Autore: Marcela Serrano
Casa editrice: Feltrinelli
Pag.: 248
Costo: 17,00
Trama
Cile, anni ottanta, sotto la dittatura del generale Pinochet. Un giovane sovversivo, Miguel Flores, sospettato di svolgere attività rivoluzionarie, viene mandato al confino in un paese nei pressi di una grande tenuta, La Novena, di proprietà di una ricca latifondista, Amelia. Tra i due, dopo un'iniziale diffidenza, nasce un profondo legame, arricchito dal gusto per la lettura. Amelia è una signora avanti negli anni, vedova con figli, molto colta, che ha molto viaggiato ed è stata traduttrice. La sua mentore è stata una cugina, Sybil, che abita a Londra e lavora in una grande casa editrice. La vita scorre tranquilla, Amelia e Miguel conversano, meditano sul loro presente, sulla vita, sui libri; il legame si fa sempre più stretto, lui va a vivere da lei, finché una notte arrivano i militari a dargli la caccia perché sono state scoperte delle armi sepolte nella tenuta. Miguel riesce a fuggire, Amelia invece viene catturata, torturata e solo quando è riconosciuta estranea ai fatti viene rilasciata. Molti anni dopo Miguel, malgrado si sia rifatto una vita in Europa, rimane ossessionato dai ricordi e tramite Sybil viene a sapere cosa è successo ad Amelia dopo la sua fuga. Gettato nel più totale sconforto, capisce che l'unica chiave per superare i suoi sensi di colpa è tornare in Cile e affrontare il proprio passato.
e mezzo
Il commento di Chiara
“La signora Amelia? Ma non si chiama così anche questo posto?”
“Sì. Santa Amelia, si chiama. E lei è la padrona.”
Miguel Flores è un giovane
sovversivo, che si batte contro la dittatura cilena di Pinochet. Durante una
retata viene arrestato e condannato al confino. Viene così accompagnato in un
paesino sperduto dove non conosce nessuno e viene guardato male da quasi tutti
gli abitanti del posto. Non tutti però. Infatti Amelia, una signora
proprietaria terriera e latifondista, dalla cui tenuta prende il nome il
villaggio, lo prende in simpatia e lo tratta con riguardo. Merito anche delle
comune passione per la lettura fra i due nasce un’amicizia profonda, basata
soprattutto sul rispetto reciproco.
Non solo mi sta simpatica, mi sto affezionando a lei.
Non era mica nei
programmi, cazzo.
Questo è un libro molto
particolare di cui ho apprezzato molto i personaggi. Sono caratterizzati benissimo
e anche se ognuno è arroccato nei propri ideali, riesce attraverso gli altri,
ad ampliare le proprie vedute. E’ un insegnamento favoloso e una crescita
personale meravigliosa e invidiabile.
“Sarebbe stata una comunista fantastica, lei!
Peccato che abbia terre,
antenati illustri e tutta quella roba lì…”
La storia è particolare. Tratta
il tema della dittatura cilena, ma in maniera marginale, come elemento
dell’ambientazione. Ciò che conta sono i personaggi, soprattutto Miguel Flores
e Amelia. Nel corso della storia inoltre sono fondamentali anche le figure di
Sybil e Mel, rispettivamente l’amica inglese e la figlia di Amelia. Queste
donne andranno a incastrarsi nella storia che è appunto particolare e molto
poco prevedibile.
“…è stata l’unica relazione gratuita che ho avuto con una donna, lei
non si è mai aspettata niente da me, si è interessata a me e mi ha regalato la
sua fiducia così, senza chiedere niente in cambio.”
Il libro sembra diviso in due
parti. La prima metà è ambientata in Cile, al confino, ed è tutta incentrata
sulla relazione che si instaura fra Miguel Flores e Amelia. Questa parte io ho
faticato a leggerla, l’ho trovata noiosa. E’ molto importante, fondamentale, ma
è stato difficile. Lo stile dell’autrice qui è tanto introspettivo, quasi
filosofico e per me è risultato troppo impegnativo. Inoltre le frasi sono
lunghe, elaborate, ci si perde. Pochi i dialoghi.
Da metà in poi, la fase
dell’Inghilterra e del ritorno, invece li ho divorati. La storia prende forma,
stupisce, persino lo stile diventa più scorrevole e ci sono più dialoghi. O
forse è Sybil a renderlo più frizzante.
Il finale per certi versi mi ha
stupita per altri un pochino delusa, l’ho trovato esagerato. Però è il suo, non
sarebbe stato possibile altrimenti.
“Non credo, Miguel, che il bene e il male siano due forze separate e
opposte, le vedo di più come luci e ombre. Come e quando illuminano e
adombrano, chi può saperlo?”
In alcune cose mi ha ricordato La
casa degli spiriti di Isabella Allende. E’ un libro che parla di Cile, di
dittatura, di famiglia e di donne in cui però il vero protagonista è Miguel
Flores.
E’ particolare e ne consiglio la
lettura, preparatevi però a una lettura decisamente più impegnativa.
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