giovedì 27 ottobre 2016

Recensione: Il resto è ossigeno di Valentina Stella

Titolo: Il resto è ossigeno
Autore: Valentina Stella
Casa editrice: Sperling & Kupfer
Pag.: 222

Costo: 17,90
















Trama
Chissà perché non sono mai scenari speciali o battute da film ad accompagnare i momenti che ci segneranno per sempre; chissà perché spesso le decisioni più importanti restano impigliate a date che non abbiamo scelto, luoghi in cui ci siamo trovati per caso, gesti che non ci rendono eroi. Arturo cammina da giorni per le strade della sua città, Torino, in cerca di qualcosa che non sa cosa sia. Si è strappato di dosso la sua vita durante una pausa pranzo qualunque, in un giorno qualunque, scappando da sua moglie - Sara - e dalla loro bambina con un sms. Travolto da una crisi improvvisa cui non sa dare un senso. Sara attende l'arrivo della disperazione. Prova a capire come abbiano fatto a infrangersi i suoi sogni e i suoi progetti. Prova a rivivere tutta la storia con Arturo, riguardando foto e rileggendo lettere. Ma si accorge che il suo cuore è calmo, come se la tristezza fosse solo stupore. Come se avesse sempre saputo tutto, ma non avesse mai voluto ammetterlo. Sara e Arturo: sono serviti undici anni per costruire una vita insieme; è bastato un istante fatto di poche parole per mandarla in mille pezzi. Ora, nell'arco di un mese o poco più, avranno modo di guardare in faccia i propri sentimenti e le proprie illusioni. Di rivedersi ventenni, quando tutto era possibile, e di ritrovarsi ancora affamati di felicità a quarant'anni, con la paura di aver sbagliato tutto e il desiderio di cambiare tutto. E, allora, chissà se avranno il coraggio di diventare grande: capire cosa non vogliono più, cosa desiderano ancora... e con chi.


Il mio commento

Vorrei poter parlare con quella Sara che si lamentava di tutto, tanti anni fa.
Vorrei parlare con la Sara ventenne che non riusciva a dormire e vedeva all'orizzonte attacchi di panico che non arrivavano mai.
Vorrei raccontare alla Sara di quei tempi cosa vuol dire il panico vero, quello di quando capisci che la vita che avevi programmato, amato e curato si fa brillare in mezzo alla piazza, spargendo nel cielo milioni di pezzi di te e dei tuoi sogni più grandi.
Vorrei ordinarle di correre a ridere e a divertirsi, perché poi arrivano sempre le nuvole, e se ti sei divertito tanto, forse riesci ancora a ballare sotto la pioggia ridendo.
Vorrei uscire da questo limbo che non comprendo e che però devo accettare.
Ma più di tutto vorrei riuscire anche io a chiedere a me stessa: 
Quando torna l'uomo che amo?
E invece non ce la faccio, non me lo chiedo.
E non capisco perché.

A volte la vita gioca degli strani scherzi, e lo fa in diversi modi...
Quando Sara riceve da Arturo un sms e poi una semplice telefonata, con un'unica richiesta, non cercarlo, attende che giunga la disperazione, che il mondo le crolli a dosso, ma questa non arriva. Perché?
Scritto in modo alternato, conoscendo le sensazioni, i sentimenti, i pensieri, le paure di entrambi i protagonisti, Sara e Arturo, questo romanzo ha la voce dei ricordi, che balza da un presente a un passato cercando di capire dove arrivi il momento della frattura. 
Ho impiegato un po' a capire, nonostante il pezzo di realtà raccontato dall'autrice, e non perché non ammettessi la scelta di Arturo, ma perché su ogni scelta fatta, ne consegue un'altra, una conseguenza di quel comportamento che lo ha fatto mollare tutto, andare via, camminando per le vie di una Torino che lui conosce bene, cercando di portare la mente laddove il cuore si rifiuta di accettare.
Nel leggere questo libro ho amato ogni singola parola, però mi sono resa conto di condividere molti dei pensieri di Sara, e mi sono posta una semplice domanda: perché lei? Forse perché donna anche io? Eppure non conoscevo ancora tutto.

Il punto è che diventare mamma non è solo generare una vita, un paio di occhi, di gambe, di braccia e un cuoricino che sembra sempre che batta anche un po' dentro la tua cassa toracica. Diventare mamma è diventare qualcosa.
E' acquisire un ruolo diverso nella vita e nel mondo. 
E allora tu quel ruolo lo vuoi e lo devi svolgere al meglio, e più di ogni altra cosa devi dimostrare al coro greco che ti vive attorno, e che sembra quasi attendere con aria speranzosa la tragedia...

Molti tratti hanno lasciato il segno, perché reali e veritieri, e l'ironia delle parole, dei momenti fanno da corollario a tutto il romanzo.
C'è una ricerca che si basa sui ricordi, Sara e Arturo, tornano indietro con la memoria, cosa li ha portati, le scelte fatte, e soprattutto il loro primo incontro, ma il più delle volte c'è una domanda di fondo che aleggia e viene anche ripetuta? Ma è amore quello che hanno provato?
Solo verso la metà del libro ho trovato questo:

La nostalgia è qualcosa di liquido.
Arriva silenziosa e trasparente come l'acqua, si infila nelle crepe e, 
se non fai attenzione, ti ritrovi la casa allagata.
Arturo non sa quando si sia creata la prima crepa.

E' l'unico momento in cui ho cominciato a capire chi fosse Arturo, il perché sia scappato, il perché il suo cuore si fosse sentito così schiacciato, ma non ho condiviso nessuna delle sue scelte, mi si è aperto un mondo intorno e in quel momento ho sorriso, perché Sara nel suo cuore ha sempre saputo cosa sarebbe accaduto.
Il resto è ossigeno è un romanzo che cominci ad amare pagina dopo pagina, all'inizio sei scettico, ma quando le parole formano frasi che intavolano un discorso allora ti rendi conto che non puoi farne a meno, devi conoscere, capire i perché, i motivi, e il finale...



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