la tiro dentro e chiudo le porte, poi pigio il tasto per tornare su.
«Ma che fai?», protesta lei quando capisce cos’ho fatto.
«Frena un attimo, forse ho capito male», dico lentamente, mentre la trattengo per un braccio. «Tu vuoi fare cosa stasera?»
«Hai capito, hai capito. Poi sei stato tu a darmi l’idea».
«Ti do un sacco di idee ultimamente».
Lei sorride lentamente. «Già».
Rimango senza parole per troppo tempo, perché l’ascensore si riapre al nostro piano e io chiudo le porte un’altra volta. Lei, a tradimento, spinge il tasto zero.
«Ma con quello!», sbotto preso dal panico, ma panico per quale motivo non so. «Quello lì?!».
«E perché no?»
Apro la bocca e la richiudo un paio di volte. «Ma tu non hai proprio gusto allora…».
Diventa seria in un istante e incrocia le braccia sul petto. «E perché, cos’ha che non va quello lì? Solo perché non è un palestrato figlio di papà, arrogante e donnaiolo non va bene?».
Agitato, mi metto una mano sul fianco e l’altra sulla testa. «No, perché sembra un serial killer!», sbotto, e arriviamo allo zero prima del previsto.
Pigio di nuovo il tasto per il nostro ufficio.
Lei si volta furibonda verso di me e urla: «Nic!».
E io non lo so, non lo so perché, ma sento come se dentro di me si fosse aperta una diga e un fiume di sangue si stesse riversando violentemente dal mio cuore. «Come hai detto?», chiedo più dolcemente di quanto non volessi.
Diventa rossa e si gira verso il quadrante. «Ho detto, smettila Bonaventura!».
La prendo per un braccio e la faccio ruotare verso di me, un po’ rudemente forse, ma non riesco ad essere padrone delle mie azioni in questo momento. «No, non è quello che hai detto».”

Mariachiara Cabrini scrive: Ho scelto come estratto un momento molto importante per Diana, che finalmente ha il coraggio di fare il grande passo nella relazione con Stefano. Per lei è una decisione monumentale, un rischio che non credeva di voler più correre, ma al cuore non si comanda.

-L’assistente sociale verrà dai noi, spero per l’ultima volta, giovedì. Ti andrebbe di essere presente all’incontro?
Le stava lasciando la porta aperta, dimostrando ancora una volta di essere più coraggioso di lei, e di essere pronto perfino a mostrarsi vulnerabile pur di accontentarla.
-Ne sarei onorata. - sussurrò, poggiando la fronte contro la sua.
-Porterò la mia torta ai lamponi, in modo da rendere più dolce l’occasione, e spero la potremo mangiare per festeggiare la fine del vostro periodo di osservazione.
Gli baciò entrambe le guance, la punta del naso, e infine le labbra. Lentamente. Languidamente. Spinta da una dolcezza infinita che sembrava consumarla, come se lo zucchero che era solita mettere in abbondanza nei dolci le stesse scorrendo nelle vene. La loro intimità, così come il loro rapporto, era cresciuta lentamente nel tempo, a causa delle mille ragioni che frenavano Diana dal buttarsi a capofitto in quella storia. Aveva voluto essere sicura di tenere a Sebastiano per lui stesso e non a causa del ricordo di Stefano, o perché temeva la solitudine. Aveva voluto superare la paura che un sentimento troppo forte potesse farla regredire e ricadere nella schizofrenia. Aveva cercato di reimparare a fidarsi di sé stessa e delle sue percezioni. Forse la cosa più difficile fra tutte. E ora le sembrava di essere finalmente pronta per compiere il grande passo che avrebbe cementato il loro legame e fare finalmente l’amore con Sebastiano. Perché era la normale progressione di ogni rapporto di coppia, perché voleva riuscire ad esprimergli tutto ciò che provava per lui e perché con ogni bacio e ogni carezza aveva risvegliato il suo corpo che ora reclamava a gran voce soddisfazione.
Ma restava un piccolo problema: era vergine, tecnicamente, e Sebastiano non ne aveva la minima idea.
Non aveva dato l'impressione di esserlo, perché nella sua mente non lo era. Nella sua vita immaginaria, rinchiusa nella sua testa, mentre nella realtà giaceva in stato catatonico, aveva fatto sesso molte volte. Aveva fottuto per i motivi sbagliati, per sopravvivere sulla strada, per punirsi, per farsi e fare del male, per dimenticare... Aveva fatto cose, e lasciato che le facessero cose, che avrebbe solo voluto dimenticare. Aveva fin troppa esperienza, ma niente era stato reale. Si comportava come se sapesse quello che faceva, perché in effetti teoreticamente lo sapeva, ma mancavano i fatti. E non poteva certo lasciare che lo  scoprisse nel mentre delle cose. Sorprenderlo così sarebbe stato ingiusto. Doveva dirglielo. Adesso. Anche perché meritava di sapere di lei qualcosa di così intimo, dopo che si era aperto così profondamente nei suoi confronti.
- Sebastiano ho due cose da confessarti. - gli disse.
- Cosa? - le chiese, tornando a sfiorarle le labbra e distraendola.
- Voglio passare la notte con te. - rivelò, sentendolo immediatamente irrigidirsi. Oddio, forse era stata troppo schietta. Aveva sbagliato il momento. Oppure non la desiderava come credeva...
Poi all'improvviso lui si mosse, alzandosi dal divano con lei in braccio, e fu costretta ad allacciargli le braccia al collo per non cadere, mentre a grandi passi la portava verso la camera da letto, baciandola appassionatamente. Questo provava senza ombra di dubbio che non aveva sbagliato momento.
Si ritrovò sul letto, fra le sue braccia e fu solo per bisogno di ossigeno che le loro bocche si staccarono per un attimo. Un attimo che fu sufficiente per ricordarle che aveva ancora qualcosa da dirgli -Sebastiano.
-Sì? -mormorò lui, mentre con le labbra le carezzava il collo.
Concentrarsi le riusciva difficile, con tutte le piacevoli sensazioni che stava suscitando nel suo corpo, ma in qualche modo riuscì a parlare -C'è un'altra cosa che devo dirti.
- Cosa?
- Sono vergine. - confessò tutto d'un fiato, e lo sentì immobilizzarsi come una statua per la seconda volta quella sera. Sperò di non averlo spaventato, o che non la considerasse troppo strana. Non poteva spiegargli il motivo per cui era ancora vergine, dal momento che non voleva parlargli della sua malattia.
Lui riprese a muoversi dopo qualche secondo, sollevando il capo per guardarla in viso, ma lei abbassò lo sguardo imbarazzata e poi chiuse addirittura gli occhi. Li riaprì solo quando lo sentì baciarle la fronte, mentre con la mano le carezzava i capelli.
-Non devi sentirti in imbarazzo. Credo sia una cosa bella, che dimostra la tua serietà. E sono onorato che tu abbia scelto me per essere il primo.
Prese un respiro -Non credi sia strano che io...
La interruppe fermamente -No.
-Veramente? - sussurrò.
Per tutta risposta Sebastiano le prese il viso fra le mani, fino a costringerla a guardarlo negli occhi. -Veramente. In realtà in questo momento mi sento persino orgoglioso, perché hai scelto me fra tanti. Questo che mi stai facendo è un regalo infinitamente prezioso.
La serietà nella sua voce il calore nel suo sguardo la convinsero che stava dicendo la verità e finalmente gli sorrise sollevata.
-Voglio renderlo piacevole per te. - le disse, iniziando a slacciarle la camicetta - Spero di riuscirci, non l'ho mai fatto con una vergine prima d'ora.
-Sono certa che ci riuscirai, sei già sulla buona strada.
Sebastiano la spogliò lentamente, osservando ogni centimetro del suo corpo mentre lo metteva a nudo. Non la sfiorò deliberatamente mentre slacciava i bottoni e abbassava le cerniere, ma ogni più piccolo tocco delle sue dita le diede una scossa. Una volta terminato di svestirla, si sollevò in ginocchio sul materasso e ammirò il suo corpo da capo a piedi.
- Proprio come pensavo, - mormorò - sei perfetta.
Diana abbassò il capo - Non direi proprio. Sono troppo magra, non ho curve. - si portò le mani al seno, cercando di coprirlo, ma Sebastiano la bloccò, afferrandole delicatamente i polsi.
- Come ti ho già detto, se qualcuno ti fa un complimento, devi accettarlo senza ribattere. Non è bello giudicare i gusti altrui. Per me tu sei perfetta. Questa è la mia insindacabile opinione.
Lei alzò la testa e arrossì ancora di più, leggendo l’apprezzamento nei suoi occhi. Dunque era vero, la trovava bella. Questo pensiero la riscaldò, ma volò via con tutti gli altri, non appena lui iniziò a toccarla. Con le dita, i polpastrelli e i palmi delle mani, seguì i contorni del suo corpo. Le carezzò le spalle, le braccia, il dorso delle mani, l’incavo fra i seni, la vita, i fianchi, le gambe, per poi risalire di nuovo lungo le cosce, i glutei, la schiena. Imparando le sue forme e reclamandole come proprie. E più la toccava, più il mondo intorno a lei diventava nitido, assumendo contorni definiti. Poteva vedere i pori della sua pelle, il pulviscolo che aleggiava nell’aria, illuminato dal lampadario acceso, le ombre dei loro corpi sulla parete. Tutto appariva più reale, tangibile…. chiaro, come nulla era più stato nella sua vita, dal momento in cui aveva saputo di soffrire di schizofrenia.
Quando aveva baciato Stefano, nella sua vita immaginaria, il mondo intorno a loro era sembrato scomparire, con Sebastiano invece sembrava avvicinarsi, farsi incontro a lei e circondarla di nuove sensazioni. Concrete, vere, travolgenti.


REGOLE GIVEAWAY
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a Rafflecopter giveaway I vincitori del giveaway sarannoannunciati il 30 giugno sul blog L’arte dello scrivere… forse (link: http://weirdesplinder.tumblr.com/)

5 commenti:

  1. Bellissimi questi estratti..sinceramente..penso che, per chi vince sia difficile scegliere quale dei due libri prendere
    https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=10209556882495702&id=1136581970

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  2. Davvero belli questi estratti! Sono entrambi due libri molto interessanti!
    lauradomy@hotmail.it

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  3. Uffa siete troppo cattive con questi estratti difficile la scelta.
    tvxqejyj@gmail.com

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  4. Bellissimi estratti che mi convingono sempre di piu in questi romanzi...partecipo a tutte le tappe
    sofiabarca39@gmail.com

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  5. Il blogtour è ufficialmente finito e i vincitori sono stati estratti:
    Congratulazioni! a Anna Rinaldi e Laura Colucci!
    E spero che anche tutti gli altri partecipanti abbiano trovato interessanti i due romanzi.

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