Autore: Nicola Rayner
Casa editrice: Newton Compton Editore
Pag.: 319
Costo: 1,99 ebook, 9,90 cartaceo
Alice non ha mai del tutto accettato che il marito sia stato un donnaiolo prima di sposarla. Ma anche oggi, grazie al suo ruolo di politico presente in quasi tutte le trasmissioni televisive, George Bell ha la reputazione di un inguaribile playboy. Alice sa bene che la stampa tende a ingigantire ogni cosa e che lei non ha niente di cui preoccuparsi... Eppure non riesce a liberarsi di un'ossessione: vuole saperne di più sul passato del marito. Soprattutto di una donna in particolare, una studentessa che George frequentava ai tempi dell'università e che scomparve misteriosamente prima di terminare l'ultimo anno: Ruth. Quando Alice incontra per caso una donna che assomiglia a Ruth, non riesce a liberarsi dall'inquietante sensazione che ci sia una verità diversa da quella che le ha raccontato George. Ma scavare nel passato di suo marito potrebbe signifcare inoltrarsi in una fitta rete di bugie, più pericolosa di quanto Alice avrebbe mai potuto immaginare.
Alice si è sposata con un suo compagno universitario,
George, che durante il college insieme ad alcuni amici era molto noto per
cambiare ragazza con facilità e dimestichezza. Durante l'ultimo anno una
ragazza, Ruth, scompare e per caso Alice comincia ad investigare per capire e
conoscere il passato di suo marito. Un po' alla volta vengono fuori notizie e
fatti sconcertanti.
E' un thriller, ma, secondo me, raccontato in modo
superficiale. Ogni capitolo è dedicato a una ragazza che ha avuto a che fare
con quella sparita. Tutte comunque sanno qualcosa di approssimativo, solo verso
la fine del libro arriva un personaggio che spiega un po' cosa sia successo. Si
racconta molto del passato, ma l'autrice non ha mai ben approfondito le
caratteristiche dei vari attori. Una cosa è certa: tutti gli studenti erano
quasi sempre ubriachi, qualcuno si drogava anche pesantemente e molti
facevano continuamente sesso passandosi le ragazze e comportandosi anche in
modo piuttosto meschino.
(Questo modo di fare e di vivere non lo capisco
proprio. L'autrice fa apparire gli inglesi perennemente con l'alcool nelle
vene).
Il giallo all'inizio l'ho trovato molto lento e proseguendo la lettura è
diventato più interessante. Ma quando ho letto la parola "fine" ho
mandato al diavolo la scrittrice. Molte cose non sono state spiegate, anche se
non erano strettamente importanti per il caso da risolvere non vedo perché la
Rayner ne abbia parlato per poi lasciare chi legge con dubbi e perché, inoltre le ultime
righe mi hanno lasciato piuttosto male perché l'autrice fa intendere la verità
senza dare la certezza della scoperta dell'ultimo indizio.
O si scrive un
giallo con tutte le spiegazioni oppure non è un thriller, ma un libro buttato
lì.
Ultima cosa: il titolo in italiano, secondo me, non ha
niente a che fare con il testo.
Iaia
Completamente d'accordo con la recensione letta. Io non sono ancora riuscita a finirlo
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