Autore: Emily Pigozzi
Casa editrice: 0111 Edizioni
Pag.: 158
Costo: 3,99 ebook
Trama
Bassa emiliana, anni '50. Alma Libera Tondelli è una ragazza di paese. Sognatrice e inquieta, Alma sembra avere un destino già scritto: la vita di campagna, il lavoro in fabbrica, la messa della domenica. Fulvio, limpido e sincero, la ama da sempre, ma arrendersi al suo amore significherebbe rinunciare ai sogni di libertà che da sempre tormentano il suo spirito. Dalle campagne emiliane del dopoguerra alla Bologna del sessantotto, passando per la Roma del cinema e della Dolce vita, pur plasmata dagli uomini della sua vita Alma cercherà sé stessa e la sua vera strada, mentre al paese qualcuno continuerà ad amarla in silenzio... Perché, come le predisse la Delfina, l'indovina che ha popolato le sue fantasie di adolescente, in lei "ci sono le luci e le ombre, e la salvezza del cuore, spesso, è nel luogo in cui si parte".
Il commento di Manuela
Per parlare di questo
romanzo inizio utilizzando le parole che l’autrice stessa usa all’interno dei
Ringraziamenti.
Questa è “la storia di una donna che è un po’ tutte le donne
del mondo, piccolo pezzo d’anima, come il suo nome”.
In questa frase è
riassunto tutto il libro, che racconta pensieri e ricordi di una ragazza, Alma
Libera, dall’infanzia all’età adulta. È una specie di diario che raccoglie
emozioni in una sorta di riflessione critica su quanto è stato. Uno spaccato di
vita vissuta. Attraverso i ricordi e i pensieri di Alma attraversiamo gli anni
dell’immediato dopoguerra fino agli anni ’70. È un racconto attento e
attraverso le parole della protagonista si riescono a vivere e respirare i
cambiamenti di quegli anni. Un vero e proprio spaccato dell’Italia rurale
dell’Emilia, rappresentativa poi di tutta l’Italia di quel periodo storico.
Il libro è ben
scritto, i capitoli non sono molto lunghi e le frasi sono ben collegate tra
loro, ma è lento almeno nella prima parte. La vicenda si fa più intensa con il
crescere dell’età della protagonista, ma il linguaggio usato ricorda molto il
tempo passato. Molte sono le parole dal sapore di “vecchio”, non che siano
parole arcaiche, ma comunque sono parole che non si usano molto spesso nel
linguaggio comune. Benché sia molto bello vedere i cambiamenti nello stile di
vita di quegli anni, risulta tedioso leggerli, tanto che a volte ho dovuto
smettere di leggere perché un po’ mi annoiavo. Stilisticamente scritto bene,
bella la storia e l’idea di raccontare i mutamenti culturali, ma manca il brio
che da una protagonista così presa dalla ricerca di libertà uno si aspetta. È un romanzo dal sapore crepuscolare.
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