giovedì 28 marzo 2013

Recensione: Roma 42 D.C. Cuore nemico di Adele Vieri Castellano

Titolo: Roma 42 D.C. Cuore nemico
Autore: Adele Vieri Castellano
Casa editrice: Leggereditore
Pag.: 437
Costo: 10,00













Aria.
Vita.
Vendetta.

Penetranti occhi azzurri la scrutavano dall'alto, spietati e così vibranti di rabbia da trapassarle la pelle.

Come un angelo vendicatore, Quinto Decio Aquilato appare agli occhi di Ishold in tutta la sua fierezza. Un romano, un uomo, un servo di Roma.

Gli si avvicinò cauto...
Il naso era diritto con narici sottili, delicate e, ci avrebbe giurato, una volta sparito quel segno scuro da sotto l'occhio sarebbero apparse lentiggini su quella pelle bianca e perfetta.
Come tutti i chatti le sue iridi erano di un grigio-azzurro...
Le labbra, dischiuse nel respiro del sonno, erano così rivelatrici che il batavo sentì qualcosa vibrargli nel petto.
Una principessa, per tutti gli dèi dell'Olimpo.

Scoprire che il secondo figlio del re dei chatti non è altro che una donna è una sorpresa ben accolta, una sfida e Ishold di Gerlach lo è appieno.
Quinto Decio Aquilato e Ishold, due mondi opposti, si studiano a vicenda, si confrontano, si stuzzicano, si lanciano lunghi sguardi di sfida. Calmo, sicuro di sé, forte, prestante Aquilato suscita in Ishold un insieme di sensazioni contrastanti, odio e gratitudine, paura e testardaggine, sfrontatezza e curiosità, potenza e fragilità. E mentre l'esercito romano conquista, combatte, due figure cominciano un percorso intricato che li porterà a conoscersi, a disprezzarsi, ad allontanarsi, per poi cercarsi con sguardi, con parole non dette.
Intorno a loro Roma che li circonda, li racchiude, li cinge in una morsa quasi surreale. Una terra diversa, con i suoi mausolei, le sue costruzioni che chiudono il cerchio, non c'è via d'uscita per chi era abituato alle foreste, agli spazi assolati. Ishold deve arrendersi all'evidenza, ma la sua forza, la sua testardaggine saranno fuoco che alimenta una passione nata nelle terre germaniche e che alimentata dagli attacchi e dalle parole scaturisce intensa, trabocca da ogni parte e così Aquilato si lascia travolgere da quell'oblio di sentimenti che mai avrebbe pensato di poter provare.

IL MIO COMMENTO
Leggere questo secondo libro, giungere al termine con la consapevolezza che ti è piaciuto e che ora devi scriverci una recensione be'...non so da dove cominciare.
Adele Vieri Castellano ha una singolare capacità, quella di riuscire a coinvolgerti nonostante la guerra, nonostante le battaglie, in questo libro tutto è raccontato con un'attenzione che non molti hanno, la storia, la ricerca, i sentimenti sono descritti con una tale peculiarità che a un certo punto ci si sente partecipi delle azioni che avvengono all'interno. La storia di Aquilato e Ishold, non gira tutto intorno a loro, molti personaggi pullulano, ma non sono figure a sé, ognuno ha un suo esistere, una sua personalità, e così assistiamo a una storia nella storia perché  tutti hanno qualcosa da raccontare. Ishold è una giovane donna che riesce a scappare durante l'assalto romano, ma viene salvata da Aquilato quando sta per essere violentata da altri barbari, inizia da qui un percorso davvero singolare. Aquilato è un uomo con un passato carico di battaglie, al seguito del suo amico Marco Quinto Rufo, protagonista del precedente libro (qui), è un tipo solitario e quando incontra Ishold, sente già che qualcosa in lui sta cambiando. Ishold è testarda, imprevedibile e soprattutto mostra il suo disprezzo per i romani, anche per coloro che lo sono di adozione. Non hanno nulla in comune ma la scintilla della passione che cova sin dal loro primo incontro al momento della sua esplosione è davvero intensa. Ogni singola parola trasporta il lettore in una dimensione nuova, le descrizioni degli alloggi, della Suburra e di molte altre zone di Roma sono così chiare che è facile immaginarsi al loro interno. Le battaglie, i duelli, gli scontri, le passioni vissute in questo libro sono incastrate attraverso una scelta particolare delle parole e del loro significato, un meccanismo che ti fa vivere appieno ogni singolo movimento, ogni spasmo, ogni muscolo.
Vi lascio con quest'ultimo brano:
I sospiri, gli sguardi, le dita intrecciate al pennino per impedirsi di toccare, 
sfiorare qualcuno che non poteva essere toccato né sfiorato e quel desiderio, 
quell'ansia, quella concupiscenza appena sopita, che a volte avrebbe potuto unirli e
 invece li aveva sempre divisi.
Notti di bufera, quando dalle fessure entrava il respiro dell'inverno e il corpo era lì ma la sua mente vagava nella foresta, libera come un tempo. 
Notti in cui, non completamente sveglia e non ancora padrona di sé, immaginava un corpo maschile a scaldarla, a rassicurarla e quell'uomo era sempre lo stesso, colui che doveva odiare...
Giorni di cielo grigio, di spesse nebbie e aveva avuto voglia di stringerlo a sé o di cacciarlo via, giorni di brina e sole gelato e avrebbe voluto colpirlo o esplorarlo mentre lui riponeva con la dovuta attenzione erbe in piccoli sacchetti di pelle.

Una piccola chicca, il 21 marzo ho partecipato alla presentazione del libro di Adele Vieri Castellano, un'esperienza bellissima, una persona insieme ad altre socievole, simpatica, che non si è sottratta ad ogni singola domanda formulata dal folto gruppo di fan di questa splendida serie.




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